Moto.it in gara al ParkinGo Triumph di Misano. Ecco com'è andata!

Moto.it in gara al ParkinGo Triumph di Misano. Ecco com'è andata!
Il nostro tester Francesco Paolillo si è buttato nella mischia del prestigioso trofeo Triumph in sella alla Street Triple. Per lui tanto divertimento e un ottavo posto che ripaga la fatica. Non perdete la cronaca della gara
30 giugno 2010


L'invito, ma soprattutto la partecipazione a una gara è sempre esaltante, soprattutto per chi non è avvezzo alla bagarre come il sottoscritto. Un conto è testare una moto e cercare di carpirne pregi e difetti, anche in tempi davvero ristretti, un altro è ingarellarsi con qualche collega tanto per divertirsi e farsi belli (nel caso in cui si sia andati più forte) davanti agli altri, ma è tutto un altro paio di maniche fare una gara vera e propria.
E il Trofeo ParkinGo Triumph in sella alle Street Triple, a Misano, è davvero una gara vera. Già me lo vedo il pubblico della Superbike che commenta, nel bene e nel male, quello che combini in pista. Eh sì, perchè il monomarca in sella alle moto inglesi segue la Superbike nei suoi spostamenti europei, davvero un gran bello spettacolo per i partecipanti a questo Trofeo.


Iniziano le danze v

enerdì mattina


Ore 7.00.
Sono fuori dal Misano World Circuit, fresco come una rosa in attesa che il paddok prenda vita. Sbrigate le pratiche, licenze e quant'altro (e per questo ringrazio il personale della FMI e il Motoclub di Gessate!) apprendo le nozioni comportamentali e di buona educazione pistaiola dal Direttore di gara e dai suoi assitenti.

Ore 10.00, tutti dentro.
Giusto il tempo di fare le presentazioni e via che sono già in pista. Il seppur breve faccia a faccia con la Street del Trofeo, avvenuto qualche mese fa a Valencia, mi aveva lasciato un bel ricordo su questa divertentissima e molto performante naked. Oggi la ritrovo e ne rimango sempre entusiasta.
Il Circuito di Misano è decisamente veloce, e la mancanza di una seppur minima carenatura si sente eccome. Aggrappato al manubrio, fatico a mantenere la concentrazione, mentre la stanchezza si fa sentire (l'effetto del cocktail espresso/bibita energetica già inizia a calare). In compenso la moto va alla grande. L'assetto per il momento è ok, sono io che devo prendere le misure, e contrastare con il corpo gli alleggerimenti del posteriore e dell'avantreno , rispettivamente in frenata ed in uscita dalle curve lente. La mancanza del cambio elettronico, presente su gran parte delle moto avversarie, per il momento non sembra un gran problema.
La maggior preoccupazione arriva dalle condizioni della pista, più precisamente dalla Curva della Quercia. Lucida come la testa di Kojac e ben cosparsa di sabbia... uno spettacolo, sì ma per lo Speedway. Non c'è traiettoria che tenga, l'importante è passarla in qualche maniera, e soprattutto rimanere in piedi.
Alla fine della fiera, stacco un 1,53 e rotti, che vale il sesto posto in griglia, posizionamento che mi soddisfa in parte, e che mi riprometto di abbassare. Adesso voglio un letto e qualche cosa da mangiare!

Sabato


E' giunto il momento di prendere a schiaffi il cronometro e di tentare di “operare” sulla manopola del gas come fanno quelli davanti a me (che a quanto pare soffrono di una malformazione al polso per cui lo riescono a tenere esclusivamente a 90°). La "Quercia” è ok, per cui non ci sono più scuse, l'unica cosa da fare è entrare e aprire il gas e soprattutto divertirsi. Questo infatti è uno dei motivi principali che spinge gli appassionati verso questo Trofeo, e soprattutto è la parola d'ordine di Giuliano Rovelli, patron della ParkinGo, che non per niente partecipa in prima persona alle gare.
 
Il nostro tester in piena bagarre a Misano
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Le qualifiche
Entro a testa bassa e sparo la prima serie di cartucce sin da subito. La moto adesso la sento meglio, la conoscenza si sta approfondendo e riesco a interpretare meglio i suoi avvertimenti. Il grip delle Pirelli Supercorsa ha un limite solo nella mia testa, che non vuole accettare che si possa spalancare il gas anche a moto letteralmente sdraiata, mentre in un paio di tratti accuso la mancanza del cambio elettronico. A moto piegata, anzi molto piegata il cambio marcia per quanto rapido, scompone l'assetto. Sete e stanchezza si affacciano, e decido di fare una breve pausa prima di sparare l'ultimo caricatore. Per adesso confermo il sesto posto, con un 1,51 alto, ma il quinto è a 6 centesimi. Per cui vediamo di fare qualche cosa, mancano ancora 8 minuti alla fine delle prove.
Purtroppo, il tempo di percorrere tre curve e spuntano le bandiere rosse. Ci sono due moto a terra alla “Quercia”. Tutti ai box. I soccorsi vanno per le lunghe, anche perché sulle prime la cosa sembra seria (fortunatamente tutto si risolverà nel migliore dei modi). Purtroppo la Superbike non aspetta, ed è impossibile recuperare i minuti mancanti, quindi fine delle cronometrate e niente prove di partenza (mannaggia a me...le potevo fare ieri).



Domenica il giorno del giudizio

La tensione sale, anche perchè fino ad ora ho girato praticamente da solo, mentre adesso mi ritrovo con 17 assatanati che non vedono l'ora di passarmi, anzi sono 11 quelli che vogliono passarmi e 5 quelli che non mi faranno passare mai.

Semaforo verde

La partenza come da copione è un mezzo disastro, e vedo sfrecciare Street Triple da ogni parte. Rifletto, ragiono, elucubro. Decido per il “o la va o la spacca”, per cui in tre curve mi rifaccio e passo 7° al primo giro. Il gruppetto dei primi prende il largo in men che non si dica, Perotti – Rovelli – Marzotto hanno un ritmo decisamente irraggiungibile.
Dopo di che apro un contenzioso con Samuela De Nardi e Nicola Ruggiero, e diamo spettacolo per un paio di giri. Sorpassi controsorpassi, ci divertiamo (io come un matto). Tento anche un sorpasso doppio alla “Quercia”, se non fosse che la traiettoria un pelo ardita mi rallenta in uscita e la De Nardi mi ripassa.
Sui lunghi rettifili, ecco che si riaffaccia il problema del cambio elettronico. Ad ogni cambiata, perdo quasi un mezzo metro dalle moto che mi precedono. Inoltre la fatica inizia a farsi sentire pesantemente, in particolar modo sulle braccia, e la mano sinistra è sempre più lenta nel tirare la frizione. Provo a limitarne l'uso ma il cambio della Street non è un mostro di precisione e un paio di volte mi “rifiuta” la marcia, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla staccata del “Carro” dove la Street rimane in folle in inserimento. Perdo contatto con i miei due compagni di giochi, che riescono a terminare la gara davanti a me. Ottavo!
Peccato, ma solo in parte, soprattutto perchè il divertimento è stato tanto, e anche per l'1.50,639 del mio giro veloce e per la 4° velocità massima in assoluto (peccato che alcuni vadano forte anche in curva...).


Special thanks to:

- Al sig. Bertini del Motoclub Gessate per la cortese disponibilità  www.motoclubgessate.it .
- Alla Federazione Motociclistica Italiana (FMI).
- E, ovviamente, a Triumph Italia, che ci ha fatto godere in pista davanti al pubblico della Superbike!
 

 

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