Il quadro dipinto all'incontro tra FMI e costruttori sul futuro di Motocross e Enduro è tanto semplice quanto per certi versi disarmante. O si cambia o non si gira più. Ecco come faremo. E c'è chi lo fa già
La partecipazione alla riunione indetta dalla FMI in casa dell'Ancma a Milano è alta. Ci sono tutti i costruttori, i tecnici federali e i maggiori produttori di scarichi, oltre che i media. Così come alta è la tensione generata dalla consapevolezza che non si uscirà dalla sala senza aver cambiato qualcosa, perché le parole del Presidente FMI Paolo Sesti sono definitive: le targhe sulle moto da enduro devono essere quelle originali e il rumore dev'essere abbattuto. Altrimenti l'endurista potrà smettere di girare e il crossista potrà scordarsi le piste su cui allenarsi o fare gare.
Targhe
Nessuna deroga. Da quando è stato deciso che anche in gara si deve correre con la targa originale, ogni endurista o "motorallysta" dovrà adeguarsi per evitare multe o sequestri. O si lasceranno montati i portatarga originali con telaietto annesso, o si dovrà ricorrere all'aftermarket. Ma con quest'ultima soluzione ci si potrà comunque divertire senza problemi, senza peso in più o scomodi intralci alla guida. Riguardo al costo, avremmo apprezzato un gesto da parte delle Case nei confronti degli utenti per montare questi componenti con i colori originali dei modelli più venduti, ad un prezzo quantomeno concordato e vantaggioso, purtroppo ad oggi nessuno si è fatto avanti.
Molto positivo il fatto che nelle ultime gare di enduro e motorally corse, le targhe perse sono state pochissime.
Tecnicamente l'applicazione delle modifiche richieste è fattibile senza troppi intoppi sia tecnici che economici. Resta il problema dell'educazione di enduristi e crossisti
Anche in questo caso il quadro è chiaro. In giro per i boschi o sulle piste da Motocross, il rumore è ormai un problema insormontabile. E' anche un appiglio sul quale è facile fare leva per denunciare i gestori degli impianti e farli chiudere. Ecco perché di comune accordo, FMI, costruttori e accessoristi hanno approvato il piano di riduzione del rumore di seguito esposto.
Questi limiti si intendono misurati con il metodo “2mMAX” nel corso dei controlli fonometrici durante le operazioni preliminari: Anno 2012 - Enduro e Motorally: il limite massimo viene ridefinito a 112 dB/A, con effetto immediato;
- Quad: il limite massimo viene ridefinito a 115 dB/A; Anno 2013 - il limite massimo viene uniformato a 112 dB/A per le specialità enduro, motocross, motorally e quad; Anni 2014 e 2015 - il limite massimo viene ridotto a 110 dB/A per tutte le specialità sopra indicate; Anno 2016 - entro l’anno 2013 si procederà ad una verifica tecnica comune, tra FMI ed Aziende, per confermare l’indicazione emersa di un limite massimo di 108 dB/A per tutte le specialità sopra indicate.
Il punto più importante che viene evidenziato da questo percorso di riduzione del rumore è che dal 2013 i limiti, e di conseguenza la rumorosità emessa dagli scarichi sarà uguale per tutte le discipline più comuni del fuoristrada. Quindi non troveremo più moto da enduro con montati scarichi da cross per aumentare le prestazioni (operazione peraltro spesso sbagliata da ogni punto di vista).
Rumore in pista. Bosisio Parini, un modello da imitare Per convalidare la tesi che la strada intrapresa può e deve senz'altro essere quella giusta, abbiamo intevistato (a cura di Andrea Perfetti) Walter Gaiardoni, presidente del Moto Club Bosisio Parini e gestore dell’impianto.
La pista di Motocross è attiva da 37 anni. Da due anni richiede l’impiego di silenziatori a norma ai praticanti.
Il rumore ha creato grandi danni alla pratica dell’enduro e del motocross. Diversi impianti sono stati chiusi o rischiano la chiusura. Voi avete reagito, richiedendo l’uso di scarichi a norma. Ci spieghi come funziona.
«Da noi possono girare con lo scarico che vogliono, basta che rispetti i limiti della fonometrica. Altrimenti forniamo noi un DB-killer che si monta facilmente e senza fare danni alla moto. Preciso che le ultime moto da cross rispettano già i limiti, basta che siano a posto con la lana di vetro. Però tanti arrivano con lo scarico after market aperto, si lamentano che non hanno soldi per girare ma i 600/1000 euro per lo scarico li
trovano sempre».
Fate dei controlli fonometrici? «Abbiamo il fonometro. E poi abbiamo l’orecchio, ci accorgiamo subito delle moto con scarico aperto. O mettono lo scarico, il DB-killer o li mandiamo a casa».
Da quando c’è questa regola? «Da due anni. Il fonometro lo usiamo da parecchio. Ma prima, con la regola dei 4.000 giri, non serviva a nulla. Ora lo si usa a pieni giri e ci aiuta nel nostro lavoro».
C’è stato un calo di affluenza? «No, per niente. Vengono perché la pista è bella. La scelta è chiudere la pista o tenerla aperta con regole certe. Poi ci sono 3 o 4 che non vengono più, ma meglio che non vengano da noi».
Come si è arrivati a questa situazione? Chi vi ha fatto chiudere in passato? «Hanno fatto i rilevamenti, basta una segnalazione alla Prefettura e sono tenuti a controllare che non ci sia inquinamento acustico. Noi non facciamo più gare da due anni a Bosisio. Abbiamo speso 300.000 euro per mettere a norma l’impianto, tra adeguamento antincendio e altri importanti lavori alle rete fognaria».
Il vostro lavoro e la vostra serietà nel seguire le regole vi consentono ora di riaprire? «Abbiamo fatto un mare di lavoro, comprese due colline piantumate di terra che ci servono a limitare il
rumore e ora siamo pronti per la riapertura. La nostra pista ha una lunga storia che va preservata, anche se tutto ciò richiede grandi investimenti».
Il vostro è un segnale importante. Le altre piste vi stanno seguendo? «Tanti gestori, finché va bene e nessuno si lamenta, vanno avanti così. Non sono disposti a investire. Ma in caso di controllo, sono a rischio chiusura. Gli adeguamenti costano e la commissione di vigilanza controlla tutto, non solo il rumore».
Bisogna anche educare gli utenti a non “pasticciare” sulle moto, rendendole inutilmente rumorose. Il vostro è un segnale forte in questo senso. «Ma certo, lo scarico libero non aggiunge nulla. Abbiamo fatto delle prove, col DB-killer non si perde nulla, anzi spesso la moto diventa persino più guidabile. Al Trofeo Barzaghi (una delle più note manifestazioni crossistiche che si svolgono in Lombardia, nda) avremo comunque 230-250 moto, segno che gli appassionati ci seguono. D’altra parte deve passare questo messaggio: o si sta alle regole, o si chiude! Siamo persone civili, dobbiamo rispettare le regole».
Chi abita vicino ha apprezzato i vostri sforzi? «Certo, se stai alle regole le persone ti apprezzano e ti rispettano. L’importante è rispettare la norma e l’ARPA dice ora che noi siamo in regola con la fonometrica. Poi esiste sempre chi rema contro per partito preso, ma sono pochi e ora noi siamo nel pieno della legge».
Conclusioni
Tecnicamente l'applicazione delle modifiche richieste è fattibile senza troppi intoppi sia tecnici che economici, se si pensa che è l'unica strada percorribile per la sopravvivenza dello sport e dell'attività amatoriale di tutti gli appassionati. Resta il problema dell'educazione. Saranno gli stessi enduristi prima e crossisti poi, a doversi autoregolamentare, spingendo i più ostici ad adattarsi, pena la scomparsa della disciplina. E in questo percorso saranno per prime le case, attraverso i loro campioni, a dover dimostrare di utilizzare in Italia queste nuove soluzioni.
Confermando che se si riesce anche a vincere in questa nuova configurazione, sicuramente si riesce a girare il sabato e la domenica con divertimento e soddisfazione.
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