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Ciao a tutti. Naturalmente l’intervista all’ombrellina di Colin Edwards, che ho riportato la settimana scorsa, era inventata. E ringrazio tutti quegli amici del sito che hanno finto di prenderla per vera, di credere che davvero esista quella Meg. Bella mossa: alla fine quello imbrogliato sono stato io, che mi credevo furbo nell’usare un espediente letterario. Il mio obbiettivo era quello di divertirmi un po’ e di mettere in ridicolo la famosa polemica tra la SBK e la MotoGP: queste sono gare vere e quelle no, questi sono autentici sportivi e quelle invece sono star viziate. Tutte sciocchezze. Queste discussioni niente hanno a che vedere con la passione per la moto; questi non sono discorsi degni dei veri motociclisti per il semplice motivo che un appassionato genuino ama tutte le moto e ama tutte le corse a due ruote.
Non perdo una gara delle SBK. Tifo italiano, anche se ho un debole per il giovane Haslam che ha gli occhi del vecchio Ron. Una volta Ron mi ha fatto provare la sua Honda NSR a Donington e pioveva così forte che mi sono proprio divertito. Non c’è una corsa su asfalto che mi lasci freddo: persino l’Endurance risveglia in me il vecchio specialista che soffriva per vedere l’alba rischiarare finalmente la pista. E mi viene la pelle d’oca.
Tutte le moto sono belle, tutte le gare sono appassionanti, tutte le vittorie sono ugualmente difficili da costruire. Così la penso. Ho corso con le derivate di serie, le 1.000 dell’Endurance e le 500 da Gran Premio, godendo sempre nella stessa misura
Tutte le moto sono belle, tutte le gare sono appassionanti, tutte le vittorie sono ugualmente difficili da costruire. Così la penso. Ho corso con le derivate di serie, le 1.000 dell’Endurance e le 500 da Gran Premio, godendo sempre nella stessa misura. Il bello è guidare forte. Ma non ho mai messo in dubbio che il mondiale velocità, quello nato nel 1949 e oggi disputato su tre classi, sia il massimo. Vero: in questo momento storico le corse della SBK sono generalmente più spettacolari di quelle della MotoGP. Oggi è problematico disegnare la formula perfetta per i prototipi e la Dorna è in difficoltà: l’elettronica è inarrestabile, i costi sono altissimi, le moto sono inutilmente complesse e i tempi sono grami. E concordo: troppe regole astruse, troppa Spagna, e soprattutto troppi talenti sprecati ad inseguire una esasperazione che non produce spettacolo.
Però i prototipi sono stati e restano la formula di riferimento per le case ed i piloti: i migliori vogliono correre lì e lì’, se possono, tutti vogliono andare. Biaggi e Melandri hanno trovato in SBK un ambiente più allegro, moto meno complicate, gare più equilibrate; si divertono, buon per loro, più di Rossi e Capirossi. Ma sarebbero rimasti in MotoGP se avessero trovato una sistemazione adeguata.
Oggi va così. Domani chissà. Intanto smettiamola di sparare stupidaggini a vanvera. Io prometto: niente più Meg. E tifiamo i nostri preferiti, come è giusto, senza cercare per forza di demolire i preferiti degli altri.