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Ciao a tutti! E’ già passato un anno dalla tragica scomparsa di Doriano Romboni; un anno che è passato in fretta, ma che per i familiari di “Rambo”, e per tutti quelli che gli volevano bene, è stato lungo e penoso. Quel 30 novembre era sabato, al circuito Sagittario di Latina si celebrava il Sic Supermoto Day ed erano tanti i piloti che avevano voluto partecipare alle gare. L’obiettivo era il solito, raccogliere un po’ di denaro per la fondazione Simoncelli, e Doriano era arrivato dalla Liguria pieno di entusiasmo. Da quando aveva cominciato a lavorare per la Federazione, e seguiva i giovani velocisti con la riservatezza e la competenza che conoscevamo, era rientrato nel giro del motociclismo nazionale e non perdeva un’occasione per rivedere i vecchi amici. A una settimana dal suo quarantacinquesimo compleanno pareva tornato un ragazzino.
La dinamica dell’incidente è stata davvero terribile: Doriano ha perso il controllo della sua moto ed è finito nel posto sbagliato, travolto da un incolpevole collega. Una tragica fatalità ma anche una nemesi: perché in modo analogo anche Marco Simoncelli, a fine ottobre del 2011 a Sepang, aveva chiuso purtroppo la sua giovane vita. E a molti è apparso inaccettabile: ma come, andiamo a correre per il Sic, andiamo a Latina perché la sua morte così ingiusta possa almeno dare maggior senso alla vita di tanti altri, e ci tocca accettare un’altra vittima nella stessa assurda maniera? Si è cercata chiarezza, la Procura ha aperto un’inchiesta poi archiviata, al Sagittario si è continuato a correre e si torna ancora il primo fine settimana di dicembre per l’edizione 2014 del Sic Supermoto Day. C’erano dubbi sull’opportunità di farlo, poi l’organizzatore ha ricevuto l’incoraggiamento di molti a cominciare da Paolo Simoncelli.
Pilota, sì, ma soprattutto un ragazzo dolce e mai fortunato che ora ci manca tantissimo
Le parole servono a poco. Ai genitori di Doriano, Angelo e Franca, alla moglie Sara e alle due piccole Carolina e Margherita, che ancora vanno alla scuola materna, a Cristian che Doriano a cui teneva come un figlio, ad Arianna e Valentina, la prima figlia oggi diciassettenne, lui è stato strappato dalla sorte e non tornerà più. Io frequento ancora Roberto Camolei che era stato il manager inseparabile fin dagli anni Ottanta e poi Toni Merendino, che ha fatto correre Romboni nei momenti più belli della carriera. Anche per loro, spezzini riservati e un po’ ruvidi, la scomparsa di Doriano ha rappresentato un durissimo colpo; quando parliamo di lui ricordiamo le sue gare più entusiasmanti, le vittorie e i podi in 125 e in 250, ma è dura. Le immagini più nitide per me sono quelle di Doriano al mare. Il golfo della Spezia è uno dei più belli del mondo, e lui lo amava. Un giorno raggiungemmo con la barca la diga foranea dove si coltivano i muscoli, le cozze insomma, e Doriano lì era di casa perché quello della coltivazione marina era un lavoro di famiglia; si era tuffato in acqua, nuotava come un pesce, era riemerso con un bel bottino. Poi si andò in qualche spiaggetta sassosa e deserta con la pentola, due limoni e una bottiglia di vino bianco. Pilota, sì, ma soprattutto un ragazzo dolce e mai fortunato che ora ci manca tantissimo. A un anno dalla sua tragica scomparsa vogliamo ricordarlo insieme a voi lettori. E con lui ricordare anche Marco Simoncelli che se n’è andato tre anni fa.