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Ciao a tutti! Una domenica speciale, quella appena passata. Io sono felice se vince Valentino Rossi perché praticamente l’ho conosciuto fin dalla nascita e anche qualche mese prima, in quanto ero amico del babbo Graziano che stava con mamma Stefania; ma sono felice anche se vince Andrea Dovizioso oppure Danilo Petrucci. In genere sono parecchio felice tutte le volte che assisto a una bella gara perché amo il motociclismo, nessun altro sport mi sa entusiasmare così, e se è un pilota italiano che vince allora sono completamente felice. Tanto che, se ci mettiamo pure Franco Morbidelli che torna al successo in Moto2 (e guida la classifica) e Tony Cairoli che domina la MXGP a Ottobiano, questa giornata diventa qualcosa in più, diventa una domenica bestiale, come canta Fabio Concato che poi è un motociclista pure lui: “che meraviglia stare sotto il sole, sentirsi come un bimbo ad una gita, hai voglia di giocare….”
Valentino e Tony, lo sapete tutti, sono già due leggende nazionali. Il primo è alla caccia del suo decimo titolo, il secondo è ben piazzato per il nono, quando il campionato si è già corso per oltre la metà. Sono classifiche molto corte in entrambe le categorie: quattro piloti in undici punti per la MotoGP (che domenica prossima fa il giro di boa), quattro in cento punti per la MXGP, con Cairoli al comando con 67 punti di vantaggio su Paulin. Sono campionati duri e combattuti, l’esito è tutt’altro che scontato, ma i nostri eroi sono lì a giocarsela con i migliori anche se uno ha trentotto anni e l’altro trentadue a settembre. Tenaci ed entusiasti come due ragazzini. E io che mi sento un velocista e non ho mai praticato il motocross, ho per Cairoli la massima considerazione.
Tony è uno che viene dal sud, da Patti, dalla provincia siciliana dove la moto è una chimera; non dalla Romagna o dal pesarese dove ogni ragazzino che appena sappia pronunciare la parola “minimoto” si trova una pistina, una squadretta e uno sponsor pronti per lui. Per arrivare così in alto Tonino ha dovuto lavorare il doppio, il triplo; e trovo fantastico verificare come abbia saputo sviluppare uno stile di guida così pulito, una tale leggerezza anche sui terreni più pesanti, senza modelli che lo abbiano potuto ispirare fin da piccolo. Classe e personalità sono le stesse prerogative dei nostri due campioni. A un certo punto smetteranno di correre, è naturale, e il solo pensiero mi rende molto meno felice. Meglio guardare alla prossima domenica.