Nico Cereghini racconta la storia di Luca Cadalora

Avrebbe potuto conquistare tutti i titoli mondiali prima di Valentino. Con otto successi nella 500, 22 trionfi in duemmezzo e quattro nell’anno del titolo in 125, Luca è a 34 vittorie, tra i migliori piloti italiani di sempre | N. Cereghini
9 febbraio 2012

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Per me aveva una guida bellissima e molto tecnica. Un sapiente della moto


Cadalora è un amico e forse sono un po’ di parte; per me aveva una guida bellissima e molto tecnica. Un sapiente della moto. Perché è molto intelligente, dotato di grande sensibilità, e il suo approccio con le cose è scientifico. La sua prima moto da corsa se l’è fatta da solo nell’officina dei fratelli Villa a Modena, quando aveva sedici anni. E poi è tecnico in tutto. Lui per esempio andava a funghi come faccio anch’io; ma lui non parla di porcini o di gallinelle o di colombine, di ogni fungo conosce il nome scientifico in latino.

Luca tornò da privato sulle Yamaha con qualche podio, nel ‘98 avrebbe potuto firmare per la Suzuki ma il suo entusiasmo era al minimo, nel 2000 lo cercò anche la Ducati per passare in SBK; ma la moto era troppo diversa da quelle che aveva guidato, e lui non aveva voglia di ricominciare. Pigro? Forse sì: in un suo box ci sono certi borsoni da trasferta, di quelle trasferte di venti anni fa, ancora pieni, da svuotare! Ha collaborato con BMW per sviluppare l’elettronica sulla moto.

Adesso, compiuti i 48 anni, Luca Cadalora è padre di famiglia, ha due belle bambine, e a Modena continua a pasticciare con la meccanica e l’elettronica, le sue grandi passioni. Dice di non avere rimpianti e io gli credo. Alle corse non viene perché il ruolo di ex-pilota gli sta stretto: lui non vive nel passato, ha sempre guardato al futuro, con lucidità.

 

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