Novant'anni di vittorie BMW

Novant'anni di vittorie BMW
Tutto è iniziato con la prima boxer del 1923, e un poco prima. In questi novant'anni BMW ha costruito tante moto famose. E anche parecchie moto da corsa. Dai record di velocità all'affermazione al TT, dalla Paris-Dakar all'attuale superbike
9 maggio 2013


Ci sono voluti la S1000RR e l'ingresso ufficiale di BMW nel mondiale superbike per cancellare definitivamente l'immagine paciosa e un po' imbellettata che la marca di Monaco si era trovata cucita addosso dopo tanti anni di eleganti, raffinate ma relativamente performanti moto da granturismo. Basta però scavare un po' nella sua storia per scoprire come BMW abbia invece una lunga tradizione sportiva, con moto innovative e capaci di grandi successi in tutte le competizioni in cui si sono impegnate.


Gli inizi e la boxer R32


Quest'anno ricorrono i novant'anni di BMW. Nel senso che la capostipite R32, la prima boxer, risale al 1923. In realtà la Bayerische Motoren Werke inizia a occuparsi di moto nel 1920, fornendo i motori alla Victoria, produttrice di moto a Norimberga. Si tratta di bicilindri boxer 500 (siglati M2B15 e progettati da Martin Stolle), ma con disposizione longitudinale nel telaio, schema che riprende l'esempio delle Douglas inglesi. Con questo motore, BMW realizza nel 1922 la sua moto, la Helios. Ma contemporaneamente Max Friz disegna la nuova moto BMW, quella con il boxer trasversale: la R32 che arriverà appunto nel 1923.
Appena nata la boxer di Monaco si fa notare anche in ambito sportivo portando a termine, al primo posto, la Mittenwalder Steig. Gara in salita che fa quindi registrare la prima vittoria di una moto BMW della storia. Già dal 1924, l'anno successivo al suo arrivo, la R32 vince diverse gare e il titolo nazionale, dando il via a una serie di grandi successi. Nel 1926 arriva la prima vittoria internazionale alla britannica Sei Giorni di Buxton, all'epoca ritenuta la competizione fuoristradistica più impegnativa del mondo; e l'anno successivo la squadra BMW fa doppietta alla Targa Florio.

 

Georg Meier, vincitore del TT nel 1939, primo non britannico a imporsi all'Isola di Man
Georg Meier, vincitore del TT nel 1939, primo non britannico a imporsi all'Isola di Man
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Nel 1929 inizia la storia dei record di velocità ad opera di Ernst Henne, che alla guida di una 750 boxer conquistò il primo di 76 primati collezionati nell'arco della sua carriera: 216,75km/h, diventati ben 279,5 nel 1937 su una 500 con compressore volumetrico e carenatura integrale. Il record resistette 14 anni. Sul palcoscenico internazionale è la prima vittoria al TT di un pilota non britannico, Georg Meier, a portare alla ribalta la BMW, che nel 1939 conquista il Senior 500. Nel 1949 nasce il campionato del mondo velocità, da cui i piloti tedeschi sono però esclusi. BMW deve attendere la caduta del bando nel 1951(e rinunciare ai suoi propulsori ad alimentazione forzata vietati dal regolamento) per competere nel motomondiale. La RS54 boxer bialbero, con i suoi 45 cavalli per solo 130 kg di peso, diventa immediatamente popolare fra i piloti privati e frutta, in veste ufficiale, il secondo posto nel mondiale 1956 a Walter Zeller. Nei vent'anni che vanno dal 1954 al 1974, BMW conquista con i suoi boxer ben 19 titoli piloti e 20 costruttori, oltre a 21 record mondiali di durata.

 

Reg Pridmore, vincitore del primo campionato AMA superbike, con la la BMW R90S, nel 1976
Reg Pridmore, vincitore del primo campionato AMA superbike, con la la BMW R90S, nel 1976

La prima Superbike si chiama R90S


Non tutti lo sanno, ma il campionato AMA Superbike, considerato la culla delle moderne competizioni riservate alle derivate di serie, ha incoronato una BMW proprio al suo esordio. Oltre ai successi al TT della R90S, ad opera di Butenuth ma soprattutto di quell'Helmut Dahne che ha detenuto per decenni il record motociclistico del Nordschleife, la maxi tedesca ha infatti spopolato oltreoceano. Steve McLaughlin vinse la 200 miglia di Daytona, mentre Reg Pridmore - il padre di quel Jason impegnato per anni nella Superbike AMA e in diverse serie iridate - può vantare nel suo curriculum i primi tre titoli AMA Superbike della storia, il primo dei quali conquistato proprio con la R90S. Il pilota britannico, emigrato negli USA per correre, portò in gara le boxer BMW già dal 1972, ma solo con il riconoscimento ufficiale della categoria Superbike poté ambire al titolo nazionale. In squadra con McLaughlin dovette cedere al compagno la prima vittoria, a Daytona, ma si rifece già nella seconda prova, a Laguna Seca, e arrivò a conquistare il titolo a fine 1976 con una vittoria nell'ultima gara, a Riverside.

 

Hubert Auriol, primo alla Paris Dakar del 1981 e del 1983
Hubert Auriol, primo alla Paris Dakar del 1981 e del 1983

La leggenda della Dakar


Il passaggio alle ruote artigliate era già avvenuto nei primissimi anni Settanta con la R75/5 con cui Nachtmann, Tweesmann e Sheck (con il modello successivo) si aggiudicarono diversi titoli nazionali enduro, ma furono gli anni Ottanta a consacrare il marchio dell'elica fra le leggende del fuoristrada. Nel 1981 il francese Hubert Auriol si schierò al via della neonata Paris-Dakar in sella a una R80G/S, vincendo la competizione africana all'esordio. Impresa ripetuta poi nel 1983, prima di cedere il testimone a "Gastonnette" Rahier, che sul prototipo da 1000 cc portò a Monaco altre due vittorie nel rally più famoso del mondo, nel 1984 e 1985. Dopo gli anni del dominio giapponese, BMW tornò in forze alla Dakar con la monocilindrica F650 con cui Richard Sainct vinse le edizioni del 1999 e 2000. La gara del 2000, in particolare, fu un vero e proprio en plein, con quattro BMW ai primi quattro posti. Più di recente, nel 2009, in sella alla monocilindrica G450X, Salminen è stato vice campione nel mondiale enduro. L'epopea delle monocilindriche ebbe anche un seguito stradale: il propulsore BMW sviluppato in collaborazione con l'austriaca Rotax trovò posto in una ciclistica Harris per le gare Supermono. La moto portata in gara dal team britannico Chrysalis si distinse vincendo tre volte di seguito il TT di categoria con Dave Morris.


Il ritorno del Boxer


Forte della new wave che iniziava a pervadere la produzione tedesca, sul finire del secolo scorso il reparto corse BMW riprese quota. L'operazione partì un po' in sordina, appoggiando indirettamente, almeno sulla carta, l'intraprendente Das Boxer Team, guidato da quel "Berti" Hauser che quasi dieci anni dopo si sarebbe trovato a condurre l'operazione BMW in superbike. A Monaco non ammetteranno mai il loro ruolo nell'attività sportiva della piccola squadra di Ingolstadt (il proprietario, ironia della sorte, lavorava al reparto corse Audi) ma il semplice fatto che loro, e solo loro, avessero accesso alle funzionalità di mappatura della gestione elettronica delle centraline Bosch-Motronic montate sulle boxer utilizzate la dice lunga.
La compagine esordì nel campionato tedesco endurance con una R1100GS (avete letto bene…) che seppe cogliere inaspettati successi nella serie nazionale. Nel 1997 il team allestì prima una R1100RS e poi una R1100S che figurò bene nella Pro-Thunder a Daytona (arrivò quarta) prima di mettersi in mostra nel mondiale endurance.


E' facile vedere in questa esperienza la scintilla che ha portato la casa di Monaco a correre nella serie iridata con la spettacolare HP2 Sport ufficiale nel 2007. L'avventura ebbe un certo successo: dopo il debutto a Le Mans, la squadra composta da Markus Barth, Thomas Hinterreiter e Rico Penzkofer chiuse sedicesima assoluta e vincitrice della categoria Open, forte di quattro vittorie di classe. Sempre restando in tema HP, vale la pena segnalare le grandi prestazioni all'Erzberg Enduro della HP2 originale, che nella durissima classica del fuoristrada seppe farsi valere contro moto sulla carta ben più competitive.

 

Luca Cadalora alla BMW Boxer Cup del 2000 con la R1100S
Luca Cadalora alla BMW Boxer Cup del 2000 con la R1100S

I trofei monomarca


Nel frattempo il bicilindrico contrapposto BMW aveva saputo ritagliarsi un ruolo di prestigio nel panorama internazionale grazie all'istituzione della Boxer Cup. Il campionato, disputato dal 2001 al 2004 come gara di contorno nelle prove europee del motomondiale, ebbe un seguito fedele e di alto livello. Grazie alla partecipazione di grandi nomi (Randy Mamola, Kevin Schwantz, Luca Cadalora, Stephane Mertens i primi che ci vengono in mente) furono tanti i gentlemen riders che decisero di mettersi alla prova in sella alla R1100S da gara. Fra i nostri esponenti vale la pena di ricordare Alessandro Gramigni, ma soprattutto il plurivincitore Roberto Panichi e l'ex voce del Motomondiale Giulio Rangheri.


Nel 2005 la serie venne sostituita con la Power Cup, basata sulla K1200R. L'esperimento durò però una sola stagione: BMW cancellò il trofeo già dall'anno successivo, ufficialmente a causa di costi troppo elevati per la gestione della strapotente naked a quattro cilindri, rivelatasi anche troppo impegnativa nell'uso agonistico per un campionato di alto livello ma comunque a spiccata matrice amatoriale.


La superbike attuale


Dopo diverse voci, e il prototipo a tre cilindri portato in pista da Luca Cadalora prima e da Garry McCoy poi che volevano l'ingresso di BMW nella neonata MotoGP, BMW sbalordì tutti con l'introduzione della S1000RR. La quattro cilindri in linea 1000 annunciava l'impegno nei campionati nazionali e mondiale riservati alle derivate di serie. Al via nel campionato 2009 con Troy Corser e Ruben Xaus, nel 2010 è arrivato il primo podio superbike grazie a Corser. Ma soprattutto quella del 2010 è stata la strepitosa stagione in Superstock di Ayrton Badovini, dominatore del campionato con nove vittorie su dieci prove.
Marco Melandri nel mondiale SBK 2013 con la S1000RR ufficiale
Marco Melandri nel mondiale SBK 2013 con la S1000RR ufficiale


Nel 2011 Leon Haslam ha portato l'ipersportiva di Monaco (nel frattempo campionessa marche nel campionato tedesco superbike IDM) al quinto posto finale. Si è però dovuto attendere il 2012 per la prima vittoria iridata, ad opera del nostro Marco Melandri. Il ravennate non si è accontentato, collezionando sei primi posti nel Mondiale e tenendo aperta la lotta per il titolo fino al finale di stagione che lo ha visto chiudere al terzo posto. Risultato comunque positivo echeggiato dalla doppietta fatta registrare nel campionato domestico, in cui la S1000RR ha conquistato tanto il titolo piloti quanto quello costruttori. Il mondiale SBK 2013 vede schierati Marco Melandri e Chaz Davies con le S1000RR ufficiali, il pilota inglese ha vinto entrambe le gare disputate ad Aragon e, prima dell'appuntamento di Monza, è secondo in classifica generale.