Pasolini, Saarinen e l’ultima curva

Pasolini, Saarinen e l’ultima curva
Il 20 maggio è imminente, quest’anno cade giovedì prossimo, e il ricordo di tantissimi appassionati va a Renzo Paolini e Jarno Saarinen, che a Monza nella primavera 1973 persero la vita. Un ricordo particolare viene da un libro che è una vera sceneggiatura
17 maggio 2021

GP delle Nazioni 1973, scatta la gara della classe 250. La 350 è finita da poco con il successo di Ago e della MV mentre Renzo Pasolini, che in sella alla Harley-Davidson (ex-Aermacchi) stava impegnando severamente Giacomo, a tre giri dalla fine ha rotto il suo motore, il nuovo bicilindrico a due tempi raffreddato a liquido, sul quale riponeva molte speranze. Neanche il tempo di digerire lo smacco ed ecco il riminese allinearsi in prima fila per la quarto di litro. Opposto al campione del mondo, il finlandese Jarno Saarinen con la Yamaha.

Pronti via, Roberto Gallina scatta meglio di tutti, Renzo e Jarno inseguono. E al curvone, velocissima curva a destra da fare a gas spalancato, si innesca la tragedia: Pasolini improvvisamente si intraversa, allarga, colpisce il guardrail a bordo pista, la moto rimbalza sul gruppo ed è la rovina. Gallina e pochi altri passano indenni, Jarno investito muore sul colpo, Renzo pochi minuti dopo nonostante il lungo massaggio cardiaco fatto dal dottor Caudio Costa. Walter Villa se la cava per miracolo.

La barriera metallica era troppo vicina alla pista: purtroppo quaranta giorni dopo, nello stesso punto e con una dinamica molto simile, moriranno ancora tre piloti, tre juniores della classe 500: Chionio, Colombini e Galtrucco. Ma perché si intraversò la HD di Pasolini? La perizia dell’ingegner Colombo stabilì: grippaggio. Ma qualche dubbio rimase sulle concause, perché secondo alcune testimonianze c’erano delle tracce d’olio, nel curvone, lasciate dalla rottura del motore Benelli 350 nella gara precedente.
 

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Un libro che è una sceneggiatura teatrale

Ma oggi la dinamica non conta più, mentre la tragedia resta viva più che mai nel cuore degli appassionati e nelle famiglie dei due piloti scomparsi. Tra due anni celebreremo il cinquantesimo anniversario e dovremo farlo con la solennità indispensabile: 20 maggio 2023, sarà passato mezzo secolo da una delle pagine più tristi del motociclismo. Renzo e Jarno non si possono dimenticare.

E mi arriva un libro, una particolare raccolta di testimonianze. Il titolo è: “L’ultima curva (due vite e un destino)”. L’autore nel ’73 era un bambino, aveva soltanto sei anni, ma come tanti altri è rimasto così colpito da quel terribile pomeriggio che per anni ha cercato e conservato fotografie e ritagli di giornale, ha raccolto testimonianze, ha cercato le persone più vicine ai due piloti, infine ha messo tutto in ordine. Si chiama Fernando Vignali, è un toscano di Massa (Massa Carrara) ed è stato anche sceneggiatore teatrale per una compagnia amatoriale.

Così, il suo libro è una vera sceneggiatura, il copione di un docufilm: che ripercorre i fatti di quella domenica in un modo così completo da poter diventare una vera rappresentazione teatrale, in ventidue scene. Molto originale davvero. E’ stato appena pubblicato da Youcanprint, ed è possibile trovarlo online al prezzo di 16,90 euro sui siti di Amazon, Feltrinelli, IBS, Mondadori; digitando il titolo completo del testo comprese le parentesi.

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