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La notizia mi è arrivata domenica sera via Facebook: Pier Luigi Nava è mancato improvvisamente. A scriverlo è stata la figlia Beatrice. I più giovani non sanno chi sia Nava e nemmeno cosa abbia significato nel mondo del casco per motociclisti, ma Pier Luigi Nava ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del casco non solo per aver rilevato dal padre l’omonima azienda, ma anche per le sue innumerevoli invenzioni e per i brevetti del quale è stato autore.
Era nato a Cornate d’Adda (MB) il 28 Febbraio 1941 e si era diplomato all’Istituto Tecnico Industriale di Bergamo. Aveva rilevato da Giuseppe Nava la ditta che aveva sede a Verderio e che progettava e produceva caschi protettivi per motociclisti. Tra i prodotti più famosi il Nava2 ed il Nava3 indossati non solo da migliaia di motociclisti, ma anche da piloti famosi tra i quali Graziano Rossi e Marco Lucchinelli che utilizzando un Nava3 si aggiudicò il mondiale 500 nel 1981.
Negli anni 70 la Nava raggiunse l’apice della propria storia, producendo migliaia di caschi e diventando famosa in tutta Europa. Il declino avvenne negli anni successivi, e si accentuò nel 1986 quando il casco divenne obbligatorio. Ad una maggiore richiesta del mercato non fece seguito un adeguato aumento della produzione, e questo favorì la concorrenza che in pochi anni tolse a Nava la leadership del mercato. Ad aggravare la situazione ci fu un tentativo di diversificare la produzione introducendo un nuovo tipo di attacchi per gli sci “Nava Sky System” che nonostante fossero avanzatissimi non vennero accolti dal mercato come si sperava. Questo danneggiò l’azienda non solo dal punto di vista produttivo ma soprattutto da quello economico. Questo, assieme ad altri problemi, portò alla chiusura dell’azienda nei primi anni 90.
In seguito lo stesso Nava cercò di tornare sul mercato con un nuovo marchio (WOW World of Wonder) che ebbe però vita breve.
Gli attacchi per gli sci non furono l’unica invenzione del vulcanico Pier Luigi che tecnicamente era sempre un passo avanti a tutti. Oltre ad essere un bravissimo designer, aveva delle idee all’avanguardia, tanto innovative che spesso erano in anticipo rispetto alle esigenze del mercato.
Tanto per citarne una, quando nonostante le precarie condizioni economiche creò il marchio WOW, si presentò alla fiera Eicma di Milano con un piccolo stand nel quale in una vetrina venne esposto un casco che venne accolto quasi con ilarità. Ai più sembrò un qualcosa di impossibile da realizzare in quanto la mentoniera era mobile e si poteva alzare ed abbassare. In realtà quello si rivelò essere il prototipo del primo casco apribile al mondo.
L’ingegno di Nava non si limitò a questo, ma si manifestò con una serie di brevetti con i quali tutti i produttori di caschi, moto ma anche ciclo, dovettero in seguito fare i conti. Per anni quando qualche tecnico pensava di aver inventato un nuovo dispositivo o un nuovo sistema produttivo, nello svolgere le ricerche per poterlo omologare scopriva che in realtà un brevetto simile esisteva già ed era a firma di Gigi Nava.
Per me, che ho lavorato in alcune aziende produttrici di caschi, Nava è sempre stato un mito, l’unico nel mondo del casco capace di abbinare una grande abilità di design ad una inarrivabile tecnica creativa.
Quando anni fa lo avevo “incrociato” su Facebook gli ho subito chiesto se mi onorasse di una sua intervista. In un primo momento si negò, ma in seguito accettò le mie richieste. Purtroppo non riuscimmo a trovare un punto di incontro, un momento che andasse bene ad entrambi e rimandammo a “data da destinarsi”. I suoi interventi sui social si diradarono e, vista la grande stima che avevo nei suoi confronti, non mi sembrava giusto disturbarlo ed apparire insistente, per cui rinunciai.
La notizia della sua scomparsa mi ha colto di sorpresa. Con lui se ne va l’ultimo dei grandi personaggi che hanno fatto la storia dell’industria dei caschi protettivi in Italia e che ha contribuito a fare del casco un prodotto essenzialmente italiano. Un primato che abbiamo in seguito condiviso con i giapponesi ma che ora ci è stato strappato dai produttori asiatici.
Pier Luigi Nava mi ha regalato un’ultima commovente sorpresa. Scorrendo la sua pagina Facebook ho scoperto che tra i suoi libri preferiti ha incluso anche il mio (Il casco protettivo per i motociclisti). Un grande onore dal genio del casco.