Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
«Sarà una grandissima emozione per me, non vedo l’ora,» ha esclamato il velocissimo talento del team Ten Kate Honda, all’annuncio della sua partecipazione, ufficializzata il 26 aprile scorso, alla mitica 8 Ore di Suzuka, non si sa ancora in coppia con chi. «Sono assolutamente eccitato per il fatto di tornare a Suzuka.
Ci avevo già corso (e vinto, in coppia con Ryuichi Kyionari, ndr) la “300 km” nel 2007, quindi speravo che avrei partecipato anche alla 8 Ore di quello stesso anno, ma purtroppo non fu così. La lista dei vincitori riporta nomi che appartengono al gotha del motociclismo da corsa, e sarei chiaramente orgogliosissimo di aggiungerci anche il mio. Però vi hanno partecipato anche tanti grandi campioni che non sono riusciti a vincerla. Davvero, non vedo l’ora di essere li!».
Per le case giapponesi, Suzuka Hachi-tai (così si chiama in patria) è la gara più prestigiosa in assoluto, addirittura più importante di qualunque titolo iridato, e per la Honda in particolare, visto che si corre sul suo circuito. E la “300 km”, che solitamente la precede di un paio di mesi circa, ne funge in pratica da prova generale.
Le quattro Case giapponesi - che fino a qualche anno fa preparavano appositamente costosissimi esemplari della categoria F1 derivati di serie, in seguito sostituiti dalle Superbike - hanno sempre cercato di portare a Suzuka i loro piloti più forti e carismatici del motomondiale e della Superbike, anche se non a tutti in realtà garbava più di tanto far parte di questo importantissimo evento. Compreso lo stesso Valentino Rossi, che comunque vi partecipò due volte, ritirandosi per caduta la prima e vincendo perentoriamente la seconda, nel 2001, in coppia con l’iridato SBK in carica, Colin Edwards, la coppia Barros/Okada, tutti in sella alle bicilindriche VTR1000SP.
Inaugurata nel 1978 con la vittoria degli americani Wes Cooley e Mike Baldwin, sulla Suzuki GS1000, la mitica midi-maratona giapponese ha visto la Honda vincere già l’anno successivo con la CB900 - presumibilmente una versione maggiorata della CB750F Super Sport presentata proprio nel ’79, e che sarebbe diventata CB900F Bol D’or di serie un paio d’anni dopo – grazie alla coppia australiana formata da Tony Hatton e Mike Cole.
Quella fu la prima di ben 22 vittorie della Casa dell’Ala Dorata, contro le 4 della Yamaha, l’unica della Kawasaki (con Slight e Russel nel ’93, quando l’americano vinse anche il titolo SBK con la ZXR750RR) e le 5 della Suzuki, che dopo l’esordio e la replica nell’80 (Cooley e Crosby) e nell’83 (con i fortissimi Moineau e Hubin, a lungo dominatori nel Mondiale Endurance) rimase a digiuno per un bel pezzo, tornando alla vittoria, con piloti giapponesi, nel 2007 con Akiyoshi e Kagayama e l’anno scorso con Sakai e Tokudome, ovviamente in sella alle GSX-R1000. Vittoria, quest’ultima, che Honda ovviamente non ha affatto gradito, e che alla quale cercherà di ribattere grazie appunto all’aiuto di Johnny Rea.