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Johnson e William Dunlop) altre volte sono più gravi e, non abbastanza raramente, a volte sono fatali. Questo è il caso del giovane Mark Buckley che ha lasciato per sempre la famiglia delle road rancing.
Il 35enne scozzese nativo di Loch Lomond ha perso la vita in un incidente poco dopo York corner nella salita verso Mill Road Roundadout. Il pilota ha perso il controllo in accelerazione (seconda marcia) schiantandosi contro il muro di una casa a bordo strada.
Per Mark Buckley non c’è stato nulla da fare. Nel tardo pomeriggio, alla conclusione del programma di attività alla NW200, il direttore tecnico della corsa Mervin Whyte ha dato il triste annuncio: «Mark Buckley ha perso la vita in ospedale a seguito dell’incidente che lo ha visto sfortunato protagonista nella gara riservata alla classe Superstock, dove non sono stati coinvolti altri piloti. Le nostre preghiere sono rivolte alla sua famiglia, in particolare alla moglie Jayne».
Era dal 2003 che Buckley correva questa gara e da anni era uno degli specialisti del Road Racing. Il secondo anno consecutivo nel team Splitlath Motorsport, su due Aprilia RSV4 Factory.
“Those who risk nothing do nothing, became nothing, achieve nothing”.
(Chi non rischia nulla non fa nulla, non diventa nessuno e non ottiene niente).
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anche The Triangle (il triangolo) ed è considerato uno dei più veloci al mondo con tratti nei quali si raggiungono velocità massime superiori ai 300 km/h (Martin Jessopp, nel 2012 ha fatto segnare il record di velocità facendo registrare 208 mph pari a 335 km/h su una Ducati 1098R).
Originariamente la gara si svolgeva sulla distanza delle 200 miglia (322 km). In seguito la formula della competizione si è evoluta nella forma attuale che vede 7 gare separate la cui durata varia tra i 4 e gli 6 giri. ( 2 gare di Superstok , 1 gara di Supertwins, 2 gare di Supersport , 2 gare di Superbike).
Questo è quello che un insegnante ti spiega , ma quello che sui libri non c’è scritto lo fanno i piloti, i meccanici , il pubblico, la gente del posto. Il nascere in questa terra ti porta ad amarle, ti porta ad rispettarle, ti porta a condividere le gioie e dolore. La gente che segue le road racing lo fa da anni, trasmette la propria passione alle nuove generazioni, quasi ad insegnare loro lo spirito e la scelta di correre queste gare.
Più di una volta ho visto bambini scorrazzare liberamente nel paddock in cerca di un autografo o solo per sentire da vicino il rombo del motore
Più di una volta ho visto 4 generazioni, assistere nei prati alle gare, con accampamenti ben organizzati: barbecue, tende per ripararsi dal freddo, dal vento e dalla pioggia. Più di una volta ho visto bambini scorrazzare liberamente nel paddock in cerca di un autografo o solo per sentire da vicino il rombo del motore. Più di una volta ho visto offrire del caffè o the a sconosciuti, più di una volta ho visto meccanici e piloti di diversi team confrontarsi e scambiare idee e informazioni tra di loro. Aiutare il prossimo, qui dove l’ambiente è sano e sincero, è un piacere.