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Niente da fare! Per quanto il Rally di Bike Village si riveli avvincente, proponendo ogni giorno un argomento “forte”, il suo canovaccio sembra ormai “piantato” sui binari della supremazia di Marc Coma. Tocca ripetersi, ed ammettere che la strategia che lo spagnolo “svela” ad ogni tappa è semplice e ad un tempo “agghiacciante”. Lo schema: partire per primo, attaccare, non commettere errori, concludere con una vittoria ed aumentare il proprio “bottino” di minuti di vantaggio. È la tattica primordiale della gara-capolavoro, o del pilota-fenomento.
Alle sue spalle la gara di Cyril Despres è impeccabile. Il francese ha probabilmente sbagliato moto, scegliendo la 530 che forse è troppo potente per le piste scivolose della Sardegna. Una scelta che risulta ancor più incongruente se confrontata con quella di Stephane Peterhansel, che senza mezzi termini giudica la sua 250 la moto ideale per questo Rally. Despres è quindi in difficoltà, e paga costantemente una differenza che cresce giorno dopo giorno. Intendiamoci: stiamo parlando del confronto tra i due “Titani”, la gara di Despres è bellissima. Solo che quella di Coma è magnifica.
Il terzo posto del podio, venti minuti più in basso, è l’argomento scottante, ed il discorso si fa ben più complicato. Helder Rodrigues è terzo, Paolo Ceci quarto e… Stephane Peterhansel quinto. Rodrigues occupa la posizione “logica”, quella che gli compete dal momento in cui si è guadagnato i galloni di unica, vera alternativa al monopolio dei fenomeni KTM. Il portoghese lo ha dimostrato vincendo il Tunisia un mese fa. Ceci, perché no? Sembrava, in un primo momento, che il romagnolo dovesse restarsene a casa a leccarsi le ferite rimediate nell’Italiano Motorally. Invece “c’è”, in tutti i sensi. Pur stringendo i denti è veloce e non commette errori. Andrea Mancini è più veloce, ma bruciando la frizione nella terza tappa è fuori gioco. Ceci non “esagera”, ma non si fa aspettare. Stephane Peterhansel. Pelle d’oca. 15° alla fine della prima Speciale del Rally, è caduto ed ha rotto il tripmaster, concludendo al dodicesimo posto la prima tappa. Poi, decimo il secondo giorno, sesto ieri e quinto oggi, con uno svantaggio che da dieci minuti si è ridotto a meno di tre. Sempre tanti, se si pensa che resta un giorno per recuperarli, ma non così tanti se si ha il privilegio di vedere come va in moto il 46enne recordman storico della Dakar.
Proprio così, in meno di tre minuti ci sono tre piloti con la stessa, inequivocabile ambizione: salire sul podio.
280 chilometri, una sola, lunga prova speciale di oltre 150 “bornes”, San Teodoro. La giuria si è ritirata per il verdetto del 4° Sardegna Rally Race.