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Dico: togli che il povero Glauco Ciarpaglini si è rotto lo scafoide durante la prima speciale, e togli anche che la stessa frazione inaugurale è partita con un’ora di ritardo perché l’austro-ungarico ha perso le chiavi della macchina nella quale custodiva tutti i transponder, togli cioè i due dispiaceri che hanno ingannato la prima tappa del Sardegna Rally Race, e puoi dire che, finalmente, è cominciata la festa, il lungo “party” Mondiale di Bike Village, che si concluderà il 1° Giugno a San Teodoro.
Prima tappa, per cominciare, non necessariamente durissima. Ma nemmeno una vacanza. 300 chilometri, due prove speciali. La prima sulle pendici del Monte Limbara, oltre 70 chilometri, ed una seconda a Nord Ovest, lunga meno della metà. Un arco di Paradiso teso tra Porto Cervo a Porto Conte. Nessun dubbio: la Sardegna è protagonista.
Grande, grandissima attesa alla vigilia, e finalmente la gara alza il livello della tensione, esprimendo d’un colpo i valori massimi della disciplina nata in Africa e cresciuta, viene in mente di dirlo, in Italia. Marc Coma vince entrambe le prove speciali, balza in testa alla prima classifica generale, e come succede da un paio d’anni a questa parte, offre alla competizione una fisionomia che è il riflesso del grande Campione in fuga. Si alza il ritmo, aumentano le velocità e la possibilità di fare errori, e si creano i primi distacchi. Non significativi, ma dal significato chiaro. Cyril Despres, che corre con una 530cc, è scivolato nella prima PS, ed ha perso qualche secondo anche a causa della navigazione “appuntita” della tappa. Paga all’avversario spagnolo 2 minuti e mezzo di ritardo. Niente di clamoroso, ma sufficiente a stabilire che ancora una volta sono loro due, l’Hispanico ed il Gallico, a contendersi la fetta più grossa della torta.
Come previsto, gli italiani, in Sardegna, fanno la voce grossa. Ed è ancora Andrea Mancini che prova a forzare il fronte straniero. Matteo Graziani ha spesso bisogno di una tappa di “riscaldamento, e va giudicato a partire dalla seconda. Fa impressione il fatto che Luca Manca, tornato alle competizioni internazionali proprio con il Sardegna Rally Race, si riveli così competitivo. Il secondo posto nella Speciale conclusiva della tappa, però, è eloquente.
Avvio “prudente” anche per Helder Rodrigues, Ruben Faria e Jordi Viladoms. Rodrigues, che è in testa al Campionato del Mondo dopo Abu Dhabi e Tunisia, ritiene che partire troppo forte, in una gara così complessa, può solo nuocere, e rimanda l’attacco. Più veloce di lui è il “portatore d’acqua di Cyril Despres, e più dei colleghi iberici sta andando Viladoms, ex “assistente” di Marc Coma.
Rimandato anche il verdetto “agonistico” per Stephane Peterhansel, Cyril Neveu e Franco Picco. “Peter” è caduto nel corso della prima Speciale, ed ha continuato sino alla fine con il tripmaster fuori uso. Nella seconda, molto tecnica e “nervosa”, ha concluso all’ottavo posto. Peterhansel chiude la sua prima tappa del “rientro” al dodicesimo posto. È molto più che una “rimpatriata”!
La seconda tappa del Sardegna Rally Race è… solo l’inizio. Dopo la Prova Speciale di Foresta Burgos, un pezzo di antologia del Rally in Sardegna, infatti, ecco la Tappa Marathon. I piloti non potranno essere assistiti al termine della giornata, le moto vanno in Parco Chiuso ed anche per i meccanici è festa. Tutti si fermeranno al “bivacco” di Sa Itria, stupendo santuario a pochi chilometri da Gavoi e da Fonni. È la serata sotto le stelle del Sardegna Rally Race: il banchetto, il fuoco al centro del piazzale, la notte in tenda. Era la regola, ai tempi in cui nacquero le magnifiche corse del deserto.