SIC Supermoto Day 2014, pensieri & parole

SIC Supermoto Day 2014, pensieri & parole
Note a margine dell’evento di Latina: la gara già sapete com’è andata a finire, l'hanno vinta Biaggi e Hermeunen, ma nel week end pontino ci sono stati episodi da raccontare. Ecco le pillole, tra serio e faceto, del SIC Supermoto Day 2014
11 dicembre 2014

Note a margine dell’evento di Latina: la gara l'hanmo vinta Max Biaggi e Mauno Hermeunen, ma nel week end pontino ci sono stati episodi da raccontare. Ecco le pillole, tra serio e faceto, del SIC Supermoto Day 2014

 

58, numero magico

Gli esperti di cabala e lotto se lo giocheranno sicuramente sulla ruota di Roma: intorno al 58 è ruotato l’intero evento di Latina, e non solo perché in omaggio al numero portato in gara dal Sic la gara di domenica era articolata proprio su quei giri di pista. Max Biaggi, infatti, ha girato sul piede del 58 basso ed insieme a Mauno Hermeunen hanno chiuso la gara in poco più di 58 minuti, distanziando la coppia Chareyre-Dovizioso all’arrivo di un giro, quindi… esatto, circa 58 secondi! Vedete un po’ voi se non ci sono tutti gli elementi per una puntatina alla fortuna…

 

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Un saluto a chi non c’è più

Molto bella la foto di Sic che, giusto prima del cancello d’ingresso alla pit lane, pareva quasi salutare i piloti prima della gara; e bello che ognuno di essi apponesse il suo autografo sull’immagine, suggello ad una partecipazione che vale più di tante parole. Avremmo visto volentieri lì accanto anche un poster di Doriano Romboni, che ha legato per sempre (e suo malgrado) il suo nome al Sic Day.

 

Max Biaggi
Max Biaggi

Max, il vero corsaro

Fossimo in lui, chiederemmo i danni ed i diritti d’autore: proprio nel week end in cui ancora una volta la sua classe cristallina è tornata a risplendere in tutta la purezza che non conosce l’affronto degli anni, Biaggi ha visto il suo soprannome da battaglia, Corsaro, messo pericolosamente in ombra dal Pirata, quel Massimo Carminati di cui le cronache romane (e non solo) sono in questi giorni piene e lo saranno anche in futuro. Noi ovviamente ci teniamo stretto il Max pilota, di cui rimpiangiamo le evoluzioni in pista dopo esserci emozionati (e con noi tutto il pubblico presente sulle tribune del Sagittario) a vederlo danzare tra le curve tenendosi stretto la sua TM come fosse una debuttante al ballo, esibendo un passo impossibile da tenere per gli altri. Va bene che a Latina è di casa, che potrebbe girarci ad occhi chiusi, ma quello che ha regalato nella finale di domenica valeva da solo il costo del biglietto. Ed infatti la coda lunghissima del dopo gara per strappargli un autografo dimostra proprio che Max è ancora nei cuori (e negli occhi) di chi ama questo sport. E quale altro pilota può vantarsi di avere addirittura un sosia, che vestito come lui e (quasi) identico nell’aspetto a partire dall’artistico pizzetto, si prestava ad improbabili selfie del pubblico con il campione, che poi non era il vero campione?

 

Maglia nera o cucchiaio di legno?

La gara di domenica è durata pochi giri, giusto per scavare una distanza abissale tra le ruote di Hermeunen e Biaggi e quelle di Chareyre e Dovizioso che non ne potesse permettere più la rimonta. Così, la vera battaglia è stata nelle retrovie, tra quelli che proprio piloti di professione non sono, per evitare di tagliare il traguardo quando gli altri ormai sono sotto la doccia. Insomma, lo sforzo supremo per non arrivare ultimi e conservare intatta la dignità. Lo abbiamo apprezzato e proponiamo di istituire, già dal prossimo anno, un trofeo anche per chi vede il podio solo con il binocolo: nel rugby si assegna il cucchiaio di legno, nel ciclismo era in voga la maglia nera al Giro d’Italia. Vuoi vedere che la cosa stuzzica altri nomi famosi a scendere in pista e contendere l’alloro a DJ Ringo e Guido Meda?

 

 

Festa di fine anno

Posizionata com’è nella pausa delle attività in pista, la manifestazione di Latina gode di una strategica potenzialità: se, come accaduto quest’anno, almeno per un giorno anche il sole concede i suoi raggi benefici, può diventare davvero un appuntamento per tutto il mondo delle ruote, una kermesse nella quale per una volta le carte si mischiano e si abbattono le distinzioni classiche tra piloti, giornalisti ed operatori specializzati. Qui si è tutti sullo stesso livello, si gareggia ma con il sorriso e senza stress e chi vince quasi non conta, perché la finalità dell’evento è un’altra.
Perché la festa riesca ci devono però essere tanti invitati: quest’anno, oltre alle presenze numericamente meno consistenti, non abbiamo trovato i marchi di accessori ed abbigliamento che in passato costituivano un plus per il pubblico, ed è un peccato. Se possiamo dare un consiglio a Federico Capogna, che impegna tante energie nell’organizzare l’evento e che a fine giornata è sembrato amareggiato per non aver raggiunto l’obiettivo di donazioni che si era prefisso, diremmo proprio di spingere su quest’aspetto, per creare occasioni per andare al Sagittario che vadano oltre l’aspetto sportivo. E poi curare meglio la comunicazione dell’evento, pescando nel bacino degli appassionati della non lontana Roma (e perché no, anche di Napoli e dintorni), cercando di coinvolgere moto club, concessionari ed i tanti gruppi di motociclisti che e costituiscono la galassia in perenne movimento.

 

No, il trattorino no!

Latina è un’importante terra d’agricoltura, strappata come si ricorderà dall’origine paludosa e trasformata in fertile distesa di campi: qui tutti hanno un pezzo di giardino o di orto da curare e coltivare ed in tanti guidano un trattore. Da questa premessa, ecco che al Sic Supermoto Day 2014 ha esordito la specialità (ancora dimostrativa) dei Trattorini Taglia Erba, primo passo per un già annunciato Campionato di categoria. Tutto molto stile USA, ma ai nostri occhi (e si tratta di un giudizio assolutamente personale) decontestualizzato e fuori ambiente. Come direbbe Antonio Di Pietro (uno, che tra l’altro, di trattori se ne intende): «Ma che c’azzecca?».