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Cominciamo con Rudy Moroni: simpatico, sempre sorridente, amichevole. Alla prima domanda sull'età già ride.
«Ho 22 anni, sono di Bergamo e abito a Stezzano».
E' la tua prima Sei Giorni ?
Oltre ad essere emozionato è contento: «Sì ! E' bello perchè vai a correre per la tua nazione, c'è un bel gruppo, è una bella cosa».
Sei emozionato all'idea?
«Assolutamente sì, sono abbastanza emozionato e non vedo l'ora che ci sia la gara perchè voglio tenere alto l'onore dell'Italia».
Ti sei allenato in maniera particolare in questi ultimi giorni?
«No, mi alleno come sempre e cerco di usare di più la testa, più del solito almeno» ride.
Ti sei sottoposto a sessioni di allenamento più dure dopo il Mondiale (Svezia e Finlandia)?
«Per la verità dopo la Finlandia sono stato un po' fermo, ma poi ho ripreso negli ultimi dieci giorni».
Con chi ti alleni di solito?
«Giro intorno a casa, con i ragazzi che abitano vicino, Andrea Belotti per esempio, Giacomo Redondi e altri».
I ragazzi che si allenano con te ti hanno detto qualcosa a proposito della Sei Giorni?
«No, in effetti non siamo neanche entrati nel merito. Loro hanno scelto di non venire, o forse non esattamente loro, e basta».
Come ti sembra questa squadra?
«Cerchiamo di dare il meglio e dimostrare che noi valiamo».
Ti preoccupa il tipo di terreno che troverete in Germania?
«Più che altro ci preoccupa il tempo, dicono che pioverà e che quindi ci sarà fango... E io sinceramente preferisco l'asciutto».
Chi sarà il tuo meccanico?
«Cristian Ruggeri, con cui mi trovo bene ed è anche uno che ti carica. Io farò del mio meglio e cercherò di imparare. E' la mia prima sei giorni... mi aspettavo la convocazione e sono contento, ma anche emozionato, e voglio vivere al meglio l'avventura».
Nei prossimi giorni vi aspettano delle camminate bibliche: 50 km a piedi in 2 giorni.
«E, lo so, è la cosa più brutta, io poi cerco di passare anche 2 o 3 volte sulle speciali per guardarle bene. Al Mondiale a volte ripasso sulla stessa speciale anche 4 volte, voglio ricordarla. - e poi alza le spalle - Siamo abituati a camminare».
Come ti trovi con il resto della squadra? E con i "grandi"?
«In squadra c'è un buon rapporto con tutti: si scherza, si ride e spero che anche questo porti ad un buon risultato. Mi farò consigliare dai più grandi, da quelli che hanno più esperienza. I tecnici sanno quello che c'è da fare e tutti i piloti hanno più esperienza di me».
E tu sei uno che ascolta ?
«Beh... cerco di esserlo!» ride.
«Davvero ! E ci sono 10 speciali – ride - e quindi dovremo camminare un bel po'...perchè direi che almeno due volte dovremo passarci. Per me è utile, memorizzo parecchio ed almeno nel primo giro la ricognizione dei giorni prima è importante. Se la sai già un po' a memoria è meglio».
Gianluca Martini preferisce i fettucciati o le linee?
«Il fettucciato, nei cross test sono sempre andato forte...però nella linea mi difendo».
Qual'è la cosa più stancante in una Sei Giorni?
«Sei giorni di gara sono duri, e bisogna prenderla bene. Io per esempio, l'anno scorso non sapevo bene come funzionava e dopo tre giorni ero già stanco. Quest'anno sono più allenato, ho capito che devo partire più piano. Sai, ogni giorno facciamo più di 150 km e dopo due o tre giorni si comincia a sentire la stanchezza, non solo fisica ma anche mentale. E' anche vero che se vai bene hai lo stimolo in più per migliorare».
Chiederai consigli? Ascolterai quello che ti diranno?
«Di solito faccio sempre di testa mia – ammette senza vergogna, al contrario - accetto i consigli, da chi mi fido di più, ma faccio sempre di testa mia...Però non mi dà fastidio se me li danno...tanto poi sono io che decido cosa fare. A volte li seguo, e sono giusti».
Rudy Moroni: «Dire l'Italia è un po' dura, la Francia è favorita, ma per l'Italia spero nel podio».
Gianluca Martini: «La squadra è buona, l'importante è non mollare, tenere duro fino alla fine e secondo me il risultato viene fuori».
Nicolò Mori : «La squadra è buona e credo che un bel podio ci stia. Io ci credo, sono convinto... penso che si possa fare».
Elisabetta Caracciolo