Storie di Motorally: Gioia dei Marsi

Storie di Motorally: Gioia dei Marsi
In Abruzzo ha fatto il suo debutto il team Bordone Ferrari. Il tracciato è stato accorciato perché un orso si aggirava nei paraggi. Modelle in intimo lungo il percorso, difficile per i piloti non distrarsi
6 giugno 2012


Il Motorally, nel suo girovagare per la penisola, tocca sempre località molto interessanti. Questo doppio appuntamento ci ha portato a Gioia dei Marsi che ha un territorio bellissimo e ricco di storia: la Marsica.
Due Parchi Nazionali, Sirente Velino ed Abruzzo con le loro imponenti cime, fanno da corona alla Piana del Fucino. Il Fucino anticamente era una palude lucustre e sulle sue acque Nerone fece combattere addirittura una battaglia navale (sic). Poi dopo vari tentativi venne definitivamente bonificato dalla famiglia dei Torlonia ed ora è una fertile area agricola.

La zona è famosa anche per altri motivi, oggi tristemente d’attualità: un terribile terremoto nel Gennaio del 1915 devastò il comprensorio radendo al suolo Avezzano e diversi paesi limitrofi Gioia compresa.

Deus ex machina del mc Sirente è Pasquale Alfonsi “Pasqualone”. Dinamico imprenditre agricolo coltiva e trasforma prodotti ortofrutticoli per poi spedirli alla grande distribuzione in tutta Italia. Pasqualone ha organizzato la gara alla perfezione con il suo braccio destro Massimiliano Mazzulli e la collaborazione di uno staff di giovanissimi volontari. L’unico problema, se così vogliamo chiamarlo, è stato l’avvistamento di un grosso orso marsicano in una delle zone dove avrebbe dovuto transitare la gara. La soluzione? Tagliare una piccola parte del tracciato, facendo felici da una parte gli animalisti ed autorità e dall’altra i piloti che, oltre a non correre il rischio di fare brutti incontri nei boschi hanno visto, con sollievo, la Forestale impegnata su un altro fronte.

Novità al via


La novità della gara è stata certamente la discesa in campo del fortissimo Team Bordone Ferrari. Paolo Ceci ha accompagnato al debutto in una gara di Campionato Italiano Jordi Villadoms e Gerard Farres. I due grandi campioni catalani sono subito andati a segno con una bella doppietta il primo giorno mettendosi dietro Matteo Graziani e tutti i nostri migliori specialisti. Felicissimo Roberto Boasso che ha assistito il Team alla perfezione e che ha avuto l’unico problema il venerdì nel sistemare sulle moto le targhe originali.

La domenica i nostri si sono un po’ ripresi ed un impressionante Andrea Mancini ha vinto la giornata davanti a Villadoms ed a un velocissimo Niccolò Petribiasi. La prima speciale era veramente navigata e molti dei protagonisti sono rimasti penalizzati. E’ stato molto bello vedere nella Top Ten in mezzo ai big tanti giovani: Pavan, Fedeli e Falappi ed anche un veterano come Fabio Mauri riuscire a staccare un nono assoluto con la sua piccola Yamaha Marathon.


Under 21


Nella Under 21 Guido Fedeli continua la sua marcia verso il titolo aggiudicandosi entrambe le giornate con la sua Fantic 125. Guido diventa ogni giorno più veloce anche nell’assoluta con un bel settimo a pochi secondi da Graziani. Sempre nella Under una bella sorpresa. il secondo posto di Massimo Camurri . Una grande prestazione considerando che Massimo ha debuttato quest’anno nel Motorally. Ma non c’è da stupirsi è una questione di d.n.a. rallystico. Papà Davide è stato uno dei primi ad abbracciare questa nuova disciplina quando era agli albori. A Gioia ha indossato, come portafortuna, la maglia della sua vecchia squadra: il famoso Team Sidecar. Il Team emiliano anticipò un’epoca, aveva numerosi sponsor di un certo spessore ed era organizzato in modo molto professionale. Nelle sue fila militarono personaggi di rilievo ed alcuni sarebbero poi diventati dei punti di riferimento ai giorni nostri. In primis Maurizio Bombarda con la sua BER attuale distributore dell’Arai in Europa poi Massimo Marmiroli che da privato ha vinto diverse gare internazionali (Ungheria, Qatar, Tarkus) e pure Fabio Turci “Barabba” il personaggio sicuramente più esplosivo e simpatico di quegli anni. Anche Gabriele Mazzarollo, patron della Alpine Star fece parte del gruppo. Insomma rivedere quella maglia fucsia ci ha fatto fare un bel salto nel passato.


250


Tornando ai giorni nostri un’altra bella coppia che si sta facendo valere è quella composta da Davide Berzigotti e Domenico Salucci. Il loro Moto Club è l’Acerboli di S.Arcangelo di Romagna, molto attivo nel Motorally degli anni 90. Davide è un altro dei giovani più promettenti e quest’anno è riuscito a dare una continuità al suo impegno raccogliendo una serie di ottimi risultati in una classe molto competitiva: la 250. Domenico, classe 1960, è sicuramente uno dei senatori della nostra disciplina. Una vita di gare e sempre tra i protagonisti nella zona alta della classifica .

Il tocco glamour di Six2


Il tocco glamour l’ha portato Marco Dallolmo. Marco è il dinamico patron della Six2. Il suo intimo da gara si
ragazze Six2
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sta affermando sempre di più in tutte le discipline sportive dove la fatica è una componente fondamentale ed inevitabile: grazie ai suoi capi si sopporta tutto meglio. Marco è arrivato a Gioia per, detto a modo suo, testarsi in gara. Ed è arrivato accompagnato da tre splendide ragazze calzamagliate con il suo materiale. Scompiglio generale al paddock fino all’ora dell’aperitivo da Filippone gentilmente offerto dalla Six. Il sabato poi i piloti si sono ritrovati le ragazze sul percorso ed il tappo è stato inevitabile.

Il tracciato del sabato aveva un tratto veramente impegnativo che ha messo in crisi un bel po’ di piloti. I più penalizzati sono stati certamente quelli della classe 1000 con grosse difficoltà ad arrivare in cima alla salita galeotta.


1000


Nella 1000 grossi problemi tecnici per Alessandro Devalle e Massimiliano Fignani che terminavano la giornata sul Pick Up dell’infaticabile Pasqualone. Alessandro, il giorno successivo riusciva a ripartire, una volta sostituito il regolatore di tensione mentre per Massimiliano non c’era nulla da fare con l’Africa Twin ridotta a monocilindrica. Per lui una domenica da assistente.

La 1000 vede sempre al comando Aldo Mezzedimi. Antica la moto ed un po’ anche il pilota, classe 56. Il DR Big risale al lontano 1990!! Acquistato con 800,00 Euro è stato via via modificato per renderlo più gestibile. La modifica più significativa è la sostituzione della ruota posteriore, per potere montare una gomma da 18. E’ stato montato un gruppo completo prelevato da un Morini, ancora più vecchio,con tanto di parastrappi e corona di ferro portando ad un ulteriore appesantimento del mezzo. Certo, la moto è un po’ più maneggevole dei bicilindrici concorrenti ma il merito maggiore è sempre del buon Aldo che ci dà un bel gas riuscendo sempre ad essere tra i top.
 
Nazzareno Falappi

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