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Nessuno come lui. Nessuno come Toni Bou. E non solo nel trial. Più di 200 vittorie nel campionato del mondo, 36 titoli mondiali e 18 anni consecutivi di dominio ininterrotto. Questi (fino ad oggi) sono i numeri del “regno del terrore” del fenomeno spagnolo che, però, stanno, di gara in gara, aumentando.
Motorbike Magazine ha intervistato il campionissimo spagnolo e questo che vi riportiamo è un estratto.
Domanda: Come nasce la tua passione per il mondo delle moto?
Risposta: "Penso di essere come tutti quelli a cui piacciono le moto. Mio padre e mio zio avevano una moto da trial e una moto da enduro. Già da piccolo ho iniziato a chiedere la moto, ma la cosa curiosa, nel mio caso, è che mio padre mi prese sia la moto che la bici da trial, e la bicicletta mi piaceva di più. Fino a 12 anni le alternavo ma la leggerezza della bici me la faceva preferire, poi sono cresciuto e ho optato per la moto”.
D: Qual è il primo ricordo nitido che hai o che ti viene in mente legato alle moto?
R: "Il primo ricordo che ho è quando ho compiuto quattro anni e mi hanno regalato una Aprilia da mini trial. Ricordo benissimo che me l'hanno messa in camera, il momento in cui l'ho vista è qualcosa che ricorderò per tutta la vita. Un momento che mi ha colpito. Inoltre quando sei piccolo vivi tutto molto intensamente. È stato un momento irripetibile».
D: Ci hai parlato della bicicletta da trial. Quanto è stata importante quella fase a livello di tecnica per il Toni Bou che abbiamo visto poi nel mondo delle moto?
R: "Moltissimo. Ora non la uso più moltissimo, ma c'è stato un periodo in cui ho combinato moto e bici parecchio ed è per questo che a 38 anni ho uno stile ancora così moderno. Tuttora trasferiamo i movimenti dalla bici alla moto”.
D: Quando e perché decidi di tornare alle moto?
R: "A 12 anni ho fatto il passo. Ero sempre andato in moto, non avevo mai smesso. Avevo, però, diversi esempi come Cabestany, Fujinami, Jordi Tarrés o Marc Colomer che dalla bici passavano alla moto con risultati eccezionali. A 12 anni sono passato alle moto ma ho continuato a correre un paio di campionati mondiali in bicicletta. Il focus però ormai era sulle moto”.
D: Parliamo di 36 titoli mondiali in trial, ma ne hai anche due con le bici...
R: "Sì, sì esatto, ho vinto due titoli mondiali con la bici da bambino, sono ricordi bellissimi”.
D: Toni, con la tua moto in gara fai dei passaggi assurdi. Ma dove è il tuo limite? Lo sorpassi spesso?
R: "Ho imparato a non andare così tanto al limite. È un limite alto, ma non così tanto. Devi sapere quando puoi rischiare. Per esempio in un inizio di campionato come quello che abbiamo avuto quest'anno se ti infortunati perdi la possibilità di lottare per il titolo. Bisogna anche imparare dalle paure. I brutti risultati e gli infortuni ti aiutano a sapere che devi gestirti e controllarti”.
D: In tutti questi 18 anni di dominio, quando ti sei visto più vicino a non riconfermare la corona?
R: "Ti direi parecchie volte. Penso che ci siano stati momenti in cui non stavo bene fisicamente, o a causa di infortuni, e ho vinto campionati all'ultima gara. Due o tre sicuri, in cui fisicamente stavo soffrendo molto”.
D: Cosa pesa di più oggi: la liberazione per tutto ciò che hai ottenuto o la pressione di dover continuare a riconvalidare il titolo?
R: "Ho passato momenti difficili durante la mia carriera. Mi considero psicologicamente forte, ma ti direi comunque che nel 2007, quando ho vinto, e poi nel 2008, 2009 e 2010 sono stati anni complicati per me, perché volevo solo vincere. E ciò mi faceva vivere male le gare e la mia passione. Poi maturando e lavorando su quest’aspetto sono cambiato molto. Mi sono divertito molto negli ultimi anni, e questo mi ha anche fatto allungare la mia carriera, di sicuro".
D: Per molti anni abbiamo sentito molte domande ad Adam Raga su cosa sarebbe stato della sua carriera sportiva se non si fosse imbattuto in Toni Bou. Voglio farti il contrario: cosa sarebbe stato della tua carriera senza Adam Raga? Saresti stato un pilota così bravo?
R: "Senza Adam di sicuro no. Credo che alla fine rivali forti, competitivi come lui ti facciano migliorare. Quando hai qualcuno che sai che migliora sempre, che riesce ad alzare sempre l’asticella e riesce a migliorare tecnicamente anche la moto ti alleni sempre duramente e quindi migliori per forza”.