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James Hillier non è un pilota che si spaventi facilmente. Chiunque sia capace di girare a 130 miglia all’ora sul Mountain Circuit ha un pelo sullo stomaco alto due dita, ma a quanto pare esistono mezzi capaci di impressionare anche chi per mestiere sfiora muretti e pali della luce a velocità oltre i 300 all’ora.
Protagonista di un giro sul circuito del Mountain durante la giornata di ieri, Hillier ci ha concesso una breve intervista in cui ci ha parlato delle sue gare, delle sue possibilità per la Senior e soprattutto di quel mostruoso giro in cui, per la cronaca, ha fatto segnare la velocità più alta mai registrata sul rettilineo di Sulby: 206 miglia all’ora, pari a 331,5km/h.
Prima di tutto congratulazioni, perché quest’anno stai andando piuttosto bene (ha chiuso terzo la gara d’apertura della Superbike, NdR). Un pronostico per la Senior!
«Non so, credo che farò come ho fatto finora: mi concentrerò sul primo giro e vedrò cosa ne viene fuori. E’ stata una settimana molto lunga, fisicamente e mentalmente sono piuttosto stanco – quattro giorni di guida consecutiva sono molto impegnativi, ed è bello avere un giorno di riposo».
«Per domani sappiamo di poter fare bene, siamo forti, ma è davvero dura dover correre due gare domani – la Lightweight, su tre giri, mi ruberà energie che per la Senior mi servirebbero davvero. Onestamente sto aspettando il sesto giro della Senior, sperando di poter chiudere in buona posizione e finire bene come abbiamo iniziato».
Gli strappiamo una battuta sul giro di ieri. Vorresti guidare l’H2R invece della tua Superbike nella Senior?
«Non se ne parla neanche [ride]. Troppo veloce. Quella cosa è troppo veloce… in quinta e sesta non è nemmeno male, ma nelle prime quattro marce quella moto è semplicemente pazzesca. Normalmente qui ci si spaventa in quinta e sesta perché si va davvero forte, ma quella moto è già eccessiva in prima – è davvero esagerata. Incredibile, ti fa scoppiare il cervello. Ieri è stata una giornata davvero speciale…»
Il problema, al TT, è fare ben sei giri da sessanta chilometri l’uno tenendo la concentrazione al massimo. Usi qualche tecnica particolare?
«Non proprio, devo solo prendere il ritmo, entrare in una dimensione particolare (usa il termine get in the zone). Quest’anno sono andato molto bene nelle fasi iniziali, ma per qualche motivo non riesco a mantenere il ritmo per tutta la gara – non mi sento diverso fisicamente o mentalmente, devo solo capire come correre tutti e sei i giri con il ritmo del primo».
Chiudiamo con una domanda provocatoria. Cosa si prova a perdere il podio (Nella Superstock, NdR) per poco più di due decimi di secondo dopo una gara tanto lunga?
«E’ orribile, ma ormai me la sono messa dietro le spalle – non fa che renderti molto più determinato a spingere ancora più forte la volta successiva. E’ una gara incredibile, non sai mai dove guadagni o perdi quei due decimi di secondo che ti fanno salire sul podio. Farò del mio meglio perché non succeda più».