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Classe 600 Base
Quasi una prova ad eliminazione la 600 Base con tre piloti che si sono alternati al comando in 9 giri, la carambola alla Bucine che ha messo fuori causa Berniga e Quadranti, in lotta per la prima posizione, e la vittoria che è andata al senese Francesco Varanese (Honda) che negli ultimi due giri ha avuto la meglio sul rientrante Nico Polles (Yamaha).
Il più veloce al via è il ventenne carrozziere comasco Berniga, alla prima stagione di gare, vittorioso a Vallelunga dopo un ritiro a Misano per un guasto meccanico, che precede subito Varanese e poi un gruppetto in cui si mettono in evidenza il poleman Andrea Quadranti (MV Agusta), il genovese Luca Carubini (Honda) e anche Polles, Moncigoli e Cavalleri, impegnati in una spettacolare bagarre. Berniga è smanioso e prova ad allungare ma il quarantaquattrenne ticinese Quadranti, con un ritmo sempre più intenso, lo raggiunge, lo attacca sul rettilineo d’arrivo e lo passa alla San Donato, all’inizio del sesto giro. Berniga reagisce alla successiva Bucine, cerca spazio all’interno ma poi perde aderenza e nella scivolata coinvolge anche l’incolpevole Quadranti, che si trovava all’esterno.
La prima posizione passa così a Nicolò Polles, ventiquattrenne studente di Treviso che, dopo aver vinto la prima prova a Misano, ha saltato quella di Vallelunga proprio per un mezzo passo falso universitario. Ma l’aitante battistrada è a corto di energie e, pensando anche al campionato, piuttosto che rischiare, preferisce evitare di resistere all’attacco di Varanese. Il trentasettenne senese è chiaramente più veloce nel secondo tratto intermedio e coglie così la prima vittoria della sua vita davanti a Polles ed al ventottenne reggiano Alessandro Moncigoli (Yamaha), supervisore di produzione di un’azienda del suo territorio in Cina, al primo anno di corse, seguito in Toscana da tanti parenti e amici. Situazione di classifica apertissima con Polles, Cavalleri e Falgiano a contendersi la prima posizione.
Classe 1000 Base
Dopo la vittoria di Vallelunga, Mario Bobbiesi (Honda) si ripete anche al Mugello e fa un importante passo in avanti verso la possibile conquista del titolo della classe 1000 Base. Il trentottenne meccanico di Alessandria ha preceduto un indomito Nazareno Caria (Honda), il ventisettenne udinese che solo nei metri finali ha mollato. Più attardato, ma soddisfattissimo per il primo podio della carriera, il ventiseienne modenese Marco Codeluppi (Kawasaki) che ha messo alle spalle il novarese di Ghemme Andrea Masarin, penalizzato dal correre con una Suzuki 750.
Allo spegnersi del semaforo parte bene tutta la prima fila con Bobbiesi che brucia Masarin e Codeluppi. Ottimo lo start di Caria che partito dalla quarta fila è subito protagonista di una rimonta incredibile, tanto che alla chiusura del primo passaggio si posiziona alle spalle di Bobbiesi e precede il pisano Gianni Scarselli (Honda) in gara come wild card, Masarin, Codeluppi e il ticinese Marco Fumarola (Ducati), il quale a metà del giro successivo cade senza conseguenze uscendo di scena.
Per oltre metà corsa Bobbiesi e Caria si alternano al vertice, con quest’ultimo che guida le danze ininterrottamente nel quarto, quinto e sesto giro, ma poi Bobbiesi rompe gli indugi e si porta decisamente al comando delle operazioni anche se il friulano non molla. Il duello ravvicinato fa perdere terreno agli inseguitori, in particolare a Codeluppi che si vede sfilare la terza posizione a favore di Masarin. Ci si avvicina all’epilogo, Caria tenta di tornare al comando ma Bobbiesi chiude tutte le porte fino a conquistare la meritata vittoria. Caria è comunque soddisfatto visto che partiva molto indietro, così come Codeluppi che sul filo del traguardo riesce a riagguantare insperatamente il terzo gradino del podio estromettendo Masarin, la cui moto, come detto soffre della minore cilindrata e quindi di potenza nei rettilinei. Quinto ma a circa dieci secondi dal vincitore il pugliese di Spinazzola Salvatore Gentile (Kawasaki) che sul filo di lana ha avuto la meglio sul bergamasco Ivan Tommaselli (Honda).
Classe 600 Avanzata
Al terzo tentativo, l’impresa riesce ad Andy Rossi (Yamaha) che al Mugello si impone nella 600 Avanzata. Il ventunenne carrozziere di Bardolino (Verona), portacolori di una piccola struttura familiare, ha praticamente dominato la gara precedendo all’arrivo la wild card Roberto Perlini (Yamaha) e Mirco Castellani (Yamaha), che ha condotto per i primi due giri.
Sono stati proprio il poleman Rossi e Castellani i più reattivi al verde mentre alla prima San Donato una carambola involontariamente innescata da Mario Saporito (Yamaha), leader della categoria, ha coinvolto anche l’incolpevole Damiano Donelli (Kawasaki), suo inseguitore nella classifica generale. Con due prim’attori subito fuori causa, Castellani e Rossi hanno lottato per tre giri; Andy è passato a condurre alla fine della seconda tornata e ha provato subito ad allungare mentre Castellani si è risparmiato, in considerazione dell’età (46 anni) e della temperatura elevata. Rossi è riuscito ad allungare mentre l’esperto imprenditore veneto (marchigiano di nascita) ha cominciato ad accusare qualche vuoto di erogazione dovuto (si è scoperto dopo) ad una quantità di benzina troppo scarsa. Così Castellani si è esposto al veemente ritorno della wild card Perlini, barista veronese di 30 anni che alla prima San Donato si è trovato spinto all’esterno dalla bagarre e ha dovuto recuperare dall’ottavo posto. Così all’arrivo Rossi, che sigla anche il giro più veloce, precede Perlini, Castellani, Dari, Torretta e il genovese Impagliazzo che risale dal 25° posto in griglia pur essendo rientrato al Mugello alle 4 del mattino per assistere – a casa – al saggio di danza della figlia di 7 anni. La classifica cortissima consente a Saporito – nonostante lo zero – di rimanere al comando della categoria.
Classe 1000 Avanzata
La massima cilindrata della categoria Avanzata ha avuto tre protagonisti assoluti che non hanno lesinato spettacolo dall’inizio alla fine della corsa e che poi hanno concluso nell’ordine: Fabio Martinelli (Ducati), Mario Sorgato (BMW) e Ettore Carminati (Kawasaki). Più che comprimari, ma mai in grado di lottare per il podio sono stati anche Luca Mazza (Honda e Fabio Iannello (BMW). Tutti gli altri sono praticamente scomparsi subito dopo il via.
Allo start è il ventitreenne universitario padovano Mario Sorgato, partito dalla pole, a scattare per primo con in scia tutto il resto del gruppo, ma alla staccata del lungo rettilineo di partenza, è l’imprenditore veronese Martinelli a passare a condurre e a chiudere poi al comando il primo dei dieci giri previsti, precedendo il pesarese Mazza e il leader del campionato Sorgato.
Subito, il gruppo di testa si sgrana, con i piloti già citati che prendono il largo, mentre il serpentone degli inseguitori è guidato dal portacolori della MV Agusta Goffredo Sepiacci che al terzo passaggio va lungo perdendo molto terreno tanto che alla fine chiuderà oltre la ventesima posizione.
Al quarto giro Sorgato torna a menare le danze, prova ad allungare ma gli inseguitori non mollano un centimetro, anzi il gruppo dei cinque, che nel frattempo si era un po’ sgranato si va ricompattando, tanto che al giro successivo sono tutti racchiusi in un secondo e mezzo, mentre gli altri ormai hanno un ritardo incolmabile. Il migliore è l’emiliano Eric Levada (Ducati) a 15 secondi che precede il corregionale Massimo Frascari (BMW).
Mazza stacca il suo miglior crono e si mette in scia a Martinelli, Carminati e Sorgato allontanando definitivamente Iannello che a questo punto decide di accontentarsi della quinta piazza. I due giri finali sono spettacolari con le posizioni che variano più volte. Martinelli prova ad attaccare i due rivali, ma all’Arrabbiata prende un grosso rischio, non molla e all’uscita della Bucine si lancia sul rettilineo e con una staccatona finale si prende la seconda posizione, Carminati commette un piccolo errore che gli sarà fatale così Martinelli passa a condurre e vi rimane fino alla bandiera a scacchi cogliendo il primo successo della vita. Nella volata finale Sorgato ha la meglio per la piazza d’onore su Carminati.
Classe 600 Pro
E’ una gara tesissima ed emozionante quella della 600 Pro con un finale ad alta tensione che, in poche centinaia di metri, restituisce tutto lo spettacolo che, per i precedenti 8 giri e mezzo, il duello per la vittoria non aveva regalato. Il successo (desiderato, sudatissimo – visti anche gli oltre 30° -, studiato a tavolino in ogni dettaglio) è andato a Samuele Cini, in sella ad una Yamaha R6 – missile preparata personalmente, ma c’è mancato veramente poco che non la spuntasse, per la terza volta consecutiva, Emanuele Vidoli (Honda).
Cini è partito a fionda: il ventottenne bolognese, secondo sia a Misano sia a Vallelunga, sempre alle spalle di Vidoli, ha guadagnato subito 2 secondi sul rivale ed ha poi incrementato il vantaggio fino a portalo ad oltre 4 secondi alla quarta tornata. A sua volta il quarantatreenne novarese, autore della pole position, è apparso un po’ sorpreso dall’hole shot del rivale e solo al quinto giro, martellando costantemente sotto i 2 minuti, ha cominciato a ridurre il distacco.
Alle spalle dei primi due, assoluti protagonisti della scena, si sono messi in evidenza la wild card Paride Sereni (Yamaha), che ha duellato con Yuri Vacondio (Yamaha), prima di accusare qualche scivolamento della gomma posteriore; lo stesso pilota reggiano, autore di una prova maiuscola che lo ha proiettato verso il quarto posto, nonostante un repentino calo di energie nel finale, e l’altra wild card Luca Ruggero (Yamaha), al quale Vacondio ha impedito la possibilità di un attacco finale percorrendo un’ultima Bucine strettissima, tutta aderente al cordolo interno.
All’ultimo giro Vidoli, che ha ammesso di essersi svegliato un po’ troppo tardi, ha raggiunto Cini e all’ingresso dell’ultima Bucine ha forzato al massima la staccata, infilando l’avversario all’interno. A sua volta Cini non ha potuto reagire a causa della presenza di un doppiato proprio lungo la sua traiettoria, che ha rischiato quasi di tamponare. Ma il bolognese, uscito secondo dal tornantone finale, non si è demoralizzato e mentre Vidoli svariava sulla sua sinistra, per non farsi prendere la scia, ha spalancato il gas della sua Yamaha ed è passato concludendo con 163 millesimi di vantaggio e staccando una mano dal manubrio. “Ho rischiato – ha detto poi Cini, che ha stampato un’eccezionale tornata record in 1’59”0 – ma così ho restituito a Vidoli la sconfitta al foto finish che mi ha inflitto a Misano”. I due restano assoluti protagonisti della categoria con Vidoli al comando e Cini distanziato di soli 50 punti.
Classe 1000 Pro
Il pesarese di Fermignano Alessandro Rossi (Honda) vince abbastanza facilmente la gara della classe 1000 Pro e torna dopo una prolungata assenza sul gradino più alto del podio. Il trentaduenne marchigiano, già vincitore nel 2010 della classe 600, ha messo alle spalle i bresciani Danilo Ursic anch’egli su Honda e un fantastico Ermes Bettini (BMW), protagonista di una bellissimo finale tanto da realizzare il giro veloce proprio nell’ultimo passaggio. Leggermente più indietro il sardo Libero Peppino Cirotto (BMW), alla migliore prestazione stagionale. Da dimenticare la gara del leader del campionato il reggiano Fabrizio Leoni (BMW) costretto al ritiro mentre era in quinta posizione a causa di un guasto meccanico.
Rossi, dopo l’eccezionale crono in prova, non fallisce lo start e si porta subito al comando delle operazioni, tutti i migliori sfilano regolarmente e si posizionano in fila indiana. Da evidenziare subito il recupero di Leoni che partendo dalla settima casella a metà del primo passaggio è già quarto.
Il primo giro si chiude con Rossi che fa la lepre e Bettini, Ursic e Leoni subito dietro, poi la wild card Luca Portaluppi (Suzuki), il già citato Cirotto e il piemontese Roberto Mansuino (BMW). Alla tornata successiva Portaluppi cade senza conseguenze all’uscita del Correntaio mentre Mansuino inizia una inesorabile marcia rallentata che alla fine lo porterà alla quattordicesima piazza.
Si prosegue senza scossoni per metà gara, quando approfittando di un doppiato, Ursic passa a condurre, ma Rossi non molla e si mette alle spalle del battistrada, pronto ad approfittare della prima esitazione per tornare a menare le danze. Poco dopo un guasto meccanico mette fuori gioco Leoni che intanto era scivolato in quinta posizione. La corsa ormai sembra un discorso a due fra Rossi e Ursic, ma nei passaggi finali Bettini inizia a girare velocissimo e si riporta sui battistrada. Ci si avvicina all’epilogo, Rossi decide di rompere gli indugi e con una perfetta manovra torna al comando della gara e vi rimarrà fino alla bandiera a scacchi. Ursic, anche se per pochi millesimi, riesce a contenere il veemente ritorno di Bettini, poi a due secondi chiude Cirotto. Buona anche la prova del pratese Massimiliano Storai (Honda) che, grazie a un buon finale, conclude quinto.
Le vittorie del terzo round del trofeo monogomma Michelin vanno a Giovanni Altomonte (Honda) nella 600 e a Cristian Serri (BMW) nella 1000 ed i due piloti si confermano dunque al vertice delle rispettive classifiche, consolidando anzi le proprie posizioni.
Giovanni Altomonte (Honda) non è riuscito a ripetere l’exploit delle prove, quando ha sfiorato il muro dei due minuti, ma ha comunque agevolmente controllato la gara della Michelin Power Cup classe 600, ottenendo il secondo successo dell’anno, dopo quello di Misano, e soprattutto impadronendosi – in solitario – della prima posizione in classifica.
Alle spalle del trentottenne brianzolo, che ha rivolto un entusiastico ringraziamento a Diego Giugovaz, artefice della preparazione delle sua CBR, rivelatasi praticamente perfetta, hanno concluso Lorenzo Favi (Yamaha), in testa al primo giro e costantemente impegnato nell’inseguimento dell’imprendibile battistrada, e Mirko Galasso (Yamaha) che in volata ha “bruciato” Antonio Nespoli (Honda).
Al via il più veloce è stato proprio il ravennate Favi, 19 anni, subito tallonato da Altomonte e seguito anche da Galasso, Giovanni Altomare (Yamaha) e Roberto Greco (Yamaha).
Al secondo passaggio Altomonte si è portato al comando senza però riuscire a scrollarsi di dosso Favi mentre il venticinquenne pugliese Galasso, altra bella realtà del trofeo 2012, si è incaricato di guidare il gruppo degli inseguitori nel quale si è presto affacciato anche l’altro pugliese Pietro Spagnulo (Yamaha).
Altomonte ha forzato l’andatura, incrementando costantemente il vantaggio su Favi, mentre alle spalle di Galasso hanno offerto un grande spettacolo Nespoli, Altomare, Greco e Spagnulo. Quando finalmente il casertano Nespoli, ex-capoclassifica in coabitazione con Altomonte, è riuscito ad esprimersi al meglio, sopperendo anche ad un calo di potenza della sua Honda dovuto ad un’avaria al radiatore, ha raggiunto Galasso e proprio negli ultimi due giri ha ingaggiato con l’avversario uno spettacolare confronto; il campano è riuscito anche a sopravanzare il pugliese ma lo sprint è stato poi favorevole a Galasso che ha preferito giocarsi il terzo gradino del podio nella volata finale. Alle spalle di Nespoli bella prova del piemontese Greco che, con un memorabile sorpasso, ha avuto la meglio su Spagnulo, che a sua volta ha ammesso di aver commesso un paio di errori per essersi rilassato, e poi ha preceduto anche Altomare.
La Michelin Power Cup 1000 si conferma categoria “stellare”. Anzi, il caldo torrido del Mugello, con temperature ampiamente superiori ai 30° ed asfalto bollente, sembra quasi esaltare i nuovi pneumatici racing del “bibendum” che, messi ulteriormente alla frusta dalle esuberanti potenze delle massime cilindrate, lavorano al meglio delle proprie già ampie possibilità.
In una specie di monomarca BMW (almeno per le prime posizioni), la vittoria non sfugge al favorito d’obbligo Cristian Serri ma anche stavolta il torinese deve sudarsi il successo (e non solo per il caldo). La gara si disputa infatti in due frazioni a causa di un’interruzione con bandiera rossa decisa dalla direzione di gara dopo una caduta le cui conseguenze per il pilota coinvolto sono risultate poi fortunatamente poco preoccupanti. Serri, scappato al via come una lepre, conclude in testa i primi 3 giri, con oltre 3 secondi di vantaggio su Fabio Villa, Andrea Tartari e la wild card di casa Andrea Tutino.
Nei restanti sette giri il trentaseienne torinese non pensa alla classifica aggregata e dunque non si risparmia, ribattendo colpo su colpo agli attacchi degli avversari; solo nel finale deve cedere a Villa, partito dalla pole position con uno stratosferico 1’57”8 ma rallentato all’inizio da un problema al cambio elettronico, e al trentunenne pratese Roberto Catani, animatore del 113 Racing Team e autore della gara “della vita”, suggellata dal giro più veloce della seconda parte, in 1’58”2; la tornata record rimane a Serri che nella prima parte ha stampato un 1’57”840 che, per 49 millesimi, migliora il tempo delle qualifiche di Villa.
I tre protagonisti della seconda frazione vanno a formare anche il podio che, con la classifica per somma dei tempi, vede sfilare nell’ordine Serri, sempre più capoclassifica, Villa e Catani; quarto l’altro toscano Tutino davanti al bergamasco Tartari, ancora assillato da problemi muscolari al braccio destro tanto da essere ormai indotto ad affrontare un intervento chirurgico. Il toscano Guglielmini, undicesimo assoluto, continua la sua sequenza di affermazioni al vertice della categoria Semistock.