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Categoria Superstock, miglior tempo in prova: Guy Martin, ovviamente favorito per quella vittoria agognata da anni, ma sempre sfuggitagli. E purtroppo il simpaticissimo Guy, certamente uno degli uomini-immagine per il TT dei giorni nostri, al di là dei risultati conseguiti, anche questa volta ha dovuto rimandare, fermandosi verso la metà del terzo dei quattro giri previsti, mentre si trovava quinto con la sua GSX-R1000, tra le Ninja di Dean Harrison e James Hillier.
Per la terza volta, invece, è stato Michael, il giovane pupillo della dinastia Dunlop, a salire sul primo gradino del podio, piazzando la sua Honda Fireblade MD Racing davanti alla Kawasaki Ninja di un tonicissimo Gary Johnson e all’altra Honda (HM Plant, però) del mitico mastino John McGuinness. Il quale – parole sue – non è riuscito a tenere il passo di Michael quando è stato superato da lui alla fine dell’ultimo giro! E detto dal vecchio Mac….
Pensandoci bene, continuiamo davvero a stupirci del fatto che questi ragazzi (in senso affettuoso, evidentemente, visto che in giro per il Mountain tra quelli che vanno fortissimo ci sono parecchi “anzianotti”…) salgano in moto alle 10,45 del mattino, percorrano più di 240 chilometri a oltre 201 di media in mezzo a case, boschi e campi in poco più di 70 minuti, e dopo due ore risalgano tranquillamente in sella per ripetere il simpatico rito, questa volta a 206,3 di media.
La Royal London 360 Superstock Race è partita oggi alle 14,00 (ora locale, 15,00 in Italia) con un Gary Johnson in gran forma, e al comando fino al famoso salto di Ballaugh Bridge, poco oltre la metà del primo giro. Alle sue spalle, al salto, si era già piazzato Michael Dunlop, seguito da McGuinness, Martin, Harrison e Hillier.
Martin attaccava, iniziando a contendere la seconda posizione a Dunlop, mentre Johnson allungava concludendo il primo giro da leader. Nel frattempo, lasciavano il campo Donald, Hamilton e Stewart, mentre il velocissimo “deb” Joshua Brooks ha danneggiato la catena proprio al salto di Ballaugh.
Il secondo giro ha visto ritirarsi Conor Cummins con la sua R1 in panne, mentre Dunlop riavvicinava Johnson, seguito da Martin e, più indietro, da McGuinness. All’unico pit stop previsto, Dunlop perdeva un po’ di tempo, mentre Guy Martin veniva penalizzato di 30” per velocità eccessiva in pit lane.
Gary Johnson continuava veloce in testa anche al terzo giro, con Dunlop a oltre 3”, davanti a McGuinness, Harrison, Martin, Hillier, Anstey, Rutter, il fratellone William Dunlop, Mercer e Keen. Ma per Martin la corsa finiva a Glen Duff, più o meno al 35° chilometro del terzo giro, per guasto meccanico alla sua GSX-R. Intanto Michael Dunlop tornava ad infastidire Johnson, riuscendo a passarlo a Glen Helen al quarto giro, iniziando a distanziare sia lui che McGuinness, e vincendo alla grande la gara.
Non solo: Michael Dunlop stacca anche il record di velocità media per la classe Superstock, segnando un 131,220 miglia orarie, corrispondenti a 211 km/ora!
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Foto: Tony Goldsmith