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Come avevamo anticipato qualche settimana fa, il Consiglio direttivo della Pikes Peak International Hill Climb ha formalizzato la decisione di cancellare le categorie riservate alle moto a partire dal 2020. Una decisione senza dubbio scaturita dopo la morte del 36enne americano Carlin Dunne, avvenuta nell'edizione di quest'anno in vista del traguardo mentre stava per celebrare un nuovo record in sella al prototipo della nuova Ducati Streetfighter.
L'organizzazione, pur confermando l'assenza delle moto nella prossima edizione, lascia aperto uno spiraglio con una frase possibilista nel comunicato stampa secondo cui "E' necessario raccogliere dati per analizzare più in profondità l'impatto sull'evento dell'assenza del programma riservato alle moto". D'altra parte, su 97 edizioni della Pikes Peak ben 56 non hanno visto la partecipazione delle moto, e così come in passato la Race to the Clouds è stata riaperta alle "due ruote", non è affatto da escludere che la cosa non possa verificarsi nuovamente.
E' comunque indiscutibile che la completa asfaltatura del tracciato abbia aperto la gara statunitense alla partecipazione di mezzi estremamente prestazionali, aumentando pericolosamente le velocità e causando la serie negativa di tre morti in cinque anni. E già nel 2015, quando venne vietata la partecipazione alle moto con semimanubri sotto la pressione degli assicuratori, era stata ventilata la possibilità di chiudere a moto e sidecar.