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Lei, Chiara Valentini, era tornata a competere dopo 4 anni di stop a causa di un infortunio alla spalla. Lui, Emiliano Malagoli, era alla seconda gara in seguito all’amputazione alla gamba destra per un incidente stradale avvenuto nel 2011.
In quel novembre 2012 al Mugello si sono incontrati, conosciuti e amati. È iniziata così, alla 200 Miglia, la storia d'amore tra Chiara ed Emiliano: il 27 dicembre tagliano il traguardo dei 10 anni assieme, nella vita e in pista.
Insomma, un amore a 300 all’ora. Appassionati di moto, entrambi campioni europei: Chiara nel 2006 a Rijeka, nella classe 600; Emiliano a Jerez, quest’anno, nella classe 1000 paralimpica.
“Quando avevo saputo che quel giorno, in quello stesso circuito, c’era un pilota senza una gamba, andai subito a conoscerlo e mi complimentai con lui - ha raccontato Chiara -. Per me, che mi ero fermata per molto meno, fu uno schiaffo”.
Emiliano indossava una maglia con scritto: “Alla voglia di crederci, al coraggio di provarci, alla forza di riuscirci. A fine gara gli chiesi se poteva darmela” ha aggiunto Chiara. E così fu.
Un amico in comune, Cristian, incontrato proprio al Mugello aveva proposto a entrambi di fare una gara di endurance assieme. “Voleva un team particolare, chiamò noi due: fu un altro caso” ha rivelato Emiliano.
I due si ritrovarono a Binetto, in provincia di Bari, un mese dopo: dicembre 2012. E lì scattò la curiosità di Emiliano: “Andai a spulciare su Facebook, volevo capire se Chiara era single o meno”. La risposta giunse poco dopo quando, a colazione, un amico di Chiara le chiese: “Ma il tuo fidanzato? come va?”. “Se mi vedi qui a correre da sola…”.
Hanno la stessa età, 47 anni, classe 1975. Lui è originario di Montecarlo di Lucca, lei di Roma. Non sono accomunati solo dalla passione per le moto: “Abbiamo condiviso da subito il desiderio di organizzare un campionato per persone con disabilità per dare loro la possibilità di poter mettersi alla prova. Così, il 27 dicembre, siamo partiti alla ricerca di sponsor: quello è stato il momento in cui è iniziata la nostra storia d’amore”.
Emiliano andò a prendere Chiara alla stazione dei treni di Firenze dove avrebbe dovuto riaccompagnarla il 30 dicembre per il suo rientro nella capitale. “In quei giorni Emiliano mi portò a vedere Montecarlo di Monaco e poi la sua Montecarlo, quella di Lucca, che non sapevo nemmeno esistesse. Strada facendo i nostri programmi cambiarono, finché trascorremmo assieme il Capodanno. Il 1° gennaio, giorno del rientro, si offrì di accompagnarmi nel mio paese, Anguillara. In auto caricò qualche bagaglio: quelle valigie sono ancora qui”. Emiliano non è più andato via. E la sua vita è cambiata nuovamente: “Chiara mi ha cambiato molto in questi anni, è stata fondamentale: senza di lei non avrei raggiunto tutti questi obiettivi”.
Fino a quel momento lei non si era mai confrontata con una persona con disabilità: “Il primo approccio fu a Binetto: nel furgone e ai box vedevo una gamba “volante” di qua e una di là. Solo il primo giorno rimasi interdetta, poi ci pensò Emiliano, con quel suo fare scherzoso, a non far pesare la sua disabilità”.
“Dopo Emiliano è arrivata tra noi anche Sophie, un cane tripode che abbiamo preso in un canile. Anche lei salta, corre, gioca come tutti gli altri cani: la disabilità sta solo negli occhi di chi la vuol vedere”.
Assieme hanno fondato l’associazione Di.Di.Diversamente Disabili Onlus per rimettere in sella persone con varie disabilità tra corsi, gare ed eventi di mototerapia. “Sono queste le soddisfazioni più grandi: aiutare chi ne ha bisogno a realizzare i propri sogni”.