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Dodici anni di vita per una cavalcata possono sembrare pochissimi. Ma se, da attenti osservatori, si ripercorre la storia della Green Pistons, beh, di strada ne è stata fatta. Da un inizio pionieristico, nel 2000 con 130 iscritti, a un evento nell’evento con un’organizzazione che dura tutto l’anno, fino agli oltre 600 del 2005, quando ancora non c’era il numero chiuso. Già, perché comincia a pensare al percorso, poi vai a chiedere i permessi e qualche volta ti trovi a dover cambiare qualcosa. E non poco. Lo abbiamo visto anche stavolta, con un percorso che sembrava quasi tutto diverso dagli anni precedenti, con degli ‘innesti’ però già visti. Un mix sempre efficace, dentro i confini del parco del Ticino, normalmente off limits per il resto dell’anno, anche se domenica 17 aprile il terreno forse era un po’ troppo asciutto. La polvere l’ha fatta da padrone. Ma non si è mai contenti ( a parte quelli che con la finestra davano proprio sul fettucciato, sicuramente arrabbiati..). E’ che di solito, ogni volta, era un fango totale, sempre pioggia, un pantano incredibile.
La manifestazione di enduro non competitiva (ma fino a un certo punto perché poi le classifiche ci sono), che per un giorno è padrona nel Parco del Ticino, ha lasciato anche stavolta il segno. Buona per tutti, comunque, facile facile quando è asciutto ma con polvere a non finire come rovescio della medaglia. Così il pubblico che assiepa sempre transenne e fettucce non regge, e va via prima. Peccato. Per gli sponsor, per l’atmosfera, sempre chiassosa, festosa. Per l’enorme lavoro organizzativo, gli amici del club di Cassano Magnago (Va) meritano sempre un 10. Anche se stavolta un po’ d’acqua avrebbe giocato a favore.
Qui van dentro tutti: ragazzi, ragazzini, piloti in erba, pensionati, enduristi di ritorno. Dai 16 ai 68 anni. Non ci sono i pezzi hard e soft, c’è un percorso solo. E non mancano i pilotoni. Lo zampino, Husqvarna ce lo ha messo anche stavolta, come da tradizione, con due nuovi suoi piloti. Quel Simone Albergoni, che rischiava di restare a piedi a inizio stagione, insieme a Giacomo Redondi, promessa del nostro ambiente. Bergamaschi in trasferta varesina. Come il Gritti, insieme al Caccia, protagonisti nel gruppo 5, e infaticabili compagni quando c’è da girare il gas e mettere le gambe sotto il tavolo. Con loro, a ritrovarsi davanti a un tavolo un altro mito della regolarità anni ’70. Quel Mauro Miele, qui di casa, bustocco, primo italiano a vincere un
Gran Premio di cross mondiale. “Accadde nel 1979 – ricorda Mauro – nel Gran Premio di Svizzera, quando i tre più forti si chiamavano Harry Everts (papà di Stefan), Akira Watanabe e Gaston Rahier. Alla fine fui quinto in campionato. Quell’anno mi ero dedicato al cross, completamente, dopo alcune stagioni ai vertici della regolarità”. Pilota Ktm, e anche Gilera (proprio insieme a Gritti, Saravesi, Gavazzi, Brissoni) nel famoso squadrone che durò un anno soltanto, era specialista della 50 e della 100. E oggi? Corre rally con una Bmw M3, del 1987. La stessa di quando smise il manubrio e comincio’ a correre con le quattro ruote. Potenza dell’amarcord.
Tra gli iscritti alla Gp, domenica, c’era anche Osvaldo Scaburri. Che ai più giovani poco può dire, ma se hai almeno quarant’anni il discorso è diverso. Specialista delle piccole cilindrate, Scaburri ha legato le sue sorti al Puch 75, con cui ha vinto anche un Vaso d’Argento nella Sei Giorni svedese di High Chaparral, insieme a Gino Perego, Giuseppe Signorelli e Luigino Medardo.
Tornando alle cronache, forse meno nobili, di oggi, il gradino più alto del podio è toccato ad Alessandro Botturi (Gas Gas). Non è stata facile la vittoria del pilota di Lumezzane: in prima manche ha subito l’assalto di Albergoni, straordinario con la Husqvarna 300. E se Botturi ha prevalso d'esperienza, da navigato assaltatore dei fettucciati, ad Albergoni e alla Husqvarna sono andati il Memorial Ilario Rustighini, programmato sulla prova speciale di Cairate. Al terzo posto assoluto Giacomo Redondi, 17enne lanciato da Husqvarna nel Mondiale tra gli esordienti. Il bergamasco ha dimostrato la grinta inusitata degli emergenti che nulla hanno da perdere, lottando ad armi pari con i senatori. Quarta piazza per Alessandro Corradin, 23enne pilota locale di Cassano Magnago (Ktm 250), che altre soddisfazioni ha già regalato al moto club Green Pistons da protagonista delle gare tricolori di Enduro. E Green Pistons sarà ancora protagonista, il 4 settembre prossimo, con l’organizzazione della penultima prova del Campionato Italiano Under 23 e Senior.
Emanuele Vertemati
foto di: Max Camporese