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Vallelunga - Autodromo Piero Taruffi - 5/6/7 settembre 2008
Per l'ultima gara del Ninja Trophy 2008, disputatasi all'Autodromo di Vallelunga, siamo stati invitati dalla Kawasaki Italia, in collaborazione con il Team Platini, organizzatore dell'evento, a prendere parte alla competizione in veste di wild card.
Dopo lo stop forzato delle vacanze estive, la preparazione fisica non è proprio al massimo, in compenso la voglia di saggiare le doti della ZX-6R in versione trofeo e di godere dell'atmosfera corsaiola del monomarca Kawasaki è tanta.
Mi presento il venerdì mattina e faccio conoscenza con il boss del Team Platini, il signor Pierangelo, vulcanico direttore dei lavori e organizzatore del monomarca che vede per protagonista la Ninja seicento. Convenevoli e quattro chiacchiere, e in men che non si dica mi ritrovo con Valerio, il meccanico che mi seguirà in questi tre giorni.
Verifiche e descrizione di rito della moto - un primo contatto misto strada/pista con la ZX-6R c'è già stato durante uno dei nostri test - ma la "trofeo" è un'altra cosa. Appoggiata sui cavalletti, con le termocoperte montate è decisamente scenosa.
Indosso l'abbigliamento e salto sulla moto per prendere le misure e regolare al meglio la posizione di guida. Leve freno e frizione ok, posizione della leva del cambio ok, evito per prudenza il cambio rovesciato (non sono abituato, una piccola distrazione e sarebbero guai!).
Le differenze con la moto che trovate dai concessionari riguardano quasi totalmente la ciclistica e l'estetica. Limitata al minimo la preparazione meccanica.
Le modifiche consentite dal regolamento prevedono un Kit Base che comprende: un treno di pneumatici rain; filtro aria; catena - pignone - corona; manopole; pastiglie freno; set tubi freno; plexiglass; olio motore più una serie di adesivi.
I più pretenziosi possono richiedere il Kit Completo, che prevede inoltre: scarico completo Arrow, leve freno e frizione snodate; pedane rialzate; dischi freno Alth; carenatura completa verniciata.
La nostra è la moto degli incontentabili, munita inoltre di ammortizzatore di sterzo, telemetria GET, kit forcelle Andreani e ammortizzatore Ohlins.
Beh, la moto è preparata al meglio per la pista, il resto ce lo deve mettere il pilota.
Primo turno di prove libere
Un caldo che taglia le gambe e soprattutto un tasso di umidità da foresta del Borneo caratterizzano il primo turno di prove libere del venerdì. Sarà l'orario,14.45 e sole alto in cielo, sarà l'emozione mista alla tensione, ma finisco il turno veramente a pezzi.
Dopo lo stop delle vacanze, salire su di una moto da trofeo per giunta praticamente sconosciuta non è il massimo.
1.53,9 visualizza la strumentazione GET-Data montata sulla mia moto. Si può fare di più.
I ragazzi della GET, oltre a spiegarmi i segreti della telemetria, mi indicano i punti nevralgici del giro veloce. "Qui apri troppo tardi e con poca decisione, qui il computer indica che hai percorso 84 metri a gas chiuso. Troppi".
I diagrammi devono assomigliare allo skyline di New York e non a quello delle Alpi!
In compenso la moto è facile e intuitiva da guidare e il nostro rapporto è più chiaro e definito. La grande stabilità sul veloce infonde sicurezza, mentre il set up delle sospensioni è ottimo. Il problema, se di problema si può parlare, è legato alle efficacissime Pirelli Supercorsa SC1 ed SC2 che vengono utilizzate nel monomarca. Non conoscendole in maniera approfondita, devo solo fidarmi e aprire (lo dicono in coro meccanico e telemetristi) anche a moto sdraiata. Il grip offerto dalle coperture in mescola è veramente elevato, sia in frenata che in uscita di curva, il resto tocca a me. Facile a dirsi, un po' meno a farsi.
Il tempo di riordinare le idee e rientro in pista. Il pazientissimo Valerio, mi consegna la Ninja e mi avvio verso i box. La temperatura rimane costantemente sopra i 30°, e l'umidità seppur calata è sempre fastidiosa. Reintegratori accompagnati da litri di acqua aiutano a limitare l'effetto sauna dovuto a tuta e casco. Concentrato e motivato scendo in pista per il secondo turno.
Frena dopo e più forte di qui, apri di più e soprattutto prima di là, ed ecco che viene fuori un discreto 1.52,3. L'importante è abbassare i tempi e migliorarsi.
Tra poco ci sono le prime cronometrate, sono curioso di vedere dove andrò a parare.
Rientro ai box, e mentre Valerio sistema la moto sui cavalletti e rimonta le termocoperte, gli uomini GET collegano il PC per scaricare i dati. I problemi sono legati in particolare alla percorrenza e soprattutto alla ritardata apertura di gas alla "Roma", curva che proprio non riesco a digerire.
20 minuti per migliorare. Entro in pista e cerco di concentrarmi sugli errori dei turni precedenti. Ne viene fuori un 1.51,2 che mi soddisfa, anche in virtù di un costante miglioramento dei tempi.
Venerdì sera tutti alla hospitality del Team Platini per la cena. L'ambiente è rilassato e i piloti sono sempre disponibili a dare un consiglio all'ultimo arrivato. La signora Antonella gestisce con maestria e soprattutto cortesia tutto ciò che non riguarda moto e motori.
Sabato
Il sabato mattina, c'è il secondo turno di prove cronometrate. Baldanzoso sono quasi certo di poter migliorare ancora. La speranza è quella di trovare qualche pilota che mi possa tirare in quelli che considero i miei punti deboli, infilo tuta e casco ed entro in pista. Ne avessi azzeccato uno, parlo dei giri di pista. Causa traffico, finisco i minuti a disposizione e rimango ben al disopra del tempo di venerdì. Di trenini a cui attaccarsi neanche l'ombra. Poco male, non lotto per il Trofeo e l'importante è divertirsi e riportare a casa le ossa nella stessa posizione di quando sei partito. Secondo in griglia del gruppo B. Beh, poteva andare peggio, ma anche meglio.
Serata ricca di risate sotto il tendone del Team Platini. Davvero piacevole l'atmosfera del dopo cena, con meccanici e piloti che si intrattengono fino a tarda sera, complice qualche bottiglia di limoncello.
Domenica, la gara
Montiamo un treno di gomme nuovo, uno scambio di battute con gli uomini Get, e poi tutti in griglia.
Tensione, palpitazioni e respiro affannoso. Allora è così che ci si sente pochi istanti prima di una gara!
I più fortunati hanno la ragazza-ombrello che li ripara dal sole, io non sono così fortunato e me lo becco tutto.
Due consigli al volo su chi devo tenere d'occhio allo start, e poi fuori tutti dalla griglia di partenza.
Il semaforo si accende, punto leggermente l'anteriore con il freno anteriore e lascio leggermente la frizione. Verde, parto e in fondo al rettilineo vengo impunemente passato da due piloti. Cominciamo bene.
Calma e sangue freddo - si fa per dire - inizio a prendere il ritmo. Già al secondo passaggio si gira in 1.50.
Cerco di capire dove posso osare di più e dove i piloti che mi precedono perdono qualche cosa in termini di tempo e spazio. Riesco a guadagnare una posizione e mi accodo nuovamente cercando di capire se il secondo posto è alla mia portata. Un paio di giri di studio, e tento l'attacco. Secondo.
Il primo, però, e bello che andato, Una ventina di metri da recuperare in poco più di tre giri. Una piccola incertezza da parte sua e me lo ritrovo a tiro. Gli sono in scia. La salivazione è azzerata, la fatica inizia a farsi sentire, mentre un orecchio è sempre teso, soprattutto durante le staccate, a cercare di capire se il terzo azzarda il sorpasso.
Rettilineo, e discesa verso il Curvone. Entro più forte e in uscita riesco ad affiancare il primo. Staccata, ed entro per primo ai Cimini. E adesso?!
La mancanza di un riferimento lì davanti è un problema che non mi ero posto.
Testa, anzi casco basso e concentrazione al massimo, mancano due giri. Per una tornata guardo solo avanti e cerco di guidare al meglio.
Dietro fortunatamente secondo e terzo si danno battaglia e come spesso accade i tempi si alzano. La strumentazione indica un 1.49,2 che mi permette di prendere qualche metro di distacco. Alla fine del penultimo giro il distacco dalla coppia inseguitrice è cresciuto ulteriormente e riesco quasi a tirare il fiato, si fa per dire.
Finalmente all'uscita della Roma vedo in lontananza, sul rettilineo, un tizio che ha in mano una bandiera a scacchi. Che sia finita?
La tensione era tale che non ho guardato il conta giri, ma lo sventolio della bandiera mi porta pensare che la gara sia finalmente finita.
Che botta di adrenalina. Sono fortunati i partecipanti a questo monomarca: ambiente rilassato e conviviale, moto dalle prestazioni elevate, e tanto, ma tanto divertimento durante le gare.
Nel parco chiuso ci ritroviamo in tre, tutti esaltati e ancora in preda all'euforia. Pacche sulle spalle e complimenti per tutti. A dopo per la premiazione.
L'appuntamento è rimandato al 2009, quando a scendere in pista saranno le nuovissime ZX-6R ‘09.
Francesco Paolillo
Foto: Kawasaki Italia
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