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Da quando è stata introdotta la regola sulla pressione degli pneumatici, dal GP di Gran Bretagna del 5 agosto, si parla molto più di gomme che di piloti e moto. Quello che colpisce è la presa di posizione praticamente unanime dei piloti: “Questa regola delle pressioni è un incubo” dicono più o meno tutti, magari con parole differenti. Cosa sta succedendo? Ne parliamo con Piero Taramasso, responsabile di tutte le corse della Casa francese. Come sempre, Piero affronta tutte le critiche, dice la sua versione, spiega i motivi per cui è stata introdotta questa norma, che tanto sta facendo discutere.
“La pressione delle gomme è un parametro che va gestito esattamente come si gestisce la potenza del motore, il consumo di carburante e tutto il resto”.
Ecco, però uno dei punti critici è proprio questo: a differenza degli altri parametri, questo non sembra controllabile, ci sono troppe variabili che incidono sul valore della pressione.
“Non è proprio così: questo sistema lo stiamo utilizzando già da diverse stagioni: sanno come fare. Tanto è vero che da quando è stato introdotto questo regolamento, sono state molte più le gare dove i valori sono stati rispettati di quelli anomali. Puoi prenderti un margine per essere sicuro di rispettare i limiti”
Però i piloti si lamentano…
“Credo che abbiano presa male questa regola fin da principio, come avviene con tutte le novità. Ma non è un problema di pressione e di temperatura: a Sepang, la mescola scelta, la media anteriore, era troppo morbida. Da qui la sensazione che ci fosse qualcosa dovuto alla pressione e alla temperatura, ma non è stato così. Siamo al limite con tutto: non dico che sia semplice, ma qui ci sono i migliori tecnici del mondo. E anche i piloti devono sapersi adattare”.
Nel podcast, Taramasso spiega perché è stata introdotta questa regola e chi ha deciso. Ma perché i piloti sottolineano l’impossibilità di fare sorpassi? Taramasso risponde anche a questa critica.
Poi si passa ad analizzare l’articolo e le considerazioni del nostro ingegnere, Giulio Bernardelle, che su Moto.it ha spiegato con la solita chiarezza le problematiche dovute alle Michelin. Taramasso risponde punto per punto al nostro ing.
“All’inizio, nel 2016, 2017 e 2018, effettivamente le nostre gomme erano molto sensibili alle piccole variazioni di temperatura, ma adesso non è più così: abbiamo mantenuto solo le mescole più polivalenti. Abbiamo dovuto lavorare parecchio per eliminare questa problematica, che va all’estremo solo nei circuiti con molte sollecitazioni, abrasivi e temperatura di asfalto molto elevata”
Qualcuno dice: le moto si sono evolute, le gomme no. E’ così?
“Negli ultimi due anni le moto hanno avuto un’evoluzione pazzesca. Perché Michelin non si è adeguata? Dorna e piloti vogliono stabilità, l’anteriore attuale piace e ci hanno chiesto di mantenerlo. Noi continuiamo a lavorare, nel buio. Poi c’è un altro fattore: aumentano le gare e diminuiscono i test, non c’è tempo per sviluppare. Comunque è vero: le moto si sono evolute più velocemente rispetto alle gomme”.
Secondo Bernardelle, le Michelin soffrono soprattutto di due problemi: Taramasso concorda con il nostro ing.
“Per questo lavoriamo sugli pneumatici più rigidi. Ma l’effetto sottolineato da Giulio non succede solo a Michelin, ma a tutte le gomme di tutto il Motorsport, è un qualcosa di fisico: si può migliorare, ma non si può eliminare”.
Giusto imporre la regola, ma dovrebbe essere più semplice e facile da far rispettare: perché non misurare la pressione sulla griglia di partenza?
“Si può fare, è una soluzione presa in considerazione. Ma è meno precisa, in gara il valore della pressione cambia: ecco perché noi abbiamo chiesto di verificarlo durante il GP. Sicuramente è più complicato, ma è più realistico”
Taramasso spiega anche come avviene il controllo e perché ci vuole un po’ di tempo prima di sapere se qualcuno è andato fuori norma.
#atuttogas torna domenica prossima: un’altra puntata tutta da ascoltare, anche sulle principali piattaforme podcast.