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E’ giovedì 13 ottobre quando sul telefono di alcuni giornalisti italiani arriva un lungo messaggio di Andrea Migno. Inizia così: “Mi sembra chiaro che ci sia qualcosa di sbagliato, mi riferisco alle CATEGORIE MINORI, quelle dei ragazzi GIOVANI, degli adolescenti. E sottolineo che mi riferisco a quelle che possono essere la Moto3, la PreMoto3, o una SuperSport300, quelle categorie che si sono AMMALATE nel corso degli anni. Ormai non basta più neanche il morto per far cambiare le cose, come dobbiamo fare? A chi ci dobbiamo rivolgere? Sono anni che se ne parla, ma le cose non cambiano e vanno sempre PEGGIO!”. Dopo altre interessanti valutazioni, il messaggio di Miglio continua così: “Oggi in ogni gara, in ogni fine settimana, un gruppo di 20 e più piloti rischiano la vita COSTANTEMENTE perché si ritrovano costretti a inseguirsi e speronarsi per arrivare al risultato finale…” Secondo Andrea “sarebbe ora di dare ai giovani la possibilità di FARE LA DIFFERENZA in sella alle loro moto… nelle categorie minori non accade più… Sono MOTO TECNICAMENTE TROPPO FACILI DA PORTARE AL LIMITE”.
Un pensiero condiviso da tanti, per esempio anche da Maverick Vinales, uno che, purtroppo, ha perso un cugino nel 2021. “Sono moto pesanti come una MotoGP - ha detto Maverick - che vanno pianissimo in rettilineo, con componenti da moto da strada. Impossibile fare la differenza, non era così ai nostri tempi quando si correva con la 125”.
Quale può essere la soluzione? Ne parliamo con Andrea Migno, da sempre attento ai problemi di sicurezza del motociclismo.