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Cinque vincitori, 13 piloti differenti sul podio, Fabio Quartararo, il campione del mondo, ancora davanti a tutti nel mondiale, sicuramente il favorito a succedere a se stesso. Si torna in pista il 7 agosto a Silverstone: ecco promossi e i rimandati della prima parte del campionato. Naturalmente, seguendo l’ordine della classifica.
Ha iniziato la stagione con la catena scesa, avvilito da una Yamaha esattamente uguale a quella dell’anno precedente, lenta come me in rettilineo. Poi, nella sfida ravvicinata con Marquez negli Stati Uniti, ha capito che poteva abbandonare la calimerite per provare a sfruttare al meglio quel poco che ha. Da lì in poi, ha ottenuto cinque podi in sette gare, tre vittorie e due secondi posti, dimostrando di essere il più forte di tutti, sicuramente il più completo.
Non è un campione. Cade troppo. Va veloce, ma… Se ci fosse un pilota vero, chissà cosa farebbe l’Aprilia… quante se ne sono dette e scritte su Aleix Espargaro, che a 32 anni ha raggiunto un livello pazzesco, impensabile fino al 2021. Aleix è fortissimo, senza se e senza ma. Una vittoria, quattro podi consecutivi, il quinto gettato al vento per aver visto chissà cosa a Montmelò, una rimonta ad Assen, manco fosse Valentino Rossi o Marc Marquez. Bravissimo. Sotto certi aspetti, fino adesso il più entusiasmante.
Sembra strano, ma è lui il primo pilota Ducati in classifica generale. Quattro podi, divisi equamente tra secondo e terzo posto, una dedizione totale alla causa Ducati, mai appariscente, ma spesso molto concreto, pur ancora con qualche “basso” di troppo per uno che punta giustamente in alto. Riuscirà a vincere prima o poi un GP? Difficile, ma nemmeno impossibile.
Disastroso, poi fenomenale, poi di nuovo disastroso, poi di nuovo fenomenale. Benvenuti sulle montagne russe di Pecco Bagnale, pilota velocissimo, ma, evidentemente, non ancora completo come lo è, per esempio, Quartararo. Le difficoltà iniziali hanno una giustificazione, la GP22 non era ancora pronta e c’è stato un po’ di casino, le cadute a Le Mans e Sachsenring, però, sono solo colpa del pilota. Ma le vittorie ottenute - tutte stra meriate e di altissimo livello - certificano le sue capacità. Il mondiale sembra ormai andato, ma è così veloce che si può anche sognare il miracolo.
Ha sfruttato al meglio il vantaggio iniziale di avere la GP21, in quel momento più competitiva della GP22. Ha vinto tre gare quasi in fotocopia, con un grande acume tattico e un controllo totale della situazione. Ha già fatto molto più delle aspettative, ma, come si sa, l’appetito vien mangiando, quindi non ci si accontenta più. Compito delle vacanze: capire come diventare più costante. Se lo capirà, sarà uno dei più forti.
Nove volte su undici è stato il primo pilota KTM al traguardo. In gara non molla mai l’osso, ce ne sono pochi con la sua tenacia. Se impara a essere veloce anche in qualifica, diventa tosto.
Sotto l’aspetto umano è uno dei più grandi in assoluto, non solo di questo campionato, ma come pilota sembra non evolversi più di tanto. E’ veloce, velocissimo, ma ripete sempre gli stessi errori, incapace di essere costante per tutto il campionato. Per questo, ha perso il posto nella squadra ufficiale Ducati. Tre podi, non male, ma non basta.
Ritengo il campione del mondo 2020 uno dei piloti di altissimo livello, per questo non mi capacito che non sia nemmeno salito una volta sul podio, incapace di uscire da una involuzione preoccupante e da un calo di concentrazione e motivazioni forse inevitabile. Un presente complicato e un futuro al momento incerto: ha passato periodi migliori.
Ha iniziato bene, ma poi se c’è qualcosa che può andare storto, a lui va storto. In ogni caso, batte il compagno di squadra due podi a zero.
Vince un GP, andando fortissimo sull’acqua, ma il bilancio rimane negativo: uno come lui dovrebbe avere un altro passo. Da un po’ sembra non credere più nel progetto KTM.
La velocità continua a esserci, come confermano le prestazioni in prova e i due podi conquistati. Le difficoltà iniziali della GP22, i problemi fisici e, forse, qualche imprevisto sul futuro - lui era sicuro di avere già il posto nella squadra Ducati ufficiale - lo hanno un po’ sgonfiato. Ma è uno su cui puntare per il futuro.
In Germania e in Olanda ha fatto vedere di stare tornando il pilota fenomenale del 2016 e del 2017. Ci ha messo un po’ di tempo, ma adesso sembra essere sulla strada giusta. Teoricamente, può solo migliorare.
Inevitabile chiedersi: come ha fatto a correre nel 2021 e nel 2022 in quelle condizioni? Speriamo torni presto e, soprattutto, torni fisicamente a posto.
Si sapeva che era veloce, ma in MotoGP sta facendo ancora meglio di quanto ci si aspettasse. Bravo Marco, continua così.
E’ veloce, è costante, sa guidare, ma ancora non ha espresso il suo potenziale. L’inizio di campionato è stato molto complicato, poi si sono visti miglioramenti importanti. Ma deve fare un altro passo in avanti.
La situazione è difficilissima, tra una moto poco competitiva e un futuro a dir poco incerto. Poi lui ci mette del suo con sbagli poco giustificabili.
Rimane l’unico pilota Honda ad essere salito sul podio e per questo merita un voto in più. Ma, di fatto, si è visto solo in Qatar.
Ci prova, come dimostrano le cadute, ma questa Honda non fa decisamente per lui. Non vede l’ora di salire sulla Ducati.
D’accordo, non ha più Ramon Forcada al suo fianco, ma certe difficoltà non si spiegano pensando a quanto era andato forte con la Yamaha nel 2020. Deve riprendersi, ma come?
L’inizio è stato quasi traumatico, poi ha trovato una buona base e ha cominciato ad andare forte, perlomeno in qualifica. In gara gli manca ancora un po’, ma merita la MotoGP.
Alla fine, considerando che viene dalla Moto3, non sta nemmeno andando così male.
Il sogno Yamaha si è trasformato in un incubo: con questa moto era convinto di giocarsi il titolo che gli era sfuggito con la Ducati. La realtà, purtroppo, è ben differente: colpisce che uno come lui abbia fatto questo sbaglio di valutazione.
La KTM non è facilissima, il team Tech3 uno di quelli tecnicamente messi peggio della MotoGP: difficile anche per un campione del mondo.
E’ in lotta per motivi contrattuali con la KTM fin dal 2021: sinceramente trasmette poca voglia e poca professionalità.