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Il round di Magny Cours è stato il più intenso di tutta la stagione, non solo perché ha deciso i campionati Superbike, Superstock 1000 e Supersport 300, ma anche perché ci ha regalato gare incerte e combattute e risultati che resteranno a lungo nella storia del motociclismo. E’ stato il weekend dei primi e degli ultimi.
In Francia Jonathan Rea è stato il primo pilota ad aver vinto quattro titoli mondiali Superbike consecutivi, Ana Carrasco la prima donna a vincere un campionato mondiale su pista che non fosse riservato solo alle donne, Markus Reiterberger l’ultimo campione della Stock 1000 e Fedederico Sandi il vincitore dell’ultima gara della stessa categoria.
Ed è stata anche l’ultima volta di una troupe di Mediaset nel mondiale Superbike, visto che l’azienda milanese non rinnoverà il proprio contratto con Dorna (e trasmetterà da studio gli ultimi due appuntamenti della SBK, in Argentina e Qatar).
Rea e la Kawasaki hanno scritto un'altra pagina di storia di questo campionato, e niente ha potuto uno stoico Davies che ha corso facendo finta di non sentire il dolore alla clavicola fratturata. Rea e la Kawasaki, un binomio vincente che al momento non vede rivali in grado di impensierirli. Ma contrariamente a quanto molti possono pensare il prossimo futuro vedrà in campo forze nuove, decise a rompere l’egemonia della casa di Akashi e del suo Cannibale. La Honda ha deciso di tornare ad occuparsi ufficialmente del mondiale delle derivate dalla serie e mostrerà il suo interesse già nel 2019 per poi entrare in forze l’anno successivo. La BMW vuole tornare a fare sul serio, per portare in alto la sua nuova S10000RR (non perdetevi l’intervista che abbiamo fatto a Shaun Mir general manager del team Milwaukee, che però non si chiamerà più col nome dell’azienda americana produttrice di utensili) Sono molti i team privati che stanno chiedendo alla Ducati di poter acquistare la nuova V4, convinti della validità del progetto. Per finire non dimentichiamoci che la Yamaha il prossimo anno schiererà quattro moto, ed intende affidarne una ad un certo Melandri, che non vede l’ora di mettersi alle spalle i piloti del team ufficiale Ducati.
PAGELLE
Jonathan Rea – voto 10 e lode – Non ha vinto la Superpole, ma merita una lode enorme per aver conquistato il suo quarto titolo mondiale il sabato e per aver dimostrato la domenica come questo storico successo non abbia minimamente intaccato la sua voracità. In gara2 è partito come una furia dalla terza fila, ha fatto un solo boccone di VdMark, è arrivato come un falco alle spalle di Davies ed ha vinto la strenua resistenza del gallese. Forse perché vuole battere il record di vittorie in una stagione che appartiene a Polen con 17 gare vinte e visto che sino ad ora ne ha accumulate 14, per farlo deve vincere tutte quelle che restano in calendario. Incredibile, ma Rea.
Chaz Davies – voto 9 - “La spalla? Potrebbe andare meglio” Questo mi ha detto prima di gara due, sulla linea di partenza. In realtà il dolore era forte, specialmente in gara quando per resistere in staccata agli attacchi di Rea violentava la sua Panigale e la sua clavicola destra, tenuta insieme da una placca e qualche vite. Il solito indomabile leone, che piace tanto ai ducatisti.
Marco Melandri – voto 6,5 – Dopo un’orrenda Superpole, Marco cerca di rifarsi in gara, ma porta a casa solo due piazzamenti. Rispetto a qualche tempo fa ora si danna per stare davanti, ma questa Panigale non fa proprio per lui.
Tom Sykes – voto 7,5 – Sabato è l’ultimo a cedere al Cannibale, mentre domenica si sveglia nel finale, ma soffia troppo tardi sul collo di VdMark. Il periodo buio sembra ormai alle spalle, anche perché Tom deve dare il massimo per ricordare a tutti di meritarsi una sella competitiva per il prossimo anno.
Michael van der Mark – voto 7 – Alti e bassi per l’olandese della Yamaha che dopo una brutta Superpole ed una gara 1 da dimenticare, rigira come un calzino la sua R1 e trova finalmente l’assetto giusto per stare li fino alla fine con Rea e Davies. Se vi pare poco……….
Lorenzo Savadori – voto 7 – Un weekend a tutto gas per il giovane pilota italiano. Terzo in Superpole sabato, memore di quanto accaduto a Portimao, decide che un quarto posto è molto meglio di una caduta. Domenica viene penalizzato dalla stupida regola della griglia invertita e non può andare oltre un onorevole sesto posto. Sempre più “consistent”.
Xavi Fores – voto 8 – Il privato più veloce della Superbike va come un dannato ogni volta che scende in pista per dimostrare se verrà sostituito non sarà per suo demerito. Quarto in Superpole, in gara1 sale sul terzo gradino del podio, primo dei piloti Ducati. Domenica paga anche lui la demenziale griglia invertita e si deve accontentare dell’ottava posizione. Continuerà a lottare come Don Chisciotte contro i mulini vento. E noi siamo con lui.
Eugene Laverty – voto 5 – Disputa uno dei round più brutti da quando corre in Superbike. Forse deconcentrato e impensierito dalle voci di mercato (che non gli sono favorevoli) non trova mai il bandolo della matassa. Reset please.
Leon Camier – voto 4,5 – Il suo campionato era iniziato bene, ma l’infortunio di Aragon e soprattutto la nuova elettronica della sua Fireblade gli hanno tarpato le ali. Datti da fare Leon che mamma Honda ti tiene gli occhi addosso.
Alex Lowes – voto 4,5 – Quinto in Superpole, cade in gara1 ed è settimo in gara2. Mi fermo qui perché non è bello sparare sulla Croce Rossa.