Andrea Buzzoni: “Siamo il laboratorio in pista di BMW”

Andrea Buzzoni: “Siamo il laboratorio in pista di BMW”
E’ stato presentato a Milano il BMW Motorrad Italia Superbike team. Il general manager Andrea Buzzoni ci parla della sua quinta stagione nei campionati delle derivate dalla serie e di una squadra che rappresenta il punto di riferimento per BMW nel settore racing | C. Baldi
9 dicembre 2014

E’ stata presentato oggi a Milano il BMW Motorrad Italia Superbike team. La squadra gestita da Andrea Buzzoni ha mantenuto invariato lo staff tecnico ed il pilota, ma porterà in pista una S1000RR rinnovata e ancora da sviluppare per quanto riguarda le competizioni.
Dopo una stagione caratterizzata dai molti incidenti dei quali è stato vittima Sylvain Barrier, dentro e fuori la pista, il team italiano è determinato a sfruttare tutta l’esperienza maturata in questi cinque anni, iniziati vincendo al debutto la Superstock 1000 FIM Cup con Ayrton Badovini, proseguiti da team ufficiale BMW in Superbike sino ad arrivare alla sua struttura attuale, a metà tra team privato ed ufficiale.

 

 

Andrea Buzzoni
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Tra pochi mesi inizia per il BMW Motorrad Italia team la quinta stagione nei mondiali delle derivate dalla serie. Quali sono i vostri obiettivi?

«Nella prossimo campionato vogliamo conquistare risultati migliori rispetto a quelli ottenuti lo scorso anno. Quella del 2014 è stata per noi una stagione difficile, costellata dai molti infortuni di Barrier. Alla fine possiamo dire che sia stata una stagione comunque proficua, perché se sommiamo i punti ottenuti dei tre piloti che si sono avvicendati sulla nostra moto risulta chiaro che saremmo stati noi i più vicini a Salom, che si è aggiudicato il titolo della classe EVO. Disponiamo di un pacchetto, formato da moto, tecnici e pilota, molto competitivo ma non dimentichiamoci che, rispetto ai team ufficiali, noi non siamo supportati dal racing department della casa madre e quindi il nostro obiettivo è quello di primeggiare tra le squadre non supportate direttamente, con la speranza che Barrier si possa inserire spesso tra i piloti dei team ufficiali».

 

E per farlo disporrete di una nuova S 1000 RR

«Partiamo da una moto nuova che dobbiamo sviluppare per portarla ad essere competitiva. Questo significa che lavoreremo molto sulla parte elettronica, che stiamo elaborando. Il nostro pilota anche in una stagione per lui sfortunata come quella passata, ha dimostrato di essere uno dei migliori giovani talenti del mondiale Superbike e speriamo che il 2015 sia per lui l’anno della definitiva consacrazione ai massimi livelli. La squadra è rimasta invariata proprio perché riteniamo sia un team vincente».

 

Siete il team di riferimento per BMW ma avete una struttura da team privato

«In effetti il nostro team vive questa dicotomia. La nostra è una struttura piccola, da team privato, così come anche i nostri budget non sono certo quelli delle squadre ufficiali. E’ un discorso legato alla realtà di BMW Motorrad Italia, che negli anni ha sviluppato una propria autonomia ed una propria storia nelle settore delle competizioni, mantenendo una professionalità ed una qualità tipica della cultura aziendale BMW. Da una parte abbiamo la grande responsabilità di rappresentare BMW, ma dall’altra portiamo in pista una mentalità ed un metodo di lavoro che ci deriva dall’appartenere alla casa tedesca. BMW ha sempre avvallato il nostro lavoro e le nostre iniziative, anche perché noi rappresentiamo il loro laboratorio in pista. Il nostro lavoro è una fonte preziosa di dati e di conoscenza e anche per questo la casa di Monaco ci supporta in parte, sia economicamente che sotto l’aspetto tecnico».