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Andrea Dosoli ha senza dubbio una lunga esperienza nel racing, sia in Moto2 con il team Forward che in MotoGP con il team Hayate Kawasaki, pilota Marco Melandri. In seguito però è approdato in Superbike, inizialmente con la stessa Yamaha e ancora con Melandri e successivamente con il BMW Motorrad team dove il suo destino si è ancora una volta incrociato con quello del pilota di Ravenna.
Alcuni mesi fa Dosoli è stato richiamato dalla casa dei tre diapason e nominato Road Racing Project Manager, vale a dire responsabile dello sviluppo in pista della nuova Yamaha YZF-R1M, nonché del centro di R&D Racing Yamaha che ha sede in Germania ed è nato per supportare tutti i team che utilizzano la nuova superbike di Iwata.
Abbiamo incontrato il manager italiano a Imola in occasione del quinto round del mondiale Superbike, per comprendere quale potrà essere il futuro di Yamaha nei campionati delle derivate dalla serie, anche alla luce delle voci che parlano di un rientro ufficiale in Superbike nel 2016.
Dalle sue dichiarazioni è emerso che, contrariamente a quanto in molti potevano pensare, non è ancora certo che la R1M sarà al via del mondiale SBK nel 2016 e soprattutto che la casa di Iwata non ha intenzione di organizzare un proprio team ufficiale, come era ad esempio quello che vinse il mondiale con Spies nel 2009.
I tempi in Superbike sono cambiati e le case cercano di appoggiarsi a strutture esistenti e consolidate, con le necessarie capacità tecniche ed economiche, ai quali offrire le proprie moto ufficiali e tutto il supporto necessario per lo sviluppo in pista, soprattutto per quanto riguarda la parte elettronica. Senza una casa alle spalle i team non possono competere ai massimi livelli della Superbike e a loro volta senza un team ben strutturato le case non hanno intenzione di investire di tirare fuori tutto il budget necessario per gareggiare nel mondiale delle derivate dalla serie. Ne è un chiaro esempio il team Aruba Ducati che si è appoggiato alla struttura ed agli uomini della Feel Racing e può contare sul supporto economico dell’azienda di Arezzo. Oppure l’Aprilia, che ha affiancato il team Red Devils di Andrea Petricca o ancora la Honda, che da anni collabora con il team Ten Kate, economicamente supportato da Pata, azienda italiana del settore alimentare. E a proposito di Pata sono molte le voci che parlano della possibilità che l’azienda delle patatine, ovviamente scontenta dei risultati del team olandese, possa il prossimo anno supportare il team Yamaha Superbike, che a questo punto potrebbe anche essere una delle squadre che già quest’anno sono appoggiate in maniera ufficiale dalla casa dei tre diapason.
Ammesso quindi che lo sponsor ci sia e che la struttura ed il team, si possano trovare, mancherebbero i piloti. Visti i trascorsi di Dosoli e di Melandri è ovvio che radio paddock abbia subito legato i due personaggi, per quello che sarebbe un ennesimo ritorno. E a dare adito a queste voci è stata la presenza di Melandri a Imola.
Abbiamo visto il pilota di Ravenna ed il suo manager a colloquio con Dosoli a tarda sera, nella hospitality Yamaha, ma il manager italiano della casa di Iwata ha ovviamente glissato sull’argomento limitandosi a commentare che, per quanto ne sa lui, Marco ha ancora un anno di contratto con Aprilia. Riteniamo che abbia ragione e che la visita di Melandri fosse ad un vecchio amico e non al suo futuro team manager. Però come sappiamo “mai dire mai”.
Ci puoi spiegare quale sia l’attività racing di Yamaha legata alla nuova R1?
«L’impegno di Yamaha nel racing avviene attraverso Yamaha Europe ed è abbastanza ampio. Supportiamo in modo ufficiale 5 team in 4 campionati diversi. Due team nel mondiale Endurance, il GMT94 campione del mondo Endurance nel 2014 e YART (Yamaha Austria Racing Team), il team Milwaukee nel British Superbike (piloti Josh Brookes e Tommy Bridewell) il team MGM nel IDM tedesco (piloti Max Neukirchner e Damian Cudlin) ed il team MRS Yamaha nella Superstock 1000 FIM Cup (piloti Florian Marino e Kev Coghlan). Inoltre, tramite i nostri distributori, supportiamo altre squadre in vari campionati sia nazionali che internazionali, che non si possono definire ufficiali ma con le quali condividiamo le informazioni e gli sviluppi della nuova R1M. Il nostro obiettivo è quello di dare accessibilità alla tecnologia racing a più team, per fare in modo che i piloti possano esprimere il loro potenziale a pari condizioni. Vogliamo riportare un poco di blu nel paddock e, come avrete notato, tutte le nostre moto hanno la stessa colorazione».
Questo per un futuro in SBK?
«Non è l’obiettivo principale. Attualmente vogliamo creare una base e ricostruire quello che in passato è stato lo spirito racing Yamaha. Visto che disponiamo di una moto nata per la pista come è la nuova R1, dobbiamo ricostruire una base che parte da chi va a girare in pista, prosegue con il team privato e arriva al team del mondiale».
Siete soddisfatti di quanto avete fatto sino ad ora?
«Siamo contenti del lavoro svolto sulla nostra nuova moto, che si è già dimostrata competitiva a livello Stock in Spagna, ha vinto nel campionato francese e in quello tedesco. Nella Superstock 1000 FIM Cup quest’anno il livello è molto alto e ci scontriamo con realtà supportate direttamente dalle case, che dispongono di ottimi piloti. In questo campionato stiamo crescendo ed abbiamo già ottenuto un podio con Coghlan, ma vogliamo continuare a crescere e a migliorare».
E la Superbike?
«Attualmente vogliamo offrire ai piloti dei campionati nazionali ed internazionali la possibilità di competere con la nostra R1 ai massimi livelli. E’ chiaro che però, essendosi la moto dimostrata competitiva, ci siano delle aspettative soprattutto da parte dei team e dei piloti che la stanno utilizzando in pista. Aspettative che si rivolgono ovviamente al mondiale Superbike. Al momento non è ancora stato deciso se Yamaha entrerà nel mondiale 2016. Diverse squadre hanno dimostrato interesse nei confronti della nostra moto per quanto riguarda il massimo campionato delle derivate dalla serie, ma ad oggi non c’è ancora nulla di definitivo e di deciso».
Scarti quindi la possibilità di vedere un team ufficiale Yamaha in Superbike?
«Al momento si. Stiamo valutando varie possibilità, ma penso che ci potremo appoggiare a squadre di esperienza già presenti nei campionati delle derivate dalla serie, che abbiano non solo le capacità economiche ma soprattutto quelle tecniche per utilizzare le nostre moto. Al momento però dobbiamo ancora chiarire al nostro interno quali strategie attuare nei prossimi anni riguardo a questo argomento».
Yamaha è impegnata pesantemente in MotoGP. Ci sono le risorse per la SBK?
«Come ti dicevo, se entreremo in sbk sarà per supportare un team che abbia innanzitutto le capacità tecniche necessarie per competere ad alti livelli. In seconda battuta dovrà ovviamente avere anche la struttura e le risorse economiche necessarie, nonché piloti in grado di sfruttare le potenzialità del team e della moto. Stiamo valutando varie competenze. La speranza è di portare avanti questo progetto per dimostrare ai massimi livelli quale sia il grado di competitività della nostra YZF-R1M».
Yamaha
Via Tinelli 67/69
20050 Gerno di Lesmo
(MI) - Italia
848 580 569
https://www.yamaha-motor.eu/it/it/
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