Bautista: “Il mio segreto? Spingo sempre al massimo”

Bautista: “Il mio segreto? Spingo sempre al massimo”
Ecco i commenti a caldo di Bautista, Rea e Davies dopo a Gara-1 ad Aragón
6 aprile 2019

Gara-1, al Motorland Aragón, è stata un'altra cavalcata trionfale e solitaria di Álvaro Bautista, che ci ha ormai abituati a gare dove l’unica cosa incerta è il vantaggio che infliggerà agli avversari. Sempre più a proprio agio con la Panigale V4 di derivazione MotoGP, ad Álvaro oggi sono bastate poche curve per portarsi in testa alla gara ed iniziare a spingere forte, mettendo subito in cassaforte la settima vittoria consecutiva. Nel secondo giro, il pilota della Ducati ha fatto segnare il nuovo record della pista aragonese, in 1’49”755: un crono superiore solo di pochi millesimi al tempo di Laverty in Superpole (il sesto assoluto). Con Bautista che infliggeva un secondo al giro ai suoi avversari più veloci, la gara è vissuta sul bellissimo duello tra Rea, Davies e Lowes, che hanno poi tagliato il traguardo in quest’ordine.

Nelle interviste del dopo gara, il quattro volte campione del mondo ha chiarito come la sua decima posizione in griglia sia stata dovuta ad un errore compiuto nel finale della Superpole.

«Avevamo programmato di sfruttare la gomma da tempo per due giri – ha affermato - ma ho commesso un errore nel primo, e questo ha sconvolto i nostri piani. Partendo dalla decima posizione in griglia non potevo sperare in un piazzamento migliore del secondo posto in gara. Ho studiato a lungo Davies e Lowes, per capire dove erano forti e dove potevo attaccarli, e alla fine ce l’ho fatta... Mi sono divertito molto a lottare con loro, ed è andato tutto bene, se non fosse per il distacco che ci ha inferto Bautista”.

Jonathan Rea
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Sei contento del set up della tua moto?

«Si. Non posso chiedere di più alla mia moto o alla mia squadra. La mia Ninja è superiore a quella dello scorso anno. Sono soddisfatto di quanto stiamo facendo. Stiamo spingendo al massimo e mettendo alla frusta tutti componenti della nostra moto. Di più non possiamo fare, anche perché con questo nuovo format abbiamo solo due sessioni per provare qualcosa di nuovo».

Cosa ci puoi dire della caduta di Reiterberger in partenza?

«Sono partito forte, ma Markus si è spostato all’interno e ci siamo toccati. Mi spiace che sia caduto, ma non potevo farci niente. Prima di partire lui ha posizionato la moto al di là della linea gialla, e poi l’ha spostata indietro nella posizione corretta. Probabilmente era nervoso, e quando si è spento il semaforo ha preso una traiettoria che è venuta a contatto con la mia, mentre arrivavo molto veloce da dietro».

Ora che li hai visti da vicino, che differenze hai notato tra Bautista e Davies?

«Bautista non commette errori, mentre Davies ne fa ancora molti…».

Una considerazione che non fa una grinza: Bautista è apparso da subito padrone della sua Panigale, mentre Chaz, per molti motivi, non è ancora riuscito a domarla. Ma dopo la gara di oggi possiamo dire che sia scoccata la scintilla tra il gallese e la nuova Panigale?

Lo abbiamo chiesto al diretto interessato, che è stato molto chiaro.

«No – è stata la risposta secca di Davies – oggi le cose sono andate meglio. Qui abbiamo fatto dei test che di certo mi hanno aiutato, ma non hanno cambiato di molto la mia situazione. Non sono ancora a mio agio sulla V4. Oggi sono salito sul podio e sono felice, ma non abbiamo ancora risolto i nostri problemi».

Non puoi prendere spunto dal setting di Álvaro?

«No, è impossibile. Siamo diversi anche fisicamente, e guidiamo in due modi diversi. Prima devo imparare a conoscere davvero questa moto, e poi inizierò ad adattarla al mio stile di guida».

La Panigale deve ancora migliorare nelle staccate e nelle curve lente. Proprio dove tu sei da sempre uno dei piloti più forti. Può essere questo il problema?

«Si può essere. E’ uno dei problemi che abbiamo. Ma spero sia solo questione di tempo».

E mentre il tempo passa il vantaggio di Bautista aumenta. Le sue vittorie sembrano delle passeggiate, tanto che abbiamo provato a provocarlo.

Oggi ad un certo punto non hai pensato di aver sbagliato strada, visto che non avevi più nessuno alle tue spalle?

«No, assolutamente. Oggi avevo visto nelle prove che c’erano alcuni piloti che avevano un passo molto veloce, ed è per questo che ho spinto forte nei primi giri: volevo staccarli per poi gestire la gara. Ci sono riuscito, e mi sono divertito a guidare come mi piace e a sentire mia questa moto».

Com’è stato vincere davanti al tuo pubblico?

«E’ stato molto bello. Sono contento di aver vinto qui ad Aragón con molti tifosi ad incitarmi».

Domani potrà cambiare qualcosa nella gara sprint di soli 10 giri?

«Penso di si, non solo perché in dieci giri tutto può succedere, ma anche perché correremo alle undici e farà freddo. Forse i miei avversari del nord Europa sono abituati a correre con le basse temperature, ma per me potrebbe essere un problema».

Le altre Panigale V4 si stanno avvicinando al vertice...

«Oggi Chaz è andato molto forte, e questo mi fa molto piacere, perché so quanto stia lavorando e si stia impegnando per aumentare la propria competitività con la nuova Panigale. Spero che presto si possa avvicinare anche a me. Sarebbe una bella lotta».

Rea ha detto che Chaz fa ancora molti errori, mentre tu non ne fai. Qual è il segreto?

«La costanza. Io cerco di essere veloce dal primo all’ultimo giro, mentre altri piloti sono più alterni. Vedo che i tempi variano da un giro all’altro, mentre io cerco di mantenere sempre gli stessi tempi, stando concentrato al massimo per tutta la gara. Forse è questa la differenza, e di certo mi deriva dalla MotoGP. Là siamo sempre tutti al massimo da quando entriamo in pista a quando ne usciamo».

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