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Quando mancano meno di due mesi all’inizio del campionato mondiale Superbike, analizziamo quali sono le Case, le squadre e i piloti che daranno vita alla stagione 2019.
Rea e la Kawasaki puntano diritti al quinto titolo consecutivo, ma dovranno fare i conti con Bautista e la nuova V4, grandi novità di questa SBK 2019. Bautista cercherà di sfruttare tutto il potenziale della nuova quattro cilindri di Borgo Panigale, e sarà di stimolo e di riferimento anche per Chaz Davies. Due i team privati Ducati al via: il Barni Racing, con Michael Ruben Rinaldi, e il GoEleven con Eugene Laverty.
La Yamaha ha confermato Lowes e VdMark, ma ha deciso di dare a Melandri la possibilità di “vendicarsi” della Ducati che gli ha preferito Bautista. Al fianco del ravennate vedremo Sandro Cortese, fresco campione Supersport 2018.
Rivoluzione in casa Honda, che ha deciso di impegnarsi seriamente in SBK assieme a Moriwaki, ed ha sostituito il team Ten Kate con il team Althea: confermato Camier, per quanto riguarda i piloti le novità riguardano Kiyonari e la giovane promessa Delbianco. Grandi novità anche in Casa BMW, che fornirà la nuova S1000RR al team SMR: i piloti saranno l’esperto Tom Sykes, che vorrà dimostrare di andar forte non solo con la Kawasaki, ed il pupillo Markus Reiterberger.
Diciotto piloti al via, due meno dello scorso anno ma, almeno sulla carta, tutti competitivi.
Dorna propone l’ennesimo nuovo format, inserendo una terza gara denominata Superpole Race. Il promoter spagnolo non riesce a dare un identità al mondiale delle derivate dalla serie: infatti ha praticamente sacrificato la vecchia Superpole sull’altare delle televisioni, che non la ritenevano abbastanza interessante, ma ha mantenuto le due gare, spostandole in giorni diversi. E per il 2019 ha inserito la gara sprint, che avrebbe potuto essere una valida opportunità di spettacolo se fosse stata disputata il sabato, dopo la Superpole, dando così ancora più rilievo alla gara della domenica, il main event: invece è stata inserita la domenica mattina, poche ore prima della terza gara. Si assegnerà metà punteggio (12 punti al primo, 9 al secondo, 7 al terzo e così via sino al nono, che prenderà 1 punto), e stabilirà le prime nove posizioni sulla griglia di Gara-2.
In questo modo la gara sprint ha poche ragioni di esistere: perché un pilota dovrebbe dare il massimo in questa mini gara, con il rischio di una caduta che potrebbe compromettere la sua partecipare alla terza gara, quella che assegna invece il punteggio pieno?
Un’occasione sprecata, un ennesimo strano miscuglio, difficile da comprendere per il pubblico ma anche per i piloti, che hanno già espresso tutti i loro dubbi. Avrebbe potuto essere la spettacolare gara del sabato, ma si è trasformata in una terza gara inutile, che aumenterà i costi dei team.