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Federico Caricasulo è nato a Ravenna nel 1996. Dopo aver iniziato nel Trofeo Honda, passa direttamente nel CIV e nel 2014 si aggiudica il titolo della Supersport, piegando i due senatori Stefano Cruciani e Massimo Roccoli, che dichiara profeticamente “Sentiremo parlare molto di questo ragazzo”.
Due anni nella Stock 600, lottando in ogni gara con avversari che si chiamavano Michael Ruben Rinaldi e Toprak Razgatlioglu, e poi nel 2016 il grande salto nel mondiale Supersport, sempre nella squadra che lo aveva fatto crescere, il team Evan Bros di Fabio Evangelista, che ha base a Ravenna, ad un passo da casa sua.
Il biglietto da visita di Federico nel World SSP è un sorprendente secondo posto nella gara inaugurale di Phillip Island, con una CBR Honda che inizia a sentire il peso degli anni, ma che i tecnici della sua “squadra/famiglia” riescono a far volare. L’anno seguente è nel mirino dei team ufficiali e staccando il cordone ombelicale che per anni lo aveva legato al team Evan Bros, passa al team Yamaha GRT. Con la sua nuova squadra chiude la stagione al quinto posto, dopo un campionato non facile, caratterizzato da incidenti e cadute, ma anche dalle sue prime due vittorie mondiali di Buriram e Jerez. E’ quinto anche nel 2018 sempre con la stessa squadra, salendo sul primo gradino del podio nella gara di casa di Misano. Il resto è storia recente. Caricasulo è pronto per lottare per il titolo mondiale, ma lo vuole fare con la “sua” squadra e quindi torna a casa, a Ravenna, ancora nel team Evan Bros.
Ora quando mancano quattro gare al termine del campionato, è secondo a 15 punti dal compagno di squadra Randy Krummenacher. Una stagione da incorniciare con otto podi in otto gare e le due vittorie di Assen e Jerez. L’italiano e lo svizzero stanno letteralmente dominando questo campionato ma riescono a convivere senza attriti sotto lo stesso tetto.
Come vivi questo dualismo con Krummenacher?
"Bene. Siamo nello stesso box, ma i nostri rapporti sono ridotti al minimo. Ci stimiamo e rispettiamo, ma sappiamo che nessuno farà mai “sconti” all’altro solo perché facciamo parte della stessa squadra. Il team lavora benissimo con entrambi, senza fare nessuna distinzione e questo farà si che alla fine vincerà chi sarà stato il più forte nell’arco dell’intero campionato."
Mancano solo quattro gare. Cosa ci puoi dire delle piste dove si deciderà il mondiale?
"Sono tutte piste che mi piacciono e questo mi aiuterà molto. Però sono tracciati dove anche Randy è sempre andato forte e quindi penso proprio che si deciderà tutto nell’ultima gara in Qatar."
E’ il tuo quarto anno nel WorldSS ma il primo nel quale sei in lotta per il titolo. Cosa è cambiato rispetto alle scorse stagioni?
"Penso che lo scorso campionato sia stato il più importante per me ai fini della mia maturazione. Mi ha aiutato ad avere ancora maggiore fiducia in me stesso. Quest’anno sono in un team fantastico, che fa di tutto per assecondare le mie richieste e per mettermi nelle condizioni di lottare sempre per la vittoria. A questo bisogna aggiungere che le nostre moto sono le più competitive, come dimostrano i risultati, e quindi possiamo dire che quest’anno ci sono tutti i fattori necessari per una stagione ad altissimo livello."
E poi sei tornato nel “tuo team”.
"L’atmosfera che si respira nella nostra squadra ci aiuta molto. E’ un team piccolo, con poche persone che lavorano sempre con il cuore, oltre che con una grande professionalità, e questo per un pilota è un fattore determinante. Quest’inverno stavo per firmare con un’altra squadra (il team GMT94 ndr) ma nonostante mi offrissero un compenso maggiore, quando ho visto che c’era la possibilità di tornare nel team Evan Bros non ho avuto dubbi ed i risultati stanno confortando questa mia scelta."
Ci sono stati, in un passato anche recente, piloti che sono stati veloci e vincenti solo in Supersport. Tu hai intenzione di rimanere ancora in questa categoria o vorresti cimentarti in un'altra?
"Penso che sia arrivato il momento di passare in Superbike. Sto valutando diverse possibilità per il 2020, compresa quella di restare in Supersport nel team Evan Bros per essere ancora più competitivi, ma il mio obiettivo è quello passare in Superbike, anche perché ritengo che il mio stile di guida si adatti più ad una 1000 che non ad una 600. Ci sono alcune trattative in corso e spero che qualcuna vada a buon fine per trovare una buona sistemazione nella classe maggiore."
Lo speriamo anche noi, visto che non ci sono molti piloti italiani in Superbike. Come mai secondo te?
"E’ vero. Nel nostro paddock non ci sono molti italiani ad alto livello. Penso che questo sia dovuto al fatto che la categoria del CIV che lancia i giovani in prospettiva mondiale sia la Moto3, e quindi dalla Moto3 è più naturale passare poi al mondiale GP che non alla SBK. In effetti, parlando delle posizioni di vertice, in Supersport ora ci siamo solo io e De Rosa, mentre in Superbike ci sono Melandri e Rinaldi, ma Marco come sappiamo smetterà a fine stagione."
E magari potresti essere tu a raccoglierne il testimone.
"Mi piacerebbe, ma al momento non mi posso sbilanciare. So che il mio manager sta lavorando in tal senso, ma per ora, anche per scaramanzia, non posso dire nulla di concreto. Certo mi piacerebbe restare nell’ambito Yamaha, visto che sono ormai tre anni che corro con loro."
Ci puoi dire quali sono i tuoi punti deboli e quelli dove invece ti senti più forte?
"Il mio punto debole potrebbe essere la tattica di gara. A volte faccio fatica a “leggere” la fase finale e a capire quando è meglio sferrare l’attacco decisivo. Ma lo so e ci sto lavorando. Il mio punto forte è invece senza dubbio la costanza di rendimento e di risultati."
Ed è vero. Caricasulo è certamente un pilota che fa parte delle ultime generazioni, quelle che ci stanno consegnando piloti estremamente professionali, che lasciano poco spazio all’immagine ed alle apparenze. Poco “fumo” e tanto arrosto insomma. La conferma l’abbiamo avuta valutando la stagione 2018 e quella attualmente in corso e prendendo in considerazione i risultati dei cinque piloti più importanti del mondiale Supersport.
Quello che ha ottenuto più podi è stato proprio Caricasulo con 14, seguito da Cluzel con 11 e Krummenacher con 10. Per quanto riguarda le vittorie Cluzel ne ha conquistate 7 contro le 5 di Krummenacher e le 3 di Caricasulo e Mahias. Federico è primo nella speciale classifica delle seconde posizioni (6 contro le 5 del suo compagno di squadra) e delle terze posizioni (5 come De Rosa, contro le 4 di Mahias).
Sempre considerando gli ultimi due anni il francese del team Puccetti è quello che ha ottenuto il maggior numero di pole position (7) ma Caricasulo è secondo con 4. Infine per quanto riguarda le partenze dalla prima fila il pilota italiano della Yamaha ne può vantare ben 15, contro le 13 di Mahias e le 10 di Cluzel. Sono numeri che confermano che, proprio come ha affermato Federico, il suo punto di forza è la continuità di rendimento, la capacità di restare sempre nelle parti alte della classifica in gara e in campionato.
Nascosto dietro ad un carattere serio e riservato, Caricasulo è senza dubbio un pilota di talento, una delle più belle realtà del nostro motociclismo, destinato a ricalcare le orme di quei piloti italiani che in passato hanno fatto la storia della Superbike.
Per quanto riguarda la Supersport, Federico è sino ad ora il secondo pilota italiano più vincente di tutti i tempi, con 5 gare vinte (come Crutchlow e Mahias) contro le 6 di Paolo Casoli. In questo finale di campionato il suo obiettivo è quello di vincere il titolo mondiale, magari raggiungendo e superando l’ex pilota di Ducati e Yamaha.