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E’ ora di fare sul serio. Chaz Davies, un passato nelle serie britanniche e poi nel Motomondiale (è uno dei pochi amici veri di Casey Stoner, con cui ha condiviso gran parte dell’avventura di gioventù) ha avuto una carriera piuttosto travagliata in SBK, senza restare mai più di un anno in sella alla stessa moto nella classe superiore.
Dopo la vittoria del Mondiale Supersport del 2011 con la Yamaha R6 del team ParkinGO, è approdato alla classe regina con Aprilia. L’anno successivo passa a BMW, e nel 2014 torna in sella ad una Ducati dopo l’avventura del 2007 con la Desmosedici del team Pramac.
Qualche vittoria ogni anno non gli è mai mancata, almeno fino all’anno scorso quando la Panigale ha pagato caro un regolamento fortemente penalizzante per le bicilindriche. Una situazione che Chaz non vede l’ora di sistemare, come ci racconta durante la presentazione del team Ducati-Aruba qui ad Arezzo.
Ma iniziamo dall’anno scorso: cos’è mancato, cosa gli ha impedito di vincere?
«Credo che il pezzo mancante nel puzzle fosse un mix di stabilità e grip nella seconda metà di gara. A volte mi sentivo forte, a mio agio nei primi 7/8 giri, poi il grip spariva improvvisamente e dovevamo faticare tantissimo per restare con il gruppo dei primi. A volte ce l’abbiamo fatta. A volte siamo riusciti a risolvere il problema, sfortunatamente non siamo riusciti a vedere i risultati in gara – a Laguna Seca avevo un passo fantastico, ma sono caduto in gara-1 per colpa di un problema e non siamo riusciti a raccogliere i frutti del nostro lavoro».
In che percentuali distribuiresti le colpe fra assetto e gomme?
«No,» scuote la testa Davies, «si è trattato solo di problemi di assetto. Abbiamo le stesse gomme degli altri, le stesse opportunità dei concorrenti – si tratta solo di trovare il modo di sfruttarle nel modo giusto. E’ quello su cui abbiamo lavorato durante l’inverno, e abbiamo già qualche idea su come migliorare ulteriormente – forse non in tempo per Phillip Island, ma sicuramente già dopo la prima gara»
Quindi il 2015, con tutti gli sforzi concentrati da Ducati sulla Superbike, potrebbe essere l’anno giusto per avere una moto davvero competitiva?
«Si, certo. Abbiamo fatto molti passi avanti, siamo sempre andati nella direzione giusta, capendo cosa ci serviva per progredire. Avere un secondo anno di lavoro per arrivare al risultato è esattamente quello che mi serviva. Durante l’anno scorso abbiamo lavorato sulla Panigale e penso che abbiamo fatto un ottimo lavoro; ora è arrivato il momento di fare il passo decisivo»
E' la prima volta in dieci anni in cui guido la stessa moto per due anni consecutivi – possiamo arrivare su una pista e partire dall’assetto dell’anno scorso
Quindi avete il pacchetto per vincere, quest’anno? La tua esperienza maturata l’anno scorso dovrebbe aiutarti.
«Sicuramente direi che almeno abbiamo buone possibilità. Mi sembra sia arrivato il momento in cui tutti i fattori necessari si combinano per darci il pacchetto che ci serve. Ducati e Aruba si sono legati, facendo investimenti importanti, io sto migliorando anno dopo anno e mi sembra di essere davvero competitivo, e questa è la prima volta in dieci anni in cui ho guidato la stessa moto per due anni consecutivi – un aspetto fondamentale per me, perché possiamo arrivare su una pista e partire dall’assetto dell’anno scorso e sapere in che direzione andare, invece che perdere una giornata per trovare una base lasciando che gli altri, nel frattempo, scappino via…»
Guido Cavallini