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La stagione di Davide Giugliano è stata condizionata dal brutto infortunio patito a Phillip Island, che lo ha costretto a rinunciare alle prime otto gare del mondiale Superbike. Pur essendo tornato in sella solo un mese fa ad Imola, il pilota della Ducati ha già conquistato due podi (terzo a Imola e secondo a Portimao) e due quarti posti. Segno evidente di quanto Davide abbia lavorato duro sulla sua condizione fisica e assieme alla sua squadra, per tornare ad essere competitivo e per recuperare il tempo perduto.
Le esperienze negative possono insegnare più di quelle positive e Giugliano è cresciuto molto rispetto allo scorso anno. Ma è cresciuta molto anche la sua Panigale, grazie al lavoro ed all’impegno incessanti del reparto corse Ducati.
Cosa sarebbe successo senza l’incidente in Australia? Giugliano avrebbe potuto contrastare lo schiacciasassi Rea? Davide non si pone queste domande. Non guarda indietro, ma si impegna per contrastare il dominio del nordirlandese. A Portimao gli è stato davanti per alcune tornate e ora ci spiega perché non è riuscito a farlo sino all’ultimo giro.
Quanto è importante questo podio?
«Finire quarto in gara uno mi ha dato veramente fastidio, perché sapevo che qui avrei potuto fare bene, ma purtroppo nella prima manche non sono riuscito a trovare il feeling giusto con la mia moto e questo non mi ha permesso di essere veloce sull’asciutto. Per fortuna si è messo a piovere ed ho potuto sfruttare la mia sensibilità e le mie doti di guida e sul bagnato per ottenere il quarto posto».
Qui a Portimao hai avuto gli stessi problemi che ti avevano rallentato a Donington?
«Anche qui abbiamo avuto problemi di grip ed oggi abbiamo avuto la conferma che la nostra moto è molto sensibile ai cambi di temperatura. Un aspetto sul quale lavoreremo molto nei test che effettueremo domani qui a Portimao. Comunque prima di gara due il mio team ha lavorato benissimo e mi ha consegnato una moto con la quale ho potuto conquistare un buon secondo posto».
Un Rea troppo forte?
«Johnny oggi è stato molto veloce. Nella prima gara non ho potuto confrontarmi con lui mentre nella seconda mi è mancata solo un poco più di confidenza con l’anteriore, che mi ha impedito di spingere al 100% per cercare di stare con lui. Non dobbiamo dimenticare che questa è solo la mia sesta gara e quindi salire sul secondo gradino del podio oggi era molto importante. I miei avversari hanno corso otto gare in più rispetto a me, che devo ancora lavorare molto con il mio team e sulla mia moto. La mia squadra e tutta la Ducati mi stannoaiutando molto ed il merito di questo podio va in gran parte a loro, che mi hanno permesso di ritornare ai vertici della Superbike».
Dove la tua Panigale perde maggiormente terreno nei confronti delle Kawasaki?
Io guido molto con l’anteriore, che vado a sollecitare nelle staccate, accentuando di conseguenza l’usura della gomma
«Stiamo lavorando per poter mantenere un ritmo elevato per tutta la gara e non solo per una decina di giri. Al momento facciamo molta fatica negli ultimi sei o sette giri a causa dell’usura della gomma anteriore. Questo dipende da una serie di fattori che riguardano il mio stile di guida ed alcune caratteristiche della mia moto. Io guido molto con l’anteriore, che vado a sollecitare nelle staccate, accentuando di conseguenza l’usura della gomma. Ecco perché abbiamo dei probleminei giri finali. Sappiamo dove intervenire ed assieme al mio team stiamo lavorando su questo aspetto. Però ci serve più tempo. Siamo solo alla nostra sesta gara».