Ecco perché la dichiarazione-choc di Max Biaggi su Ducati ha fatto esplodere i social

Ecco perché la dichiarazione-choc di Max Biaggi su Ducati ha fatto esplodere i social
Il Corsaro risponde al suo ex team manager Borciani, affermando che nel 2008 la Ducati limitò la sua e le altre 98 RS 08 private per non incappare nelle possibili limitazioni del regolamento
18 luglio 2022

In un intervista rilasciata al sito Corsedimoto, Marco Borciani, ex pilota ed ex Team manager della squadra Sterilgarda Go Eleven Ducati, ha parlato tra le altre cose della stagione 2008 quando i due piloti del suo team erano Ruben Xaus e Max Biaggi. Le due moto erano le Ducati 98 RS 08 private, mentre la squadra ufficiale, il Ducati Xerox Team, schierava Troy Bayliss e Michel Fabrizio e fu proprio l’australiano a vincere il titolo, mentre Biaggi giunse settimo, staccato di 222 punti da Troy.

Nella sua intervista Borciani ha affermato: “Nel 2008 ho commesso un errore grossissimo: fare correre Max Biaggi. Biaggi era impossibile da gestire come personaggio - ha proseguito Marco - Era la primadonna ed aveva delle pretese spropositate. Dopo le prime quattro gare lui aveva una moto ufficiale, mentre Xaus guidava sempre quella clienti. Però Ruben vinceva, e quindi il team c’era, e Biaggi non poteva dire che il problema fosse la squadra. Mi sono trovato molto male con lui, è stato un incubo quell’anno”.

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Parole che hanno lasciato il segno perché dalla sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/MaxBiaggiOfficial) Max Biaggi ha replicato con un lunghissimo intervento, esponendo la sua versione dei fatti. 

Riassumendo il suo post, è evidente che il Corsaro si sia voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa, soprattutto nei confronti della Ducati, che a suo dire gli aveva promesso un posto nel team ufficiale, ma così poi non è stato. Max non accetta la definizione di “primadonna” e spiega che: “I non vincenti nello sport fanno fatica a comprendere la mentalità che anima un pluricampione del mondo! Un campione vuole vincere a ogni costo e così sacrifica la sua vita, in tutti i suoi aspetti, pur di raggiungere quell’obiettivo. Non credete a chi dice il contrario! Un campione deve rispettare tutti, ma in pista deve essere spietato! Un campione deve pretendere il massimo da tutti quelli che lo circondano. Tutti. Non si tratta di essere la primadonna”.

Che Max fosse animato da un feroce desiderio di vittoria è cosa risaputa, così come è sempre stato evidente che chiedesse il massimo a tutti i suoi collaboratori. Va anche detto però che il primo a dare l’esempio e a dare sempre il massimo fosse proprio lui.

Nella seconda parte del suo scritto Biaggi ci va giù pesante con la Ducati, asserendo che la nuova 98 RS 08 che ebbe modo di provare in Australia nei test privati del team Sterilgarda prima del campionato fosse una moto vincente, anche (o soprattutto, fa intendere) grazie ai 200cc in più del suo motore.   

“In quell’occasione facemmo una simulazione gara - afferma Max - che concludemmo con un tempo inferiore di 4 secondi, rispetto a quello ottenuto nella gara vinta l’anno precedente da Bayliss, con la vecchia moto ufficiale e con le medesime coperture. Anche sul best lap risultai più veloce della pole position, fatta sempre da Bayliss nel 2007, esattamente di quattro decimi. La moto in quell’occasione aveva il regime di rotazione massima a 11500 giri/min”.

E’ chiaro che rispetto alla precedente Ducati 999 F07 la nuova bicilindrica fosse più competitiva, e quindi non stupisce il fatto che un pilota del suo calibro abbia potuto far meglio di Bayliss con la moto precedente.

Biaggi prosegue raccontando come siano andate le due gare del primo round di Phillip Island, nel quale cadde due volte fratturandosi il radio del braccio sinistro e poi ecco la sorpresa: “Dopo che ci avevano già tolto 500 giri/min nei test in Qatar per un presunto problema strutturale sugli alberi a camme, a Valencia mi accorsi che qualcosa non andava nella moto. Era diventata un cancello - riassumiamo il Biaggi pensiero - e il mio capotecnico, dopo vari tira e molla, ammise che l’allora Direttore Generale di Ducati Corse Filippo Preziosi, gli aveva ordinato di inserire una mappa specifica, che toglieva tra i 15 ed i 18 CV su tutto il l’arco di utilizzo. Questo perché era necessario che a vincere fosse un solo pilota Ducati (Bayliss ovviamente ndr), altrimenti il regolamento avrebbe penalizzato la 2 cilindri. Se a vincere fosse stato un solo pilota Ducati - prosegue Max -  la vittoria sarebbe stata imputabile alla sua bravura e non ad un vantaggio tecnico del 2 cilindri rispetto al 4 cilindri, e di conseguenza il regolamento non sarebbe cambiato e la nuova 98 RS non sarebbe stata penalizzata. La moto che avevo provato in Australia aveva sinceramente un vantaggio in termini di cilindrata eccessivo e per questo motivo, per poter vincere il mondiale era necessario penalizzare le moto clienti”.

Nelle righe successive del suo lungo post il Corsaro prima accusa Borciani di non aver fatto nulla per evitare che questo succedesse, e in seguito rincara la dose scrivendo che: “Qualche gara più tardi, quando ormai il vantaggio di Bayliss in classifica generale era consolidato e quando ormai era certo che sarei andato sulla Ducati ufficiale, sulla mia moto il limitatore venne spostato a 12250 giri/min. Il tutto senza alcuna modifica strutturale! Quello stesso motore ora poteva sopportare 1250 giri/min in più. Pazzescoooooo. Insomma i giri motore venivano aumentati e diminuiti in funzione della classifica generale”.

Il sei volte campione del mpondo conclude che alla fine però è stata una fortuna che non sia passato sulla Ducati ufficiale, perché nel 2009 entrò a far parte della squadra Aprilia che gli avrebbe poi fatto vincere due titoli mondiali Superbike.

Per onor di cronaca va specificato che nel 2008 Bayliss vinse 11 gare e salì 19 volte sul podio. L’australiano però non fu l’unico a portare al successo la moto di Borgo Panigale, perché anche Lorenzo Lanzi e Ruben Xaus, compagno di squadra di Biaggi, vinsero una gara a testa, rispettivamente a Valencia e a Misano. Max invece ottenne sette podi, esattamente come Michel Fabrizio, pilota del team ufficiale Ducati Xerox.     

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