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Anche se non è molto conosciuto dagli appassionati, Gian Franco Carloia è una delle figure fondamentali dei mondiali delle derivate dalla serie, essendo il Permanent Race Director della Superbike. Oltre che un valente professionista Gian Fanco è una persona pacata, gentile ed educata, una di quelle persone con le quali è un piacere avere a che fare.
Lavora in Superbike dal 1992 ed è Direttore di Gara dal 2006. Ad avviarlo a questa professione e stato un altro dei cardini di questo campionato, il Direttore di Gara per antonomasia della Superbike: Alberto Fantini, venuto purtroppo a mancare nell’ottobre del 2010. In questa intervista Carloia ci spiega che la Race Direction è composta da tre persone, che si occupano dell’evento sportivo in pista, della partenza, della sicurezza della pista stessa, dei commissari di percorso. Inoltre, nello svolgersi della gara decide l’esposizione delle bandiere con le quali si comunicano ai piloti le condizioni del tracciato o le eventuali sospensioni.
Tra le mansioni della Race Direction non c’è quella di decidere le penalità da infliggere ai piloti. Questo compito spetta alla FIM Stewart Panel, una commissione composta da tre persone della FIM. Carloia ci parla anche delle difficoltà insite nel proprio lavoro, pur supportato dalla tecnologia, e da telecamere che coprono tutta l’estensione della pista. Il Race Director vede tutto, compresi purtroppo anche gli incidenti. Anche quelli che vengono (giustamente) celati al pubblico. “Il motociclismo è uno sport pericoloso - è il parere di Gian Franco - ma le piste ora sono sicure. Gli incidenti sono dovuti solo alla fatalità”.
Tra le mansioni della Direzione Gara ci sono anche quelle relative alle condizioni di sicurezza della pista, assieme alla Safety Commission dei piloti (composto da tre piloti SBK ed uno SS, votati dai piloti stessi). Insieme si decide quali siano i punti delle piste che bisogna eventualmente migliorare o mettere in sicurezza. E a proposito di Imola, da poco aggiunta al calendario 2023, ci confida che i piloti tempo fa avevano richiesto delle modifiche, e che lo stesse sono già state effettuate.
Tanti i piloti con i quali Carloia ha avuto a che fare, dai “grintosi” Falappa e Fogarty ai più “tranquilli” Bayliss, Corser e Merkel. Il suo è un lavoro impegnativo, ma appassionante, così come appassionante è il mondo della Superbike, che provoca assuefazione. “Al termine di una stagione - ci confida Carloia - sono stanco e stressato, ma dopo nemmeno un mese non vedo l’ora che un nuovo campionato abbia inizio. Sono fortunato a lavorare nel mondo della Superbike”.