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Intervistare Giorgio Barbier è sempre molto piacevole ed interessante. La sua qualifica è quella di Moto Racing Director, ma al di là delle definizioni Barbier si occupa di corse dai primi anni 90, quando la casa della P lunga decise di impegnarsi nelle competizioni motociclistiche.
Molti i temi trattati in questa lunga intervista, partendo ovviamente dal positivo debutto della casa italiana nei mondiali Moto3 e Moto2. Dopo un breve periodo necessario a team e piloti per imparare a conoscere e sfruttare gli nuovi penumatici, sono arrivati numerosi record e nello stesso tempo è calato il numero delle cadute.
Nonostante l’impegno nei mondiali prototipi, Pirelli ha continuato il lavoro iniziato nel 2004 in Superbike, quando venne introdotto il monogomma. Inizialmente furono in molti a storcere il naso e a temere che con la mono fornitura si potesse frenare la corsa all’innovazione, ma Pirelli ha smentito tutti dando continuo impulso alla propria ricerca, tanto da produrre gomme con prestazioni sempre maggiori sino ad arrivare all’attuale SCQ, la gomma da qualifica con la quale si possono percorrere oltre dieci giri.
Abbiamo parlato anche dei nuovi regolamenti che limiteranno le prestazioni sia delle MotoGP che delle SBK e che richiederanno con ogni probabilità un nuovo tipo di pneumatico, ma come sempre Pirelli è pronta ad affrontare anche questa nuova sfida.
Parlando di piloti il Moto Racing Director di Pirelli ha espresso il proprio parere sulla strepitosa stagione di Toprak Razgatlioglu, su quella inaspettatamente difficile di Jonathan Rea, e sui piloti che più di altri hanno contribuito allo sviluppo delle coperture Pirelli nelle competizioni, da Walter Villa ad Alessandro Gramigni.