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E’ stata una stagione molto combattuta, che ha avuto vari protagonisti, ma che è vissuta principalmente sulla lotta tra Guintoli e Sykes. Se si esclude il weekend di Imola, dove grazie ad una doppietta Rea era balzato in testa alla classifica, in tutti gli altri round in cima alla graduatoria ci sono stati solamente Guintoli o Sykes. Il francese ha chiuso in testa la trasferta australiana, ma una volta tornati in Europa è stato l’inglese a prendere il comando del campionato e a mantenerlo sino alla penultima gara in Qatar. Il massimo vantaggio di Sykes si è registrato dopo Laguna Seca, quando i punti che Guintoli accusava nei suoi confronti erano 44. Questo significa che nei restanti tre round il pilota dell’Aprilia ha poi raccolto 50 punti più di Sykes. Sono numeri che rendono l’idea dell’impresa compiuta da Guintoli. In pochi ritenevano fosse in grado di laurearsi campione del mondo.
Quando si vince il titolo per sei punti solamente sono molti gli episodi che possono risultare determinanti nella storia di un campionato. Quello che vogliamo ricordare e che ha permesso a Guintoli di portare a casa nove punti che oggi sembrano davvero tanti, è accaduto a Portimao, quando il francese dopo aver tamponato Melandri è caduto, ma è risalito in sella per poi recuperare posizioni sino a tagliare il traguardo al settimo posto, proprio davanti a Sykes. Crederci sempre, mollare mai.
E a proposito di Melandri, ad inizio stagione il più accreditato pretendente al titolo era proprio lui. Una volta in sella alla RSV4, la migliore delle Superbike, Marco avrebbe dovuto dominare il campionato. Invece ha impiegato dieci manche per trovare il necessario feeling con la sua nuova moto e per lui la doppietta di Sepang è arrivata troppo tardi. Anzi il suo tardivo risveglio stava per tramutarsi in un pericoloso boomerang per l’Aprilia, che rischiava di ripetere quanto era accaduto lo scorso anno, quando Laverty era stato autore di un fantastico quanto infruttuoso finale di stagione, nel quale aveva di fatto tolto punti preziosi a Guintoli e di conseguenza favorito la vittoria di Sykes.
Quest’anno però alla guida del team Aprilia non c’era più Gigi Dall’Igna, ma il serafico quanto determinato Romano Albesiano. Raccolta la pesante eredità del carismatico Gigi, Albesiano ha ricevuto non poche critiche dopo Magny Cours, sia per aver impartito ordini di scuderia, che per non essere stato in grado di farli rispettare da Melandri. Ma si sa, i piemontesi hanno poca apparenza ma molta sostanza ed Albesiano non fa eccezione. Senza rispondere alle critiche e senza alimentare le polemiche, l’ingegnere di Carrù (CN) ha tirato dritto per la sua strada ed alla fine ha avuto ragione.
Non ne ha avuta invece Melandri, che alla prova dei fatti ha mancato l’obiettivo della vittoria in campionato, pur disponendo della migliore delle Superbike. Dopo aver perso metà campionato nel quale ha dato l’addio al titolo, Marco ha anche messo in discussione gli ordini di scuderia. «Non devo essere io far vincere il titolo a Guintoli». E infatti non lo ha fatto. Non ha vinto per Guintoli e nemmeno per l’Aprilia. Ha vinto evidentemente solo per se stesso, ma alla fine è servito a poco.
Il secondo è il primo degli sconfitti e Tom Sykes è stato indubbiamente il grande sconfitto di questa stagione. La sua ultima vittoria risale a Gara 1 di Laguna Seca, ma da lì in poi sul primo gradino del podio sono saliti solo i piloti Aprilia, quattro volte Melandri e tre volte Guintoli. Però non si può dire che Tom non ce l’abbia messa tutta. E’ andato vicino a conquistare il suo secondo titolo mondiale, pur non disponendo della moto migliore. Non ha commesso errori, ma non è stato abbastanza costante e nel finale ha dilapidato un cospicuo vantaggio. A sua discolpa dobbiamo dire che è stato danneggiato per ben due volte dal suo compagno di squadra. La prima volta a Sepang quando l’irruente Loris Baz lo ha colpito e gettato in terra alla prima curva e la seconda qui a Losail, quando non gli ha ceduto la posizione. E in questa seconda occasione il danno causato da Baz è stato addirittura superiore alla prima, non tanto per i punti non concessi al suo compagno di squadra, ma per aver poi affermato di non averlo voluto fare per vendicarsi del team e di Sykes che, a suo dire, non si sono comportati bene nei suoi confronti. Il comportamento del francese ha colpito profondamente Sykes, proprio poche ore prima dell’ultima e decisiva gara. Nella conferenza stampa che sanciva la fine del campionato, Tom ha dichiarato : «Oggi Baz con il suo comportamento e con le sue affermazioni non ha offeso solo me, ma ha offeso il nostro team e la Kawasaki». Per la prima volta lo abbiamo visto profondamente amareggiato.
Per Baz quelle del Qatar sono state le ultime gare in Superbike, prima di trasferirsi in MotoGP. Dopo quattro anni trascorsi nella Stock 1000, dove non hai mai vinto una gara, venne promosso dalla Kawasaki in Superbike, dopo il tremendo incidente occorso a Lascorz. In tre anni nella massima categoria il francese è salito 9 volte sul podio ed ha ottenuto due vittorie. Non sappiamo cosa la Kawasaki o Sykes debbano farsi perdonare da Baz, ma crediamo che il giovane francese avrebbe dovuto senza dubbio avere un poco di riconoscenza nei confronti di chi ha creduto in lui e gli ha dato la possibilità di emergere sino ad arrivare alla MotoGP.
In estrema sintesi i nostri vincitori sono stati : Guintoli, l’Aprilia e Albesiano, mentre gli sconfitti : Sykes (con molto onore) Melandri e Baz.