Nico Cereghini: “De Angelis e l’elettronica”

Nico Cereghini: “De Angelis e l’elettronica”
Tante cadute nella gara 2 di SBK in Germania, con l’asfalto viscido e le buche. E grande Alex, che chiude secondo pur con un braccio senza forza. Impresa possibile solo con l’elettronica. Però c’è il caso Brookes…
20 settembre 2016

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Ciao a tutti! Gara 2 della SBK in Germania, con tutte le cadute e la bella vittoria di Jonathan Rea, passerà alla storia per due piloti in particolare: Alex De Angelis e Xavi Forés, al loro primo podio nel campionato mondiale delle derivate. In condizioni difficilissime, acqua buche e poco grip, soltanto sedici piloti hanno concluso la corsa. E se il campione del mondo ha dominato, in testa dall’inizio alla fine, Alex e Xavi non sono stati da meno: il sanmarinese, con l’Aprilia di IodaRacing, è partito a razzo con i primi e ha chiuso a soli 9 secondi da Rea; e lo spagnolo della Ducati-Team Barni ha stabilito il giro più veloce nella sua splendida rimonta. Insomma, due autentici protagonisti.


Sono felice soprattutto per Alex. Perché è un gran bravo ragazzo, perché l’avevo appena incrociato a Misano, perché mi ha mostrato il braccio destro (un bicipite troppo piccolo) dicendomi: “Ancora non ho recuperato tutto, ma non mollo!”. Lo ricorderete: De Angelis era caduto rovinosamente il 10 ottobre scorso a Motegi con la MotoGP, un volo terribile che aveva spaventato tutti. Il quadro era tosto, traumi cranici e polmonari, fratture al bacino, alle costole, alle vertebre dorsali. Tanta paura, ma fortunatamente dopo una settimana di terapia intensiva la prognosi fu sciolta, a fine ottobre Alex rientrò dal Giappone, e poi la prassi: dure giornate di riabilitazione e sudore per tornare in pista il più presto possibile. E dopo sedici stagioni di mondiale - 125, 250 con una vittoria e terzo assoluto, MotoGP - eccolo da quest’anno nella SBK in sella alla RSV4 RF da 220 cavalli, in squadra con Lorenzo Savadori e con la guida tecnica del famoso Mauro Noccioli.


Ma come ha fatto, ancora così debole, a concludere in seconda posizione una gara così dura e al limite? Grazie sopratutto all’elettronica. Luca Bologna di IodaRacing, dopo essersi informato con Noccioli e il tecnico elettronico Fabrizio Manciucca, mi ha confermato che Alex è diventato uno specialista. “Nel giro di ricognizione – è il dettaglio - ha capito che l’asfalto era troppo viscido e insidioso, e che per stare in piedi doveva selezionare il livello più alto del controllo trazione. Mossa mai fatta prima e risolutiva”.


Ebbene, in chiusura di telecronaca sento dire che l’australiano Brookes corre invece senza assistenze elettroniche e senza controllo di trazione, perché non riesce a lavorarci e allora si affida alla sua sensibilità. Questa è la notizia che aspetta il partito del “Via l’elettronica dalle moto da corsa”, quelli che “è solo il polso del pilota che deve fare la differenza”. E allora vado a controllare Brookes, che è settimo con la sua BMW RR. Se la notizia è vera, il suo distacco dal primo è da considerare molto contenuto: 32 secondi in sedici giri. E ancora più interessanti sono il suo miglior passaggio, a soli sessantasei centesimi dal primato di Rea, e poi la considerazione che dal decimo al sedicesimo giro ha guidato costantemente sul ritmo dei migliori. Si può davvero dire che un superspecialista del bagnato come lui riesce a fare a meno dell’elettronica? Ammesso e non concesso che i controlli sulla sua 1000 fossero effettivamente a zero, il suo problema è che per arrivare al limite ha impiegato dieci giri, quando gli altri erano ormai scappati.

De Angelis e l’elettronica
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