Nico Cereghini: “Toprak, una questione di stile”

Nico Cereghini: “Toprak, una questione di stile”
Il neo leader della SBK ha una guida efficacissima. Oggi la SBK come la MotoGP si guida con tutto il corpo e lo stile è cambiato: il pilota turco sulla moto è bello da vedere, è molto centrato e si muove benissimo. E quel piede esterno alla curva…
5 luglio 2021

Ciao a tutti! Guardo Donington alla tivù e il protagonista assoluto è Toprak Razgatlioglu con la sua doppietta: gara 1 sull’umido e gara 2 sull’asciutto. Firmato il rinnovo con Yamaha, che lo conferma sulla R1 anche per le prossime due stagioni, ora il pilota turco fa davvero paura persino al sei volte campione del mondo Jonathan Rea. Quella caduta di ieri -il numero uno della Kawasaki a terra per contenere l’impeto di Razga- forse è già un pezzo importante della storia.  

Vedremo. Intanto è dello stile di guida del turco che voglio parlare oggi. Dico stile, e non mi riferisco tanto all’estetica che, per molti anni, è stata patrimonio latino: da Provini, per chi ha la memoria lunga, fino a Nieto, Ago, Biaggi o Lorenzo, tutti piloti belli da vedere in sella, composti e sciolti in ogni movimento sulla moto. Oggi la compostezza conta poco o nulla: la moto si guida con tutto il corpo e il corpo deve muoversi tanto. Però lo stile conta ancora, c’è chi in sella è messo particolarmente bene e chi meno, e Razga è tra i più centrati.

Il turco è un mago dello stoppie, e questo è show. Ma il controllo della moto non è soltanto spettacolo, è anche sostanza: le sue straordinarie e movimentate staccate, la rapidità nello spostare la moto nelle esse e nelle varianti, la sensibilità sulle gomme dicono che Razga ha un controllo speciale con la sua moto. Ma è pure sistemato in sella come nessun altro: anche se è fin “troppo” alto, anche se in rettilineo, quando si raccoglie in carena, i gomiti sono fuori dalle ginocchia perché, semplicemente, sulla R1 ci sta stretto.

Eppure. Guardate il piede esterno alla curva: pochi piloti sono eleganti in quel dettaglio quando sono in piega. Quasi tutti hanno la punta dello stivale fuori dal profilo della carenatura e con un angolo della caviglia innaturale; Jonathan Rea del piede esterno appoggia sulla pedana soltanto il tacco e l’appoggio è spesso precario. Brutto da vedere, almeno per me che, ammetto, forse sono un po’ fissato: mi ritrovo a scartare alcune delle mie vecchie foto proprio per quell’inestetica punta dello stivale aperta verso l’esterno…

Toprak ha le leve lunghe e ok, in curva è certamente agevolato dalla lunghezza delle gambe: di fatto non muove per nulla il piede esterno, che è perfettamente centrato sulla pedana e resta pronto ad ogni intervento sul cambio o sul freno. Questo è lo stile, in chiave moderna. Massima efficacia in tutti i movimenti. E la mia sensazione è che Razga, per puro istinto, abbia lo stile perfetto per la SBK di oggi: naturalmente tutti i piloti usano l’intero corpo per spostare il baricentro, variare le geometrie della moto, compensare gli ampi trasferimenti di carico. Lui lo fa con una fluidità e una naturalezza uniche.

Dicono che non sia ancora del tutto “maturo”. Per esempio deve ancora crescere nelle condizioni di asfalto completamente bagnato. Ma intanto  è già molto bello da vedere, quasi come i campioni di una volta. Difficile dire se mi ricorda qualcuno, per l’altezza e per la fisicità sulla moto mi verrebbe da pensare a Kevin Schwantz. Ma Razga è più composto del mitico texano, è più elegante e centrato sulla moto, ha forse un controllo persino superiore.

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