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La passione per le moto e per le corse è la stessa sia per gli uomini che per le donne. Se dentro di te si è acceso il “sacro fuoco” della velocità, farai di tutto per correre anche se sei una ragazza. Nelle competizioni motociclistiche sono molte le donne che si sono misurate con gli uomini. Basti pensare ad Ana Carrasco e Maria Herrera, che corrono in Moto2 e Moto3 o a Laia Sanz, protagonista all’ultima Dakar. Dando uno sguardo al passato invece la prima che ci viene in mente è la finlandese Taru Rinne che corse il mondiale 125 nel 1987 e che conquistò il sesto posto nel GP di Svezia con una MBA. Pensando alle italiane non si può invece non citare Daniela Tognoli, prima donna a vincere una gara di rilevanza nazionale (Trofeo Italia – Misano 1992) e a gareggiare poi per due anni nel mondiale 125. Ma non possiamo nemmeno dimenticare la bravissima e sfortunata Alessia Polita, Paola Cazzola che partecipò ad alcune gare del mondiale Supersport, Samuela De Nardi e Letizia Marchetti, campionessa del National Trophy 1000 nel 2013. Letizia corre ancora nella stessa categoria e domenica a Misano solo una caduta all’ultimo giro le ha impedito di salire sul podio.
La moto non fa distinzioni di sesso quindi e ce lo ha confermato anche Ricarda Neubauer. Nata 22 anni fa a Oldenburg in Holstein in Germania, Ricarda è una bella ragazza dai lunghi capelli biondi, che veste come un maschio, forse per sentirsi meno a disagio in un mondo tutto al maschile come quello dell’Europeo Stock 600. La tedeschina ha debuttato quest’anno in Stock 600 con la ZX-6R del Team Go Eleven Kawasaki, gestito dall’ex pilota italiano Denis Sacchetti e sino ad ora ha concluso tutte le gare, (2 ad Aragon ed 1 ad Assen) anche se nelle ultime posizioni.
Emula della connazionale Katja Poensgen, che partecipò alla Superstock 1000 FIM Cup e successivamente al mondiale 250 (conquistando un quattordicesimo posto nel GP del Mugello), Ricarda ha le idee molto chiare. A lei piace correre e vuole farlo assieme ai maschi per potersi migliorare e per divertirsi di più, senza particolari ambizioni.
Come hai iniziato a correre?
«Sono andata in circuito per accompagnare mio fratello ed è scoccata subito la scintilla. Purtroppo ho dovuto attendere un anno, in quanto i campionati erano ormai in fase avanzata e non mi sono potuta iscrivere a nessuna competizione, ma appena ho potuto ho corso nella ADAC Junior Cup con un’Aprilia 125. Ci ho gareggiato per tre anni. Non ero l’unica ragazza in pista, ma ero senza dubbio la più veloce e sono riuscita ad entrare qualche volta nella top ten».
E dopo la ADAC Cup?
«Sono passata alle moto più grosse e potenti ed ho corso per un anno nella Suzuki GSX-R 750 Cup. E’ stata una bella esperienza anche se passare da una 125 ad una 750 non è stato semplice. Poi visto che non andavo affatto male, quest’anno ho deciso di debuttare nella Stock 600 Europea».
E’ come ti trovi?
«Non è per niente facile, soprattutto perché non conosco le piste, a parte quella di Assen. Ci sono molti piloti bravi, veloci e più esperti di me. Però me lo aspettavo, ma confrontarmi con loro è importante per me che devo fare esperienza e imparare ancora molto, anche se purtroppo i turni in Stock 600 sono pochi e brevi».
Quali sono i tuoi obiettivi?
«Non ho altri obiettivi se non quello di continuare a migliorare le mie performance e ad adattare il mio stile di guida alla mia moto ed ai diversi circuiti. Non so se riuscirò a conquistare qualche punto perché i miei avversari al momento sono troppo forti per me, ma forse verso la fine del campionato potrò entrare nei primi quindici. Penso che questo sia il campionato giusto e mi piacerebbe restarci per qualche anno».
Con il casco in testa siamo tutti uguali e nessuno mi tratta diversamente da come tratterebbe un qualsiasi avversario
I tuoi avversari ti trattano in modo diverso perché sei una ragazza?
«Assolutamente no. Con il casco in testa siamo tutti uguali e nessuno mi tratta diversamente da come tratterebbe un qualsiasi avversario. Ed è giusto che sia così».
Qual è il tuo pilota preferito?
«Anche se ha smesso di correre mi piace sempre Casey Stoner, mentre in Superbike il mio preferito è Tom Sykes».
Non ci sono molti piloti tedeschi nei campionati mondiali?
«In Germania è molto difficile trovare i soldi per correre e molti giovani preferiscono il computer alla moto, ma spero che la tendenza cambi».