SBK 2016, le pagelle del Motorland Aragon

SBK 2016, le pagelle del Motorland Aragon
Una gara che ribalta pronostici e status quo 2016. Grandi Davies e Ducati, solidità per Kawasaki, affondano le CBR Ten Kate
4 aprile 2016

Il weekend di Aragon ha sconvolto quelli che sembravano potessero essere i valori di questo campionato 2016. Le Kawasaki che avevano dominato i due precedenti round extraeuropei ad Aragon hanno evidenziato problemi difficile da prevedere, soprattutto su di una pista dove le verdone hanno svolto decine di test. La Ducati invece qui in Spagna è apparsa perfetta non solo con un grandissimo Chaz Davies ma anche con il padrone di casa Xavi Fores due volte quarto. Manca all’appello solo Davide Giugliano, che però siamo certi possa fare molto meglio già da Assen.

Qual è la vera Honda? Quella bellissima vista in Tailandia o quella orribile che abbiamo dovuto vedere ad Aragon? Probabilmente la verità sta nel mezzo e le CBR torneranno a brillare tra due settimane a casa Ten Kate. I precedenti risultati di Guintoli e la Superpole del Motorland avevano illuso la Yamaha che sembrava già al livello dei primi. Non è così, il lavoro da fare è ancora molto e le due gare spagnole lo hanno dimostrato.

Il team Iodaracing continua il suo apprendistato e Savadori cresce di pari passo con la RSV4. Peccato che De Angelis stia correndo al 50% delle sue possibilità, perché se stesse bene ci farebbe vedere qual è quest’anno il reale potenziale della quattro cilindri di Noale. Cresce la BMW tra gli alti di Torres ed i bassi di Reiterberger, ma servirà ancora un poco di tempo per capire quale possa essere il ruolo delle S1000RR in questo campionato. Camier tiene in alto sin che può la MV in prova, ma la F4 naufraga nelle due gare, senza raccogliere punti.

Il campionato sta entrando nel vivo e Assen sarà una tappa molto importante di questa stagione per chiarire i numerosi interrogativi che attendono una risposta. Ma ne riparleremo tra due settimane, nel frattempo ecco i nostri giudizi sui protagonisti del Motorland Aragon.

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Chaz Davies – voto 10 – Non gli diamo 11 solo perché questa è la sua pista, quella dove è salito sul podio con l’Aprilia, ha fatto doppietta prima con la BMW ed ora con la Ducati e lo scorso anno ha portato per la prima volta alla vittoria la Panigale. Da antagonista di Rea a favorito per il titolo? Troppo presto per dirlo, ma se SuperChaz riuscirà a tenere botta anche dove la Panigale farà fatica, allora potrebbe fare l’impresa. Cuore bicilindrico.

Jonathan Rea – voto 7,5 – Anche i ricchi piangono. Erano mesi che non lo vedevamo scuro in volto e preoccupato. Nel weekend che scopre le pecche della sua Ninja, Johnny vede volare le Ducati e questo lo ha spaventato. Se al tutto aggiungiamo che in gara due ha dovuto lasciare la seconda posizione all’ “amico” Sykes il quadro è completo. Gli va riconosciuto il merito di non aver perso la testa e di aver comunque perso solo 13 punti nei confronti di Davies. E poi se quando va male sale comunque sul podio…….Più nero che verde

Tom Sykes – voto 8 – Mr. Superpole sa correre in un modo solo, con il gas a manetta. Sempre e comunque. La tattica di gara non sa cosa sia. Vede Davies solo da lontano e si può dedicare a quello che gli preme di più: la lotta in famiglia con Rea. Cede in gara1 ma gli va bene nella seconda, dove tra i due è quello che sbaglia di meno. Ma per vincere il titolo servirà qualcosa in più. Cocciuto.

Xavi Fores – voto 8 – Le malelingue dicono che siccome eravamo a casa sua, mamma Ducati gli abbia allungato qualche pezzettino giusto. Può anche essere vero, ma i regali bisogna poi essere in grado di apprezzarli e Xavi, poche chiacchiere e tanti fatti, c’è riuscito portando il team Barni più in alto che mai.

Davide Giugliano – voto 6 – Non trova il feeling con la sua moto su questa pista, però non commette errori e limita i danni. Per lui questo non è poco ed è soprattutto il segnale che qualcosa sta cambiando. Ci da l’impressione di una bomba che stia per esplodere e potrebbe succedere già ad Assen? Dai non mollare.

Michael Van Der Mark – voto 5 – Si stende pericolosamente in Superpole e scivola in gara 1. Nella seconda timbra il cartellino del settimo posto. Il giovane olandese si esalta quando le cose vanno bene e sprofonda quando vanno male. Errori di gioventù, ma la prossima è a casa sua.

Nicky Hayden – voto 6 – La sua Honda non digerisce la pista del Motorland e per lui le gomme non gommano in gara 1 e i freni non frenano in gara 2. Assen sarà fondamentale anche per lui perché li la Honda va forte e lui dovrà finalmente farci capire se è qui per metterci il cuore o per maturare i contributi INPS.

Sylvain Guintoli – voto 6,5 – La sua R1 per ora va forte solo in prova, ma è già un buon segnale per una moto alla sua sesta manche di SBK. Nella prima gara si attacca con i denti al codone della Ninja di Sykes, ma poi cede e scivola al nono posto. Nella seconda si vede poco. C’è del lavoro da fare.

Alex Lowes – voto 4,5 – Per ogni due errori l’inglesino ci regala una rimonta. La Yamaha non è certo la moto migliore, ma lui fa delle escursioni nei prati che meriterebbero almeno un pic nic. Ma tutti ne parlano sempre bene. Speriamo di poterlo fare anche noi un giorno.

Lorenzo Savadori – voto 6 – Studente al primo anno, Lorenzo colleziona tutte sufficienze e qualche 30. In Spagna si illumina in prova, mentre in gara è costante e non commette errori. Speranza tricolore.

Alex De Angelis - voto 8 – Nel paddock non muoveva il braccio infortunato che si è fatto operare pochi giorni fa. Poi saliva in moto e dava tutto il gas che poteva. Gli auguriamo con tutto il cuore che possa guarire presto perché se lo merita e perché potrebbe stare con i primi.

Jordi Torres – voto 6,5 – Non ha fatto in tempo a vincere con l’Aprilia che si è ritrovato su una moto diversa a dover ricominciare tutto da capo. Al di la delle facce buffe e della sua innata simpatia, Jordi è un grande professionista e sta lavorando assieme al suo team per portare in alto la BMW. In gara due lo abbiamo visto finalmente divertirsi nel guidare la sua moto ed il risultato ce lo ha confermato. Adelante Jordi!

 

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