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Le due gare di Donington Park sono state avvincenti ed hanno fornito molte indicazioni, qualche sorpresa ed alcune conferme. Ci hanno confermato che in Superbike con 25 punti a disposizione in ogni gara, basta un inconveniente, un problema tecnico per rimettere tutto in discussione. Ma hanno anche ribadito la grande determinazione di Rea per portarsi a casa questo terzo titolo mondiale, forte di una moto estremamente competitiva e di un team formidabile, che in poche ore gli ha messo a disposizione una moto completamente nuova, ma altrettanto performante quanto quella che Johnny aveva distrutto nella incolpevole caduta di sabato.
Doppietta Kawasaki in un weekend molto buio per la Ducati, non tanto per i risultati di Davies, che ha commesso un errore nella prima gara ed è stato sfortunato nella seconda, ma perché Melandri sta dimostrando che con la Panigale va forte solo Chaz. Sembra quasi di parlare della Desmosedici ai tempi di Stoner. Ancora una Ducati con un solo pilota in grado di portarla alla vittoria.
Sorride la Yamaha non soltanto per il primo podio stagionale, ma soprattutto perché i risultati dei suoi giovani piloti confermano che la R1 sta migliorando e proprio a Donington sono arrivati alcuni aggiornamenti importanti.
Non si può dire lo stesso delle Aprilia, salvate solo in parte da un sorprendente Mercado. Mentre il team Iodaracing continua il lavoro di sviluppo iniziato lo scorso anno, grazie soprattutto all’abilità dei propri tecnici capitanati dall’esperto Mauro Noccioli, il team Milwaukee può contare sull’apporto degli ingegneri Aprilia, ma stranamente i risultati sono favorevoli alla squadra italiana e non a quella inglese. Oltre agli occasionali problemi tecnici, le RSV4 di Laverty e Savadori continuano a manifestare un anomalo consumo di gomme che non consente ai due piloti di esprimere il loro potenziale.
Per quanto riguarda gli altri: calma piatta in casa BMW, mentre Camier e la MV confermano di aver ormai raggiunto il massimo livello possibile con la F4 e con i mezzi a loro disposizione. Per quanto riguarda la Honda, Michele Magnoni effettuerà alcuni test di sviluppo sulla nuova CBR, in attesa di conoscere chi sarà il sostituto del compianto Nicky Hayden.
Tom Sykes – 9,5 – Si interrompe in gara 2 il suo dominio sulla pista inglese. Dopo la Superpole, il best lap e la decisa vittoria in gara1 (la nona consecutiva sul tracciato del Leicestershire) Sykes ha dovuto fare i conti con la nuova cervellotica regola che determina la griglia di partenza della gara di domenica. Al contrario del suo compagno di squadra non è riuscito a disfarsi in tempo dei piloti che lo precedevano, e quando è arrivato alle spalle di Rea era ormai troppo tardi. Abbiamo comunque rivisto il pilota grintoso di alcuni anni fa e che speriamo di continuare a vedere ancora. E non solo a “DoningTom”.
Jonathan Rea – 9 – In prova stranamente commette alcuni errori e anche una scivolata sull’erba alla rampino della Melbourne. Sykes lo batte sia in Superpole che nella gara di sabato, ma domenica Johnny fa vedere di cosa è capace. La caduta ad oltre 200 km/h non lo spaventa, ma al contrario aumenta la sua rabbia per aver collezionato suo malgrado, il primo zero in classifica. Sale su di una moto che non conosce e che i suoi meccanici gli hanno completamente rifatto durante la notte, parte come un missile dalla decima posizione in griglia e va a vincere a casa del nemico. Non fatelo arrabbiare che è peggio…
Chaz Davies – 7,5 – Davanti ai suoi tifosi Chaz ci teneva a far bene, ma nella prima gara commette un errore e butta al vento quello che poteva essere un buon risultato, se non addirittura una vittoria. Un'altra scivolata in una curva lenta (come era già successo a Buriram e ad Aragon), gli nega la possibilità di sfruttare il passo falso di Rea. In gara due si impegna in una rimonta fantastica che lo porta sul terzo gradino del podio, ma aumenta i rimpianti per la gara precedente.
Marco Melandri – 6,5 – Non si può dire che non ci metta tutto il suo impegno, purtroppo però il suo feeling con la Panigale diminuisce anziché aumentare ed i risultati sono li a dimostrarlo. Si fa beffare da Lowes in gara uno, mentre nella seconda le vibrazioni prima lo rallentano e poi rompono il pignone. Il pericolo è che ora si demoralizzi e getti la spugna.
Alex Lowes – 7,5 – Il pubblico amico lo esalta, ma lui è bravo a sfruttare tutto il potenziale di una R1 parecchio migliorata. Conquista il primo podio di questa stagione per la casa di Iwata e si porta a ridosso di Melandri nella classifica del campionato. Lo attendiamo ad una conferma lontano da casa.
Michael van der Mark – 7 – Così come il suo compagno di squadra anche l’olandesino riesce a mettere a frutto i progressi della sua moto. In gara 1 parte indietro, ma risale sino al quinto posto, che diventa quarto la domenica, quando Chaz gli scippa la terza posizione proprio nel finale. Ma per lui è stato un weekend senza dubbio soddisfacente.
Lorenzo Savadori – 6 – Sono ormai due gare che la sua moto non ne vuole sapere di andare forte. Da cavallo di razza quale è, lui morde il freno ma inizia a spazientirsi. Da due gare non riesce più nemmeno a centrare la top ten. Aprilia dove sei?
Leandro Mercado – 7 – Che grinta! Forse anche troppa. Nel team Iodaracing l’argentino ha trovato l’ambiente giusto per esprimersi al massimo e sta diventando la rivelazione di questo campionato che, non dimentichiamolo, ha iniziato con due round di ritardo.
Leon Haslam – 8 – Certo correre sulla sua pista di casa lo ha aiutato molto, ma gli va riconosciuto che questa moto è completamente diversa da quella con cui corre nel BSB. Cade in Superpole, ma poi non sbaglia niente in gara1 e viene premiato con un incredibile secondo posto. Domenica Mercado gli rovina la festa. Che meriti un posto in Superbike lo si sapeva. Speriamo lo abbia trovato.