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Quello di Jerez è stato l’ultimo appuntamento europeo per la Superbike, che ora vola in Qatar dove tra due settimane si concluderà il campionato 2017, che deve ancora emettere due soli verdetti: il titolo di campione del mondo della Supersport e la seconda posizione nella classifica piloti della classe maggiore. A Jerez sono stati infatti assegnati il titolo della Stock 1000 e quello del debuttante campionato mondiale Supersport 300. Entrambi vedevano in lizza piloti italiani, ma mentre con un sesto posto in gara Michael Riben Rinaldi ha portato a casa il titolo della 1000, Alfonso Coppola ha invece perso per un solo punto quello della 300, andato allo spagnolo Marc Garcia. Oltre alla vittoria di Rinaldi, per il quale si potrebbero aprire le porte del mondiale Superbike, entrambi i campionati hanno confermato la qualità e la quantità dei giovani piloti italiani.
Per quanto riguarda il titolo della 600 il francese Mahias ha 20 punti di vantaggio sul turco Sofuoglu, che non si sa ancora se potrà essere presente a Losail, vista la triplice frattura al bacino che gli ha già impedito di correre a Magny Cours ed in Spagna, dove la gara è stata vinta da Federico Caricasulo, uno dei giovani talenti più cristallini del nostro motociclismo. Se il turco, cinque volte campione del mondo Supersport, non potrà scendere in pista in Qatar il titolo sarà matematicamente nelle mani di Mahias. Un risultato niente male per un pilota che ha debuttato solo quest’anno in pianta stabile nel mondiale Supersport.
Tutto da decidere tra Davies e Sykes che si contendono il titolo di vice campione Superbike. Un duello che si ripete per il terzo anno consecutivo. Nel 2015 Davies si presentò a Losail con 16 punti di vantaggio sul suo avversario e si aggiudicò la seconda posizione, mentre lo scorso anno era Chaz, che doveva recuperare 19 punti all’inglese della Kawasaki, il quale chiuse al secondo posto della classifica grazie al gioco di squadra di Rea, che gli regalò i punti necessari per precedere il pilota della Ducati.
Tornando alle due gare andaluse, chi si aspettava un Rea rilassato ed appagato dal suo terzo e consecutivo titolo mondiale è rimasto senza dubbio stupito nel vedere con quanta cattiveria agonistica il cannibale si sia assicurato due vittorie che gli hanno consentito non solo di vincere per la prima volta a Jerez, ma anche di affiancare con 52 vittorie in carriera Troy Bayliss, al secondo posto di questa speciale classifica. Prossimo obiettivo le 59 vittorie di Carl Fogarty.
Weekend trionfale per la casa di Akashi che conquista il titolo mondiale costruttori e dà il benvenuto a Guintoli, che dimostra come anche le Ninja private, se affidate a piloti esperti e concreti, possano stare nella parte alta della classifica.
Sono state due gare dominate dalla Kawasaki, ma mai come questa volta la Ducati è stata vicina al successo con Melandri, che al contrario del suo compagno di squadra ha trovato un assetto quasi perfetto per la sua Panigale. Kawasaki contro Ducati, ma le due gare di Lowes e VdMark hanno sancito il definitivo inserimento delle Yamaha nelle zone alte della classifica, ormai ad un passo dalle due dominatrici della stagione.
Alti e bassi per l’Aprilia, che sabato ha ottenuto dei buoni piazzamenti, mentre domenica ha visto cadere entrambi i suoi piloti, in una gara decisamente da dimenticare per la casa di Noale. E visto che parliamo di delusioni aggiungiamoci subito anche la Honda, che nel precedente round francese aveva dimostrato qualche timido segnale di ripresa, mentre in Spagna è completamente naufragata. Possibile che il maggior produttore di moto al mondo si accontenti di questi miseri risultati?
Si accontenta certamente la BMW, che non ha nessuna intenzione di dare una mano a Torres e saluta la vittoria del rampollo teutonico Reiterberger nella Stock 1000, la classe che più interessa alla casa bavarese, in quanto propedeutica alla vendita di S1000RR nei campionati nazionali e nei trofei di tutto il mondo.
Fine settimana anonimo quello di Camier e della MV e non sappiamo se nella carenza di risultati della casa di Schiranna abbia avuto più peso l’addio ufficiale di Leon o lo scarso grip offerto dal nuovo asfalto di Jerez alla F4.
Marco Melandri - voto 9,5 – Mamma mia che Melandri! Se questo è il pilota che vedremo nel 2018 allora prepariamoci ad una stagione con i fiocchi per la Ducati. Marco sembra aver finalmente trovato il feeling giusto con la sua Panigale e la sua Superpole (la seconda in carriera dopo quella di Aragon del 2011 con la Yamaha) aveva subito fatto intendere come il ravennate fosse finalmente pronto a dar battaglia a Rea. Ma la sfortuna sabato ci ha messo lo zampino e fermandolo a quattro giri dalla fine, non solo gli ha negato la gioia della vittoria, ma lo ha anche costretto a partire dalla quarta fila in gara due. E dare un simile vantaggio al cannibale Rea vuol dire poter puntare solo al secondo posto. Peccato, ma c’è ancora il Qatar.
Jonathan Rea – voto 10 – La sua grinta fa davvero impressione. Pur avendo già vinto il suo terzo titolo mondiale consecutivo, Johnny non ne vuole saper di lasciare qualche soddisfazione ai suoi avversari. Il cannibale non molla mai. In Gara 1 si getta all’inseguimento di Melandri e viene premiato dal suicidio della Ducati, mentre in Gara2 spazza via tutti in un solo giro, proprio per tenere lontano l’italiano, che raggiunge la seconda posizione quando è ormai troppo tardi e Rea è lanciato verso la sua 52ma vittoria in Superbike.
Chaz Davies – voto 8 – Soffre più dei suoi avversari lo scarso grip del nuovo asfalto di Jerez, ma sopperisce con la solita guida generosa quanto attenta. Sabato viene premiato oltre i propri meriti dal ritiro del suo compagno di squadra (ma sarebbe comunque salito sul podio) mentre domenica viene graziato dalla (giusta) decisione della direzione di gara di esporre la bandiera rossa, consentendogli di ripartire. Questa volta Melandri non si ritira e lui fa terzo. Conquistare due podi in un weekend così difficile è roba da campioni.
Tom Sykes – voto 6,5 – Vogliamo dargli l’attenuante della mano non ancora guarita, ma ciò non toglie che da lui, pilota ufficiale Kawasaki, ci aspettiamo qualcosa di più. In prova non brilla e soprattutto non azzecca il set-up giusto. Nella prima gara si ritrova sul podio senza aver fatto molto per conquistarlo, mentre nella seconda soffre per la mancanza di trazione ed è solo quinto, senza mai un acuto. Così non va.
Alex Lowes – voto 7,5 – Due quarti posti, sempre davanti al suo compagno di squadra. In questo finale di stagione l’inglese della Yamaha dimostra una maturazione sulla quale in pochi avrebbero scommesso. Non solo non cade più, ma sta con i primi ed è veloce per tutta la gara. Da stropicciarsi gli occhi.
Michael van der Mark – voto 7 – Un quinto ed un sesto posto sono risultati che qualche mese fa avrebbero accontentato il giovane pilota olandese e la sua squadra. Ma ora che la R1 va davvero forte, lui arriva sempre dietro al suo compagno di squadra e commette molti errori di guida. La grinta non gli manca, ma dovrebbe metterla a frutto.
Sylvain Guintoli – voto 7,5 – Il BSB può attendere. Dopo una stagione nel campionato inglese dove il francese ha brillato solo sulla pista di Assen, Sylvain torna felice in Superbike e si getta nella mischia come fosse un ragazzino. Pur senza conoscere la sua ZX 10R inizia con cautela nelle prove per poi mettere a frutto in gara tutta la sua esperienza e concretezza. Sembra il pilota ideale per il team Puccetti anche nel 2018.
Roman Ramos – voto 6,5 – E’ la rivelazione del venerdì, quando si qualifica direttamente alla Superpole2. Corre sulla pista di casa, ma in gara non ripete l’exploit delle prove e si deve accontentare di un decimo ed un undicesimo posto. Fresco di rinnovo con il team Go Eleven, dal buon Roman ci aspettiamo che non vada forte solo a Jerez.
Davide Giugliano – voto 6 – Sarà l’asfalto nuovo e con poco grip, sarà la configurazione della pista, ma a Jerez la nuova Fireblade proprio non ne vuole sapere di andare forte. Davide si adegua, si sacrifica e lavora a testa bassa assieme alla sua squadra. Leone in gabbia.
Lorenzo Savadori – voto 6 – Questo al momento è quello che passa il convento e allora Loreno cerca di non sbagliare per portare a casa il massimo risultato possibile. Ci riesce il sabato, mentre domenica cade subito e rientra in gara solo per onor di firma. Visto che è un pilota Aprilia, bisogna che la casa di Noale gli dia una moto buona, se no tanto vale che se lo porti subito in GP.