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Tutto come da copione a Magny Cours, ma solo in Gara-1. Johnny Rea non si è fatto sfuggire il suo primo match ball e, dopo aver dominato tutte le sessioni di prova e la Superpole, ha annichilito i suoi avversari anche in gara, facendo una passeggiata che lo ha portato al suo meritatissimo terzo titolo mondiale. A fargli da paggetti sono stati Melandri e Sykes, con Davies non pervenuto a causa di problemi di elettronica.
Lo strano destino che in Gara-2 ha messo fuori gioco i piloti Kawasaki in lotta per il titolo sia in Stock 1000 (Razgatlıoğlu) che in Supersport (Sofuoğlu), non ha risparmiato nemmeno lo stesso Rea. Che però per sua fortuna il mondiale lo aveva già vinto. L’impatto con la moto di Laverty non ha avuto gravi conseguenze, quindi Rea ha archiviato senza troppi traumi (se non quello lieve al suo piede destro) il secondo zero stagionale, e quinto nei suoi tre anni di Superbike targati Kawasaki.
Fuori gioco Rea i suoi avversari si sono potuti sbizzarrire, e il primo ad approfittarne è stato ovviamente Davies, seguito dai due piloti Yamaha per un podio che, una volta tanto, non vedeva piloti della Casa di Akashi. (non succedeva dal 20 settembre 2015).
Weekend comunque positivo per le solite Kawasaki e Ducati, ma anche per la Yamaha, che vede diminuire il gap che la separa dalle due dominatrici di queste ultime stagioni.
Cocenti delusioni per MV ed Aprilia. Nella prima gara, il solito strepitoso Camier ed un ritrovato Laverty avevano ottenuto un quarto ed un sesto posto, che facevano ben sperare per la gara del giorno successivo; nel quale invece la F4 ha tradito Camier proprio sul più bello, quando l’inglese sembrava lanciato verso il suo primo podio con la moto di Schiranna. Non è andata meglio ai due piloti della Casa di Noale, che dopo la caduta di Laverty sperava di conquistare un buon piazzamento almeno con Savadori, beffato invece da un problema tecnico alla sua RSV4 proprio all’ultimo giro.
L’inedita coppia Honda formata da Davide Giugliano e Jake Gagne non ha demeritato. L’italiano ha concluso entrambe le gare, mentre l’americano è stato costretto al ritiro in Gara-1, ma è arrivato a ridosso del suo compagno di squadra in Gara-2.
Weekend a due facce per la BMW, che sull’asciutto si aggrappa alla bravura di Torres e sul bagnato “naviga” nelle posizioni di rincalzo. Menzione di merito per il Barni Racing Team, reduce dalla vittoria del titolo italiano con Michele Pirro, che domenica ha rischiato di salire sul podio con Forés, tradito però sul più bello dal cambio della sua Panigale.
Nonostante la pioggia e le temperature autunnali, sono stati quasi 48.000 gli spettatori che nei tre giorni sono stati presenti a Magny Cours, la maggior parte dei quali hanno raggiunto il circuito in moto. Complimenti ai motard, premiati domenica dalla vittoria del francese Jeremy Guarnoni nella gara della Stock1000.
Ed ecco i nostri voti ai protagonisti di Magny Cours.
Jonathan Rea – voto 10 – Se Laverty non gli si fosse sdraiato davanti forse avrebbe vinto anche domenica, ed avrebbe meritato la lode. Ma Johnny merita comunque il voto più alto per aver dominato questo weekend francese, così come ha fatto durante l’intero campionato 2017. La sua simbiosi con la ZX-10R è ormai perfetta e, tolto Davies, non si vede all’orizzonte chi lo possa contrastare. Non essendo mai sazio, siamo certi che Rea punterà a vincere anche gli ultimi due round. Insaziabile cannibale.
Chaz Davies – voto 8,5 – La sua lotta con Rea è resa impari dalla differenza di mezzi a disposizione. Per sua stessa ammissione il nordirlandese deve rischiare meno di quanto non sia costretto a fare Chaz, ed è questo il motivo per cui il pilota della Ducati si deve accontentare ogni anno delle piazze d’onore della classifica. In Gara-1 viene messo fuori gioco da un’elettronica impazzita, mentre in Gara-2 parte con un grande desiderio di rivalsa e vince meritatamente, anche se gli manca il confronto con Rea. Ma gli assenti hanno sempre torto.
Marco Melandri – voto 7 – L’italiano della Ducati di certo non eccita le folle, ma è un pilota coi fiocchi, e se domenica la fortuna non gli avesse girato le spalle avremmo probabilmente assistito ad una bella lotta in famiglia tra lui e Davies. Sabato Marco vince la battaglia con Sykes ed è secondo, mentre domenica, su una moto completamente rinnovata a causa di un problema tecnico riscontrato nel warm up, si aggiudica un altro duello, questa volta con Mercado, ma è solo quinto. Meritava di più.
Tom Sykes – voto 8 – Sono momenti nei quali il motociclismo celebra i suoi martiri del dolore, e non possiamo quindi non cantare le lodi di Tom Sykes, che guida magistralmente la sua Ninja nonostante una mano con la quale i comuni mortali non riuscirebbero nemmeno ad usare il loro cellulare. L’inglese della Kawasaki stringe i denti ed il manubrio, e sabato fa dannare Melandri sino alla bandiera a scacchi; mentre domenica sbaglia la gomma e si deve accontentare della settima piazza. Ma per chi va in moto, Tom resta un idolo assoluto.
Alex Lowes – voto 7,5 – A Magny Cours l’inglese della Yamaha smentisce chi (come me) non lo ritiene meritevole di una moto ufficiale. Dopo il quinto posto di Gara-1 è secondo solo a Davies in Gara-2. Il suo sembra essere essenzialmente un problema di concentrazione: quando non ha un obbiettivo importante davanti a sé, tende a sbagliare, ma quando lotta per il podio non commette errori e, anzi, riesce a mostrare il suo meglio. Anche in Yamaha sperano proprio che sia così.
Michael van der Mark – voto 6,5 – Torna deluso da Aragón MotoGP e combina poco in Superpole. Sabato si conferma mago delle grandi rimonte, e dopo una scivolata passa da ultimo a nono. Domenica partecipa allo Yamaha day, ma perde il confronto con il suo compagno di squadra. La R1 è migliorata anche per merito suo, ma come dicevano i professori alla mia mamma: “il ragazzo può dare di più”.
Xavi Forés – voto 7 – Lo spagnolo del team Barni Racing non sbaglia niente, e dopo il quarto posto in Superpole, domenica si deve accontentare di un quarto posto in gara che senza i problemi al cambio si sarebbe molto probabilmente tramutato in un podio. In mezzo c’è un ritiro in Gara-1, causato da un avventato VdMark.
Leandro “Tati” Mercado – voto 7,5 – Cosa deve fare ancora questo ragazzo per dimostrare di essere una splendida realtà del mondiale Superbike? Il team Iodaracing, con i brontoloni Sacchi e Noccioli, lo cresce nel migliore dei modi, e Tati dimostra di essere velocissimo e ormai pronto per un team ufficiale. Continua così.
Davide Giugliano – voto 6,5 – Sul bagnato le moto si livellano e si evidenziano le doti di guida dei piloti. Ecco perché in Superpole Davide è quarto ed in Gara-1 è ottavo. Risultati che sino a pochi mesi fa erano un miraggio per il team Honda. Domenica sull’asciutto torna invece protagonista la CBR, e lui deve scendere all’undicesimo posto. Ligio agli ordini dei suoi tecnici, Davide fa fino in fondo il proprio dovere, con la speranza che il team Red Bull lo confermi anche per il prossimo anno.
Leon Camier – voto 8 – Forse il voto è un poco alto, ma Leon se lo merita tutto per le delusioni che deve patire in questa travagliata stagione. Sabato è arrivato ai piedi del podio, mentre domenica lo ha quasi toccato, salvo poi doversi ritirare per l’ennesimo problema tecnico che ha fermato la sua F4. Non mollare Leon.
Lorenzo Savadori – voto 8 - Per gli stessi motivi di Camier. Il giovane pilota di casa nostra morde il freno e reprime il suo talento, per non stressare troppo le gomme della sua nervosissima Aprilia, ma proprio quando sta per raccogliere un buon risultato si ritrova a bordo pista. All’ultimo giro. What else?