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E’ difficile assegnare delle insufficienze ai piloti della Superbike dopo un weekend che ci ha regalato prove e gare spettacolari. Il mondiale non poteva iniziare in modo migliore, ad iniziare dal contesto nel quale si è svolto e mi riferisco non solo al fantastico circuito di Phillip Island, ma anche agli oltre sessantamila sportivissimi ed appassionati australiani, che nei tre giorni di prove e gare hanno affollato le tribune naturali del tracciato che si specchia nel Bass Strait, il mare che divide l’Australia dalla Nuova Zelanda.
Rea torna a casa con 50 punti, gli stessi dello scorso anno, ma la grande differenza è che questa volta Davies è a soli 10 punti e non a 24 come nel 2016. Inoltre queste due prime gare hanno dimostrato che Melandri può puntare al titolo mondiale e che piloti come Lowes e Fores, oltre al “solito” Sykes, saranno ossi dure da masticare. Il tutto in attesa che l’Aprilia dia una mano a Savadori e Laverty e che Hayden e Bradl rendano competitiva la nuova CBR1000RR.
Jonathan Rea – 10 e lode - Cambiano le regole, cambiano gli avversari, ma alla fine a salire sul gradino più alto del podio è ancora lui e anche quest’anno sarà l’uomo da battere. In Australia Johnny ha conquistato una doppia vittoria che porta a 40 i suoi primi posti, quarto nella storia della SBK, subito dietro a Fogarty (59) Bayliss (52) e Haga (43). La quarantesima vittoria significa anche novantesimo podio, quinto dietro a Corser (130) Haga (116) Fogarty (109) e Bayliss (94). E’ inoltre il primo pilota ad aver vinto 4 gare consecutivamente a Phillip Island (nonostante domenica abbia dovuto partire dalla terza fila). Sta scrivendo la storia della Superbike.
Chaz Davies – voto 9,5 – E’ arrivato in Australia deciso a non ripetere gli errori che negli anni precedenti lo avevano obbligato a rincorrere Rea per tutto il campionato. Brilla in gara, ma non in Superpole dove chiude quarto. Poi in gara non sbaglia niente, ma perde due gare per un totale di soli 67 millesimi di secondo. A Phillip Island Rea ha qualcosa in più, ma Davies conferma che quest’anno può e vuole vincere il titolo.
Marco Melandri – voto 8,5 – Al contrario di quanto gli successe in Aprilia, Marco si è adattato subito alla Ducati e si è subito insediato nello stretto novero dei piloti che possono lottare per il titolo mondiale. Ottimo terzo in Superpole, il sabato paga a caro prezzo la presunta scorrettezza di Lowes, ma domenica si esalta in una rimonta che lo porta sino al podio. Bentornato in Superbike.
Alex Lowes – voto 8 – E’ stata la sorpresa in positivo di queste prime due gare. In prova cresce in progressione sino al quarto posto della Superpole, posizione che conferma in entrambe le gare, restando sino alla fine in lotta per la vittoria. Se confermerà questi risultati e questa crescita anche nelle prossime gare potrà fare una stagione da protagonista.
Tom Sykes – voto 7 – Questa non è la sua pista e lo si sapeva. Sabato è quasi sorpreso di poter salire sul podio, mentre domenica la nuova e cervellotica regola lo costringe ad una partenza dalla terza fila che condiziona tutta la sua gara. Ci prova a rimontare, ma quando vede che non ce la fa a tenere il passo dei primi tira i remi in barca e si accontenta della sesta posizione. Tornerà protagonista in Thailandia, ma intanto Rea e Sykes si allontanano.
Lorenzo Savadori – voto 6,5 – Merita mezzo punto in più solo per il numero da rodeo che fa in prova, quando la sua Aprilia imbizzarrita cerca di disarcionarlo. Cade subito in gara1 e allora domenica si limita a portare a portare a casa qualche punto. Urgono rinforzi da parte della casa di Noale, perché lui li merita e con una moto più competitiva potrebbe fare un grande salto di qualità.
Eugene Laverty – voto 5,5 – ha ragione quando si lamenta per la mancanza di una valida elettronica sulla sua RSV4, però fare tredicesimo in Superpole e ottavo e nono in gara non sono comunque i risultati che ci aspettiamo da lui. Siamo però certi che se l’Aprilia ci metterà del suo Eugene potrà tornare nelle posizioni che gli competono.
Xavi Fores – voto 7,5 - Alzi la mano chi si aspettava un Fores così in palla, capace di fare due gare di testa, portandosi a casa un sesto ed un quinto posto strameritati. La Panigale del Barni Racing team va davvero forte e lui la guida in maniera quasi perfetta, confermandosi un pilota di poca apparenza, ma di grande sostanza. Bravo Barnabò ad averlo confermato.
Jordi Torres – voto 6 - Buon settimo nella prima gara, la domenica Jordi non conclude nemmeno il giro di allineamento. Problemi di elettronica. L’unica cosa della quale si dovrebbe occupare mamma BMW, che però sembra non sia interessata più di tanto a supportare un team ed un pilota che potrebbero ambire a ben altri risultati. Se BMW continua a non supportare, in futuro potrebbe non essere più sopportata...
Leon Camier – voto 7 – Il binomio Camier-MV continua a stupire. Dopo essersi aggiudicato la Superpole1, Leon parte in terza fila e in gara1 è quinto dopo aver lottato con i primi della classe. Nella seconda fa più fatica, ma porta comunque nonna F4 all’ottavo posto. Miracolo anglo-italiano.
Nicky Hayden – voto 7 – Lotta come un leone in gabbia. La sua CBR ancora non ne vuole sapere di farsi guidare in pista, ma lui tira avanti con grande caparbietà dimostrandosi un grande professionista, oltre che un grande pilota. Forza Nicky arriveranno periodi migliori.
Stefan Bradl – voto 5 – Di certo il buon Stefan non poteva immaginare un esordio peggiore. Tre volte quindicesimo, due volte in gara ed una nelle qualifiche. Per ora sembra aver capito poco della sua Fireblade e della Superbike, ma diamogli tempo.
Van der Mark – voto 6 – Fatica nelle prove ufficiali e in prova, ma poi migliora costantemente, pur restando ben lontano dal suo compagno di squadra. Nono e settimo in gara non sono risultati da buttare via, ma per ora non ha ancora trovato il feeling giusto con l sua R1.