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E’ stato il weekend perfetto per Rea, che di fatto ha conquistato il suo terzo titolo mondiale Superbike consecutivo, e per la Kawasaki, che a Portimão ha vinto in tutte le categorie alle quali ha partecipato. Rea ha festeggiato tutte le vittorie con i piloti della Casa giapponese, ed è rimasto positivamente stupito dall’euforia che è seguita alla vittoria di Ana Carrasco, entrata nella storia per essere stata la prima donna a vincere una gara mondiale su pista. In questa intervista l'asso irlandese ci parla della sua gara, del trionfo Kawasaki e delle voci che lo vorrebbero vicino alla Suzuki MotoGP.
La tua è sembrata una vittoria facile.
Ma non lo è stata. Oggi avevamo una moto completamente diversa rispetto a quella di ieri. Anche considerando la mia posizione in classifica, abbiamo deciso di apportare qualche modifica al set up ed abbiamo utilizzato un forcellone più corto. Riuscivo a guidare con un buon ritmo, ma a sette giri circa dalla fine ho avuto dei problemi al cambio e non avevo potenza in seconda marcia. Ho temuto di dovermi fermare, ma non sentivo nessun rumore strano e la moto continuava a funzionare, per cui sono arrivato in fondo senza tanta fatica.
In un giro sei passato da nono a primo.
Nel primo giro ho dovuto forzare alcuni sorpassi per rimediare alla partenza dalla terza fila. Sono partito forte e ci sono riuscito, ed una volta in testa ho potuto tenere il mio ritmo, ma non è stato semplice. Questa nuova regola della griglia invertita non mi piace, perché costringe a forzare moltissimo nei primi giri, obbligandoci a prendere molti rischi. Per fortuna non è successo nulla, ma non mi piace dover rischiare tanto già nel primo giro.
E’ stato un weekend perfetto?
E’ stato uno dei migliori della mia carriera. Sono stato il più veloce in tutti i turni, ho vinto in Superpole ed in entrambe le gare, ma soprattutto ho sempre avuto del margine. Questa pista mi è sempre piaciuta. Qui riesco a guidare come voglio. Non so esattamente il perché, ma qui tutto mi viene più facile. E’ senza dubbio un circuito particolare, che premia il talento dei piloti. Lo ha dimostrato anche Toprak (Razgatlıoğlu) che ha vinto perché ha un talento eccezionale.
Oggi Kawasaki ha vinto tutte le gare
Sono andato personalmente ad ogni podio per congratularmi con i vincitori. La vittoria più esaltante è stata senza dubbio quella di Ana Carrasco nella 300. Nel mio box sembrava che i tecnici guardassero una partita di calcio ed esultavano ad ogni sorpasso di Ana. Non avevo mai visto tanto entusiasmo. Sono stato contento anche per la vittoria di Kenan (Sofuoglu), che ha conquistato la testa della classifica. Una giornata fantastica per la Kawasaki, ed un weekend che ricorderemo.
Il tuo terzo titolo è sempre più vicino.
Per ora non ci penso più di tanto. La caduta di Chaz e l’infortunio di Tom mi consentono di avere un vantaggio notevole, ma ci sono ancora tre round da disputare. Certo mi piacerebbe molto vincere il titolo prima di Losail, in modo da poter andare in Qatar qualche giorno prima con la mia famiglia e fare una vacanza con loro. Vediamo cosa succederà a Magny Cours.
Cosa ci puoi dire circa le voci di un interessamento della Suzuki GP nei tuoi riguardi?
Andrò in MotoGP quando la Kawasaki andrà in MotoGP (ride). Io ho un contratto con Kawasaki per un altro anno, quindi non ho in programma di andare in MotoGP né quest’anno e nemmeno il prossimo. Ci sono stati dei contatti tra il mio manager e l’Aprilia per sostituire Sam Lowes, ma come ripeto, ho un altro anno di contratto con la Kawasaki, quindi il discorso non è stato approfondito.
E a contattarti fosse la Suzuki?
Non ho assolutamente intenzione di interrompere il contratto che mi lega alla Kawasaki sino alla fine del 2018. Siamo al top della Superbike e sono molto felice di lavorare con loro. Attualmente il mio cuore è legato alla Kawasaki ed alla Superbike. Certo, il mio contratto con loro scade a fine 2018, quando saranno in scadenza anche i contratti di molti piloti, sia in GP che in Superbike, quindi se dovessero arrivare delle proposte interessanti le valuteremo. Ma non ora.
In pratica, Rea ha inviato una dichiarazione d’amore alla Kawasaki...a tempo. La nostra impressione è che qualche contatto ci sia stato, non solo con la casa di Noale, ma anche con la Suzuki. Ma la risposta è stata la stessa per entrambi. Il pilota nordirlandese deve molto alla casa di Akashi, che ha puntato forte su di lui e con la quale sta vincendo tutto quello che c’è da vincere in Superbike. Per questo non ha nessuna intenzione di interrompere un rapporto che sino ad ora è stato idilliaco. Però anche i grandi amori possono finire, specialmente se a bussare alla sua porta ci sarà un team ufficiale con una MotoGP competitiva. Il poter dimostrare di essere un pilota vincente anche nella classe regina del motociclismo è una sfida che non può non interessare ad un uomo ambizioso come lui. Ne riparleremo a fine 2018.