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Per tutto l’anno ci siamo chiesti che gare sarebbero state senza il cannibale Jonathan Rea, e oggi a Magny Cours lo abbiamo visto. Nel secondo giro Laverty è caduto, Rea, che lo seguiva, non è riuscito ad evitare la sua moto a terra e ci ha sbattuto contro con il piede destro. Il campione del mondo è rientrato subito nel suo box, per sostituire lo stivale danneggiatosi nell’impatto e per controllare lo stato della sua moto. La sosta però è durata più del previsto e a quel punto, dolorante al piede e con il titolo mondiale ormai in tasca, Johnny ha preferito non rientrare in pista. Quando le Kawasaki non ci sono (partito in terza fila, il dolorante Sykes è sempre rimasto nelle retrovie) la Ducati balla, ma solo quella di Davies.
Partito dall’undicesima casella della griglia, in tre giri il gallese della Ducati è passato dal sesto al primo posto, mostrando una grande determinazione unita alla voglia di cancellare il risultato di ieri. Una volta in testa, Chaz ha iniziato a martellare giri sul passo del 1’38" che è diventato 1’39" solo a metà gara, quando ha potuto amministrare un vantaggio superiore ai 4 secondi.
Per Melandri la giornata era iniziata male, con un problema tecnico nel corso del warm up che ha costretto il suo team a lavorare sulla sua Panigale R sino a pochi minuti dal via della gara. Anche se la moto era la stessa, evidentemente il set up non era quello giusto, e specialmente nei primi giri Marco ha incontrato grandi difficoltà nel guidare la sua moto, che è migliorata nel finale consentendogli di chiudere al quinto posto, replicando agli attacchi di un eccezionale Tati Mercado che si è piazzato sesto con la privatissima Aprilia del team Iodaracing.
Giornata da incorniciare per il team Yamaha ufficiale, che piazza Lowes e VdMark al secondo e terzo posto. L’olandese ha provato solo una volta a superare il suo compagno di squadra, ma una volta constatato che Alex non aveva nessuna intenzione di cedergli la posizione, ha pensato bene di accontentarsi del terzo posto. I due alfieri della Casa di Iwata sono stati bravi, ma anche fortunati, perché se la MV di Camier non si fosse fermata nel corso del nono giro, ben difficilmente avrebbero potuto salire entrambi sul podio. Leon stava disputando la solita generosissima gara sfruttando al massimo la sua F4, che però lo ha tradito proprio quando il primo podio della MV stava per passare da sogno a realtà. E se parliamo di delusione, non possiamo non citare Lorenzo Savadori, la cui Aprilia si è ammutolita nell’ultimo giro, quando l’italiano era saldamente al quinto posto. Non è certamente deluso Xavi Forés, che con il quarto posto replica il suo miglior risultato stagionale conquistato ad Assen in Gara-1. Lo spagnolo del team Barni Racing è partito dalla decima posizione e ha girato costantemente su tempi molto veloci, senza mai commettere errori. Una gara quasi perfetta.
Inguardabili sul bagnato, sulla pista asciutta le due BMW di Torres e De Rosa si sono rifatte con un ottavo ed un decimo posto rispettivamente. Tra i due si è piazzato Román Ramos, con la Kawasaki del team GoEleven. Davide Giugliano conclude in undicesima posizione continuando a svolgere il lavoro per il quale è stato chiamato dalla Honda, e cioè proseguire nello sviluppo della nuova CBR che da qui alla fine del campionato dovrà fare a meno di Bradl, ancora convalescente dopo l’intervento al polso infortunato a Portimão. Davide ha preceduto il nuovo compagno di squadra, Gagne, e Andreozzi con la Yamaha privata del team Guandalini. Quanto a Badovini, si è ripreso dall’infortunio che ieri gli aveva impedito di gareggiare, e con il quindicesimo posto si porta a casa un punticino. Non va invece a punti Russo, sedicesimo.