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Rea è una macchina da guerra e lo ha confermato qui a Imola dominando gara1. Johnny è scattato fortissimo dalla pole position ed ha iniziato a martellare su tempi che nessun altro riusciva a replicare. Per il tre volte campione del mondo questa è una vittoria molto importante non solo perché l’ha ottenuta a casa della Ducati, ma soprattutto perché ha dimostrato di aver ormai annullato le penalità imposte dai nuovi regolamenti grazie al lavoro della su squadra e alla sua incredibile abilità di guida. Sykes conferma l’ottimo lavoro del team Kawasaki che unito ad un suo buon momento di forma, gli ha permesso di concludere indisturbato al secondo posto.
Melandri a Imola non ha mai vinto e visto lo strapotere della Kawasaki non era certo oggi che poteva rompere l’incantesimo. La sua Panigale sembra molto stabile di quella vista nelle gare precedenti e nel finale, quando il serbatoio è quasi vuoto, diventa più facile da guidare, tanto che il ravennate è riuscito a girare forte e non solo ha respinto il possibile attacco di Davies, ma ha anche avvicinato Sykes.
Davis paga a caro prezzo un errore commesso al secondo giro in variante bassa, quando è arrivato lungo ed ha perso il contatto con i suoi compagni di colori, Melandri e Rinaldi, che stavano cercando di ricucire il gap con le due Ninja ufficiali. Il grintoso gallese della Ducati non ha certo mollato, si ha iniziato una furiosa rimonta che lo ha portato fino al quarto posto finale. Fores riesce ancora una volta a stare vicino alle Ducati ufficiali e viene premiato da un buon quinto posto, davanti a VdMark. L’olandesino della Yamaha era partito dalla quarta fila e con il suo sesto posto salva la faccia del team Pata, deluso dal decimo posto di un Lowes apparso in netta crisi.
Michael Rinaldi non va più considerato una sorpresa e se consideriamo i suoi primi giri, condotti a ridosso di Melandri, forse il settimo posto finale gli sta addirittura stretto. Buona anche la gara di Savadori, ottavo davanti alla wild card di lusso Haslam. Hanno concluso in zona punti anche Razgatliuoglu, Laverty, Baz, Torres e Mercado.
Senza Camier è buio pesto per la Honda con l’anonimo Gagne e l’inglese O’Halloran, caduto nel corso del secondo giro.